In Argentina Javier Milei sta seguendo Trump
Nelle ultime settimane ha annunciato diverse misure simili a quelle adottate dal presidente statunitense, tra cui uscire dall'OMS e forse dagli accordi di Parigi sul clima

Martedì, in un’intervista con il settimanale francese Le Point, il presidente argentino Javier Milei ha detto di stare valutando la possibilità di uscire dagli accordi di Parigi sul clima, come già aveva fatto Donald Trump lo scorso 20 gennaio, durante il primo giorno del suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti. Nell’intervista Milei ha negato che l’attività umana sia una causa del riscaldamento climatico, ha definito l’agenda ambientalista una «vera e propria frode» e ha citato esplicitamente Trump, definendo anche «fantastica» la sua decisione di «non finanziare con fondi pubblici articoli accademici sul cambiamento climatico».
Oltre a quella sugli accordi di Parigi, negli ultimi giorni Milei ha fatto diverse dichiarazioni o annunci che ricalcano quelli fatti da Trump dopo il suo insediamento. Mercoledì per esempio aveva ordinato al ministero degli Esteri di iniziare le procedure per ritirare il paese dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), cosa fatta anche da Trump per gli Stati Uniti circa due settimane fa.
Quella dell’Argentina è una decisione principalmente politica, dato che il paese contribuisce in modo modesto ai finanziamenti dell’OMS con meno di 9 milioni di dollari fra il 2022 e il 2023. Al contrario l’uscita degli Stati Uniti, che comunque dovrebbe diventare effettiva non prima del 2026, avrebbe conseguenze rilevanti: contribuiscono al bilancio dell’OMS con 110 milioni di dollari all’anno, e tra il 2022 e il 2023 hanno fatto donazioni volontarie per 1,1 miliardi di dollari.
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Sempre mercoledì Milei ha annunciato di voler rendere illegali i trattamenti ormonali e gli interventi chirurgici per la transizione di genere delle persone minorenni, e di voler dividere i detenuti nelle carceri argentine sulla base del sesso, portando quindi al trasferimento delle donne trans dalle carceri femminili a quelle maschili. Milei però non può modificare la legge attuale attraverso un decreto presidenziale, ma per farlo dovrà avere il sostegno del parlamento.
Da quando si è insediato come presidente anche Trump ha introdotto diversi provvedimenti che limitano i diritti delle persone trans. In particolare, la settimana scorsa aveva emesso un ordine esecutivo che restringe l’accesso ai trattamenti ormonali per le persone trans con meno di 19 anni, escludendo queste cure da quelle che vengono coperte dai programmi assicurativi federali. Questa settimana un giudice aveva anche bloccato il trasferimento in un carcere maschile di 16 donne trans detenute in un carcere femminile, conseguenza di un’altra decisione presa dall’amministrazione di Trump che avrebbe comportato anche l’interruzione dei loro trattamenti necessari per la transizione.
Javier Milei, che è stato eletto alla fine del 2023, ha idee per molti versi simili a quelle di Trump, ed è noto che i due abbiano ottimi rapporti. Condividono per esempio le stesse opinioni sulla necessità di ridurre al minimo la spesa pubblica, togliendo fondi alle agenzie federali e riducendone i dipendenti (una cosa di cui negli Stati Uniti si dovrebbe occupare il miliardario Elon Musk, che Trump ha nominato a capo del “dipartimento per l’efficienza del governo”). Milei era inoltre uno dei pochi leader internazionali presenti alla cerimonia di insediamento di Trump, insieme alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni.
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