C’è un’altra nave che si sta preparando a portare i migranti in Albania
Da venerdì sta accogliendo a bordo alcune persone soccorse dalle autorità italiane, per trasferirle nei centri di Shengjin e Gjader

Da venerdì la nave Cassiopea, un pattugliatore della Marina Militare, si trova nelle acque vicino all’isola di Lampedusa, in Sicilia, per trasferire le persone migranti soccorse dalle autorità italiane nei discussi centri voluti dal governo italiano in Albania. Secondo l’ANSA, tra venerdì e sabato sono già state portate a bordo 11 persone: non si sa esattamente ancora quante persone migranti verranno trasferite né quando la nave partirà. È la terza operazione di questo tipo da quando i centri sono stati aperti.
Nelle due occasioni precedenti tuttavia il tribunale di Roma non aveva convalidato i trattenimenti dei migranti, che avevano dovuto quindi essere riportati in Italia e rilasciati, sempre per mezzo di una nave militare (la “Libra”), con tutti i relativi costi. A dicembre il governo aveva ottenuto di togliere la competenza su questi casi ai giudici dei tribunali (cioè gli organi di giudizio di primo grado) e di affidarla alle Corti d’appello.
La decisione aveva suscitato moltissime proteste nella magistratura, che riteneva che in questo modo si sarebbe rallentata molto l’attività delle Corti d’appello. Dal 18 dicembre però il presidente della Corte d’appello di Roma aveva deciso di impiegare temporaneamente dei magistrati del tribunale, tra cui gli stessi specializzati in immigrazione che non avevano convalidato i rimpatri e che il governo voleva evitare.
Dopo i primi due trasferimenti i centri per richiedenti asilo in Albania erano rimasti vuoti. I centri si trovano tra Shengjin, sul mare, e Gjader, nell’entroterra. Dovrebbero servire per portare i migranti soccorsi nel Mediterraneo, in acque internazionali, dalle autorità italiane, e al loro interno è previsto che siano detenuti i migranti maschi, adulti e provenienti da quelli che l’Italia considera “paesi sicuri”. La gestione delle strutture, così come delle procedure per esaminare le richieste d’asilo, è interamente a carico dello Stato italiano, così come tutte le spese per la loro costruzione.
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