• Domenica 12 gennaio 2025

L’impoverimento del lessico comporta un decadimento cognitivo?

È quello che sostiene un testo molto condiviso sui social, che Vera Gheno mette in discussione nella nuova puntata di Amare Parole

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Da molti anni, sui social e in particolare su Facebook, circola un testo provocatorio che afferma che da alcuni decenni le nuove generazioni abbiano sempre minori capacità cognitive e che questa diminuzione sia collegata a un uso sempre più ridotto e semplificato del linguaggio.

L’origine di questa idea, che i social spesso non citano, è un articolo comparso su una rivista svizzera nel 2019 e scritto da Christophe Clavé, che parla di “effetto Flynn inverso”. Con l’espressione “effetto Flynn” ci si riferisce al progressivo aumento del quoziente intellettivo medio della popolazione nel corso degli anni, di cui parlò per primo il ricercatore James Flynn negli anni Ottanta. Le generazioni più giovani, in sostanza, sarebbero secondo questa teoria più intelligenti. Mentre “l’effetto Flynn inverso” sarebbe una tendenza – di cui parlarono per la prima volta nel 2018 due ricercatori norvegesi – secondo cui, per le generazioni nate dal 1975 in poi nei paesi sviluppati, il quoziente intellettivo calerebbe progressivamente rispetto a quelle precedenti. 

L’ipotesi sostiene che un possibile “decadimento cognitivo” sia correlato a un “impoverimento del linguaggio”, testimoniato secondo Clavé da uno scarso uso di modi e tempi verbali, dalla progressiva scomparsa della punteggiatura e in generale da una semplificazione del lessico. In pratica, secondo l’autore, più povero è il linguaggio e più il pensiero scompare, portando alla lunga a gravi conseguenze politiche e sociali. Clavé, tuttavia, non è né linguista né sociologo, di conseguenza la sua interpretazione è quanto meno discutibile: Vera Gheno, che invece è entrambe le cose, nella nuova puntata di Amare Parole analizza e mette in discussione la teoria di Clavé, nella sua versione originale e in quella semplificata spesso citata sui social.

Amare Parole è un podcast del Post che parla di parole e dell’uso che ne facciamo, ogni domenica mattina. Lo conduce la sociolinguista Vera Gheno, che riflette sulla lingua e sui suoi cambiamenti, a partire da notizie, fatti, dichiarazioni particolarmente rilevanti.

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