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  • Mercoledì 8 maggio 2024

Storia delle assurde eliminazioni del Paris Saint-Germain dalla Champions League

Martedì è uscito perdendo con il Borussia Dortmund, dopo aver colpito quattro pali e due traverse tra andata e ritorno: ci sono precedenti ancora più incredibili

Contro il Borussia Dortmund Kylian Mbappé ha giocato probabilmente la sua ultima partita in Champions League con il Paris Saint-Germain (Richard Heathcote/Getty Images)
Contro il Borussia Dortmund Kylian Mbappé ha giocato probabilmente la sua ultima partita in Champions League con il Paris Saint-Germain (Richard Heathcote/Getty Images)
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Martedì sera si è giocato il ritorno della semifinale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Borussia Dortmund. Ha vinto il Borussia 1-0, com’era successo la settimana prima in Germania, e quindi si è qualificato per la finale nonostante la squadra favorita fosse il Paris Saint-Germain. Anche per questo il risultato è stato sorprendente, considerando anche che in due partite il PSG non è riuscito a segnare nemmeno un gol. All’andata aveva colpito due pali e al ritorno ha preso due pali e due traverse. In tutta la competizione, quest’anno, ha colpito in 12 partite 14 “legni”, come si dice in gergo, cioè pali o traverse: più di tutte le altre squadre.

Da quando nell’estate del 2011 il fondo sovrano del Qatar di Nasser Al-Khelaïfi comprò il club, il Paris Saint-Germain è diventata una delle squadre più ricche e forti d’Europa, in cui hanno giocato e giocano alcuni dei migliori giocatori al mondo. Da quel momento ha dominato quasi sempre il campionato francese (ne ha vinti 10 degli ultimi 12), ma non è ancora riuscito a vincere la Champions League, il più prestigioso trofeo per squadre di club, nonostante la proprietà abbia speso oltre 2 miliardi di euro.

Sembrava che questo potesse essere l’anno buono per una serie di ragioni: il PSG stava giocando bene, il Borussia Dortmund era un avversario alla portata e soprattutto questa sarà quasi sicuramente l’ultima stagione a Parigi dell’attaccante francese Kylian Mbappé, uno dei migliori giocatori al mondo, che ha deciso di non rinnovare il suo contratto e si parla molto di un suo probabile trasferimento al Real Madrid. È arrivata invece un’altra eliminazione caratterizzata da diversi episodi quasi incredibili, com’era già successo più volte in passato.

Il Borussia Dortmund è tornato in finale di Champions League per la prima volta dopo 11 anni (Matthias Hangst/Getty Images)

Nella stagione 2013-2014 il Paris Saint-Germain giocò contro il Chelsea nei quarti di finale. Quell’anno era allenato da Laurent Blanc, aveva segnato 16 gol in 6 partite, mentre negli ottavi di finale aveva eliminato senza problemi il Bayer Leverkusen, vincendo 4-0 in Germania e 2-1 a Parigi. Non era forse il miglior PSG, ma era una squadra forte, con tanti giocatori arrivati dalla Serie A (tra i quali Zlatan Ibrahimovic, Thiago Silva, Edinson Cavani e Thiago Motta). All’andata, giocata in casa, il PSG vinse 3-1 con i gol di Lavezzi, David Luiz e Javier Pastore, che segnò nei minuti di recupero. Si infortunò però Zlatan Ibrahimovic, che quell’anno era il miglior giocatore del PSG e dovette saltare la partita di ritorno.

La settimana successiva, a Londra, il PSG poteva anche perdere con un gol di scarto per passare il turno. Al 32° segnò André Schürrle per il Chelsea, che attaccò per buona parte della partita, colpendo due traverse. Al 76° l’attaccante uruguaiano Edinson Cavani ebbe l’occasione per pareggiare, ma sbagliò un gol facile, e all’86° il Chelsea fece il gol del 2-0 con una manovra macchinosa e caotica, dai molti rimpalli. Segnò l’attaccante senegalese Demba Ba, che in carriera ha segnato complessivamente 3 gol in Champions League.

Nei minuti di recupero poi il portiere del Chelsea fermò un tiro del difensore Marquinhos con una gran parata. La partita finì 2-0 per il Chelsea, che passò il turno per la regola dei gol in trasferta, all’epoca ancora valida.

Il momento in cui Demba Ba sta per segnare il decisivo gol del 2-0 (Mike Hewitt/Getty Images)

In generale i quarti di finale sono stati spesso il momento del torneo in cui il Paris Saint-Germain smette di funzionare. Già nella stagione 2012-2013 era uscito con un doppio pareggio contro il Barcellona (2-2 in casa, 1-1 in trasferta). Nel 2015 fu eliminato di nuovo dal Barcellona (perdendo 3-1 a Parigi e 2-0 in Spagna), e nel 2016, ancora ai quarti di finale, uscì contro il Manchester City (2-2 a Parigi, 1-0 per il City in Inghilterra). I media cominciarono a parlare di «maledizione» e di «ossessione» (lo fanno ancora oggi), nonostante non fosse ancora arrivata la più clamorosa e per certi versi inspiegabile delle eliminazioni del Paris Saint-Germain, quella del 2017.

Per la terza volta in cinque anni, il PSG fu sorteggiato per giocare contro il Barcellona, questa volta agli ottavi di finale. Il 14 febbraio del 2017, allo stadio Parc des Princes di Parigi, il PSG giocò una delle migliori partite della sua storia in Champions League: vinse 4-0 contro quella che all’epoca era ancora ritenuta la squadra migliore del mondo, il Barcellona di Messi, Neymar e Suárez, ma anche di Iniesta e Xavi. Tra le altre cose il Barcellona era allenato da Luis Enrique, attuale allenatore del PSG.

Fu una partita dominata dal PSG, segnata dalle giocate dell’argentino Ángel Di María che fece due gol, mentre gli altri due li segnarono Julian Draxler e Cavani. Vincere in quella maniera contro il Barcellona, che aveva eliminato per due volte il PSG negli ultimi quattro anni, sembrava il modo perfetto per cancellare la “maledizione”. C’era però ancora il ritorno da giocare, tre settimane dopo.

L’8 marzo 2017 al Camp Nou la partita cominciò bene per il Barcellona. Dopo tre minuti segnò Luis Suárez, ancora una volta con un’azione abbastanza casuale. Al 40° il difensore del PSG Layvin Kurzawa fece autogol e il primo tempo finì sul punteggio di 2-0 per il Barcellona. Cinque minuti dopo l’inizio del secondo tempo, Neymar si guadagnò un calcio di rigore realizzato da Messi: 3-0. Al 62° però, dopo aver colpito anche un palo, Cavani segnò il gol del 3-1, che sembrò annullare definitivamente le speranze di una rimonta. Per passare il turno, infatti, il Barcellona doveva segnare altri 3 gol, visto che il 5-1 avrebbe qualificato il Paris Saint-Germain, sempre per la regola dei gol in trasferta.

A tre minuti dalla fine il risultato era ancora sul 3-1. Poi ci furono sette minuti che con ogni probabilità i tifosi del PSG si ricordano bene.

All’88° Neymar segnò con un gran calcio di punizione. Tre minuti dopo segnò il 5-1 su rigore (un rigore assai contestato). Gli ultimi minuti furono concitatissimi. Allo stadio Camp Nou c’erano 96mila tifosi che a quel punto cominciarono a crederci davvero e a spingere la squadra. Considerato com’era andata le ultime volte in Champions League, i giocatori del Paris Saint-Germain andarono un po’ nel panico. Al 95°, nell’ultima azione della partita, Neymar lanciò dentro l’area un pallone che Sergi Roberto, un calciatore che in carriera ha segnato 3 gol in 62 partite di Champions League, colpì al volo allungandosi. La palla entrò e la partita divenne la più grande rimonta nella storia della Champions League.

Non dev’essere stato facile, quel giorno, essere un tifoso del Paris Saint-Germain

Nel 2016-2017, peraltro, il Paris Saint-Germain non vinse nemmeno il campionato francese: arrivò secondo dietro al Monaco. Per provare a risollevarsi dalla clamorosa eliminazione contro il Barcellona, nell’estate del 2017 la proprietà del club spese 400 milioni di euro per acquistare due giocatori dalle due squadre che gli avevano impedito di vincere. Dal Barcellona, per 220 milioni, arrivò il brasiliano Neymar. Dal Monaco per 180 milioni arrivò l’allora 18enne Kylian Mbappé, parigino di nascita, all’epoca considerato uno dei giovani più promettenti al mondo.

Anche i due nuovi acquisti, però, non impedirono al Paris Saint-Germain di continuare a uscire dalla Champions League in modi imprevedibili. Nel primo anno di Neymar e Mbappé, fu eliminato agli ottavi di finale dal Real Madrid (che però in quel periodo era quasi imbattibile in Champions, dato che vinse il torneo nel 2016, nel 2017 e nel 2018). Nella stagione 2018-2019 ci fu un altro psicodramma. All’andata degli ottavi di finale, il PSG vinse 2-0 in trasferta sul campo del Manchester United. Lo United non era più la squadra forte che dominava in Inghilterra tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila, e il PSG era sembrato decisamente più forte e attrezzato per passare il turno.

Tuttavia al ritorno l’attaccante del Manchester United Romelu Lukaku segnò dopo due minuti, approfittando di un banale passaggio sbagliato dal difensore Thilo Kehrer. Al 12° il PSG pareggiò con Bernat, ma al 30° ancora Lukaku segnò il gol dell’1-2, aiutato da un errore del portiere Gianluigi Buffon (uno che di errori non ne ha commessi molti, in carriera). Avesse perso 2-1, il PSG si sarebbe qualificato ugualmente. Nel secondo tempo andò persino vicino al pareggio, più volte, colpendo un palo sempre con Bernat. Poco prima, Mbappé si era trovato solo davanti al portiere dello United, ma era scivolato. Al 90° il difensore del PSG Presnel Kimpembe deviò con un braccio il tiro di Diogo Dalot. L’arbitro diede il calcio di rigore allo United, Marcus Rasfhord segnò l’1-3 ed eliminò il Paris Saint-Germain.

Romelu Lukaku, qui in mezzo a Buffon e Thiago Silva, in carriera ha segnato solamente 5 gol nella fase a eliminazione diretta della Champions League: 2 di questi li fece quella sera al Paris Saint-Germain (Shaun Botterill/Getty Images)

Il 2020 e il 2021 furono gli anni migliori del Paris Saint-Germain in Champions League. Nel 2020, dai quarti di finale in poi, la competizione si giocò su partita secca (e non su andata e ritorno) nello stesso stadio, il da Luz di Lisbona, a causa della pandemia. Il Paris arrivò per la prima volta nella sua storia in finale, ma perse 1-0 contro il Bayern Monaco, che quell’anno vinse tutte le partite della competizione, compreso uno storico 8-2 contro il Barcellona. Il gol decisivo lo segnò il francese Kingsley Coman, cresciuto nelle giovanili del Paris Saint-Germain. Nel 2021 il PSG riuscì finalmente a eliminare il Barcellona, grazie soprattutto alla vittoria per 4-1 ottenuta all’andata al Camp Nou. Nei quarti di finale eliminò anche il Bayern Monaco, giocando due partite di altissimo livello, ma in semifinale uscì contro il Manchester City, perdendo sia all’andata sia al ritorno.

Prima dell’eliminazione contro il Borussia Dortmund di martedì, ce ne fu un’altra drammatica per i tifosi del Paris Saint-Germain, quella del 2022. Agli ottavi di finale affrontò il Real Madrid. Al PSG era arrivato nel frattempo anche Lionel Messi, uno dei più forti giocatori della storia del calcio, anche se aveva 34 anni e non era nel momento migliore della carriera. All’andata vinse 1-0 il PSG con il gol segnato all’ultimo minuto da Kylian Mbappé. Al ritorno, il 9 marzo del 2022 a Madrid, segnò ancora Mbappé, su assist di Neymar: anche quella volta la partita sembrava chiusa, e invece non lo era. L’attaccante francese del Real Madrid Karim Benzema segnò tre gol in diciassette minuti, tra il 61° e il 78°, il Real vinse 3-1 e il PSG fu eliminato.

Fino al 60° della partita di ritorno, il PSG era stato superiore al Real Madrid e aveva giocato meglio. Ma ancora una volta, alla prima difficoltà (in quel caso l’errore di Donnarumma che fece pareggiare Benzema), andò in confusione. È come se ogni volta il Paris Saint-Germain giocasse portandosi il peso di tutte le delusioni e delle aspettative di questi anni, e non appena qualcosa va storto smettesse di giocare. Succede il contrario al Real Madrid, una squadra molto abituata a giocare sotto pressione e a vincere la Champions: ne ha vinte quattordici, di cui cinque negli ultimi dieci anni.

Prima della partita contro il Borussia Dortmund, un giornalista ha chiesto all’allenatore Luis Enrique cosa sarebbe successo se il PSG fosse stato eliminato. Luis Enrique ha risposto un po’ agitato, dicendo che la vita sarebbe andata avanti e che ci avrebbero riprovato l’anno prossimo.