• Mondo
  • Mercoledì 6 marzo 2024

Nikki Haley si è ritirata dalle primarie del Partito Repubblicano

E quindi con tutta probabilità il candidato del partito alle presidenziali sarà Donald Trump, che l’aveva sconfitta quasi ovunque: Haley però non gli ha dato esplicitamente il suo sostegno

Nikki Haley (Brandon Bell/Getty Images)
Nikki Haley (Brandon Bell/Getty Images)
Caricamento player

Mercoledì durante un comizio vicino a Charleston, in South Carolina, Nikki Haley ha annunciato di aver ritirato la propria candidatura alle primarie del Partito Repubblicano per le elezioni presidenziali statunitensi, previste per il prossimo 5 novembre. Haley era considerata la principale avversaria interna al partito per l’ex presidente Donald Trump, che però finora ha vinto in quasi tutti gli stati in cui si è già votato per le primarie. Con il ritiro di Haley è praticamente certo che Trump diventerà il candidato del Partito Repubblicano, ma la nomina verrà ufficializzata durante la convention del partito a luglio.

Haley non ha espresso esplicitamente sostegno a Trump, ma si è limitata ad augurarsi che l’ex presidente cerchi di guadagnarsi i voti degli elettori che hanno preferito lei.

Martedì negli Stati Uniti è stato il cosiddetto “Super Tuesday”, uno dei giorni più importanti della campagna elettorale per le presidenziali, in cui si è votato alle primarie in 15 stati. Haley ha perso in tutti, tranne il Vermont. Nonostante le possibilità di vittoria fossero fondamentalmente nulle, finora Haley aveva deciso di rimanere in corsa per motivi legati soprattutto ai fondi a disposizione della sua campagna, relativamente abbondanti, al posizionamento politico in vista del futuro e all’attesa di possibili eventi imprevisti. Fra questi c’è la remota possibilità che Trump venga escluso dalle elezioni a causa delle conseguenze dei vari procedimenti legali in cui è coinvolto.

– Leggi anche: Donald Trump e Joe Biden hanno vinto quasi ovunque nel Super Tuesday

Haley è stata governatrice del South Carolina dal 2011 al 2017, e ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite durante il mandato presidenziale di Trump, tra il 2017 e il 2018. Era stata la prima candidata di rilievo a sfidare l’ex presidente alle primarie, ed è stata l’ultima a ritirarsi (tutti gli altri si erano ritirati prima dell’inizio delle primarie, o dopo le prime votazioni a gennaio in Iowa, vinte da Trump). Alle primarie si è presentata agli elettori come una conservatrice moderata e ha sostenuto le posizioni tradizionali del Partito Repubblicano, tra cui una politica estera di stampo interventista e un ridotto ruolo dello stato nell’economia.

– Leggi anche: Perché Nikki Haley ha aspettato finora a ritirarsi

Le primarie servono a selezionare il candidato di ciascun partito per le elezioni presidenziali: fin da subito Trump è apparso il favorito per ottenere la “nomination” repubblicana, e nelle ultime settimane Haley aveva accumulato molte sconfitte elettorali. Ha perso anche in South Carolina, lo stato di cui era stata governatrice per due mandati, e nelle primarie del Nevada, alle quali Trump non aveva formalmente partecipato: i suoi sostenitori avevano votato “nessuno dei candidati” piuttosto che votare Haley.

– Leggi anche: Caucus o primarie?

Le uniche vittorie elettorali di Haley sono arrivate nei giorni appena prima dell’annuncio del ritiro: nella capitale Washington, D.C., dove gli elettori sono solitamente molto più progressisti e meno favorevoli a Trump che nel resto del paese; e in maniera un po’ sorprendente in Vermont, durante il Super Tuesday. Entrambe le vittorie sono però abbastanza irrilevanti nel quadro più ampio delle primarie repubblicane e delle elezioni di novembre.

nikki haley parla da un podio davanti a delle bandiere statunitensi

Nikki Haley durante un comizio in Iowa (Win McNamee/Getty Images)

Nelle ultime settimane Haley aveva alzato notevolmente il tono dei suoi attacchi nei confronti di Trump: lo aveva definito «instabile e non completamente in sé, ossessionato dai suoi demoni» oltre che «un bullo, di quelli che combatto da tutta la vita». La sua campagna insisteva da tempo su come Trump fosse destinato a portare il partito alla sconfitta, e da alcune settimane Haley diceva che Trump non potrà vincere «se dovrà passare i prossimi mesi in un’aula di tribunale a difendersi da accuse, che solo in parte sono motivate politicamente».

A questo punto è quasi certo che alle elezioni presidenziali di novembre i candidati saranno gli stessi delle elezioni del 2020, ossia Donald Trump e il Democratico Joe Biden, che non ha avversari credibili all’interno del suo partito.

– Leggi anche: Biden sta riprovando a fare Biden, sperando che funzioni

Il futuro politico di Haley è incerto. Se Trump perderà le presidenziali contro Biden, dopo le elezioni Haley potrà proporsi come una nuova guida per i Repubblicani, lontana dal modello estremista e radicale sostenuto da Trump. Se invece Trump dovesse vincere, la visibilità guadagnata da Haley in questa campagna può comunque essere spendibile alle presidenziali del 2028: in quattro anni molte cose possono cambiare.

– Leggi anche: La crisi d’identità dei Repubblicani americani