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  • Sabato 14 ottobre 2023

L’Armenia ha ratificato l’adesione alla Corte penale internazionale

È una decisione legata ai rapporti conflittuali con l'Azerbaijan, ma che è stata molto malvista dalla Russia

La sede della Corte penale internazionale all'Aia, nei Paesi Bassi (AP Photo/Peter Dejong, File)
La sede della Corte penale internazionale all'Aia, nei Paesi Bassi (AP Photo/Peter Dejong, File)
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Il presidente armeno Vahagn Khachaturyan ha ratificato lo Statuto di Roma, il trattato internazionale istitutivo della Corte penale internazionale (ICC), il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Lo scorso 3 ottobre il parlamento armeno aveva approvato l’adesione alla Corte e la decisione era stata interpretata come una presa di distanza dalla Russia, storica alleata dell’Armenia: a marzo infatti la Corte aveva emesso un mandato d’arresto per Vladimir Putin, accusandolo di crimini di guerra in Ucraina, e aderendo allo Statuto di Roma le autorità armene si sono teoricamente impegnate ad arrestare il presidente russo, se entrasse in territorio armeno.

Le autorità armene tuttavia sostengono che l’adesione sia dovuta solo alla volontà di perseguire i presunti crimini di guerra compiuti dall’Azerbaijan in Nagorno Karabakh, l’ormai ex stato separatista che si trova in territorio azero ma che fino a poco tempo fa era abitato principalmente da persone di etnia armena.

Il 20 settembre con una estesa operazione militare l’Azerbaijan ha occupato militarmente il Nagorno Karabakh. In quell’occasione la Russia, pur avendo centinaia di soldati stanziati nella regione per una missione di peacekeeping (cioè per sostenere le autorità locali nel “mantenimento della pace”) in corso da anni, non è intervenuta in alcun modo: i soldati russi non hanno reagito all’attacco azero e sono rimasti nelle loro basi. Putin, sebbene la Russia sia la potenza economica e militare principale della regione e abbia storici rapporti molto stretti sia con l’Armenia sia con l’Azerbaijan, non ha fatto nessuna dichiarazione e non ha convocato a Mosca i capi di stato dei due paesi.

Dopo il voto del parlamento a proposito della Corte penale internazionale, l’Armenia aveva cercato di rassicurare la Russia, dicendo che Putin non verrebbe comunque arrestato se entrasse nel paese. Il governo russo aveva definito la possibilità che l’Armenia aderisse alla Corte «estremamente ostile». Al di là degli ultimi sviluppi è da qualche anno che l’Armenia si sta avvicinando sempre di più ai paesi europei e agli Stati Uniti: il mese scorso aveva ospitato per la prima volta delle truppe statunitensi sul suo territorio, per un’esercitazione.

Venerdì, secondo fonti informate del sito di notizie Politico, il segretario di Stato statunitense Antony Blinken avrebbe avvisato un piccolo gruppo di deputati americani della possibilità che l’Azerbaijan invada l’Armenia nelle prossime settimane.

Tra 60 giorni la ratifica firmata da Khachaturyan sarà effettiva e l’Armenia diventerà il 124esimo paese a riconoscere la Corte penale internazionale. Aveva già firmato lo Statuto di Roma nel 1998, ma poi non lo aveva ratificato perché nel 2004 la Corte costituzionale del paese aveva stabilito che il trattato contraddicesse la Costituzione armena. Da allora la Costituzione è stata modificata in due occasioni e lo scorso marzo la Corte costituzionale aveva detto che ora non è più in contraddizione con le condizioni previste dallo Statuto di Roma per i paesi aderenti alla Corte penale internazionale.

L’Azerbaijan invece non ha mai firmato lo Statuto di Roma e dunque non riconosce la Corte penale internazionale, ma la giurisdizione del tribunale si esercita anche nel caso di crimini commessi sul territorio di uno stato aderente da parte di cittadini di stati non aderenti.

Intanto giovedì 12 ottobre all’Aia, nei Paesi Bassi, c’è stata la prima udienza di un caso promosso proprio dall’Armenia contro l’Azerbaijan davanti a un altro tribunale internazionale, la Corte internazionale di giustizia (CIG), che è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. L’Armenia ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di ordinare all’Azerbaijan di «ritirare tutte le forze militari dai contesti civili in Nagorno-Karabakh» e ha accusato il paese vicino di «pulizia etnica», sostenendo che abbia violato la “Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale” delle Nazioni Unite. Una delle due funzioni principali della CIG è dirimere le dispute fra stati membri delle Nazioni Unite, di cui fanno parte sia l’Armenia che l’Azerbaijan.

– Leggi anche: In Nagorno Karabakh la Russia non si è mossa