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  • Martedì 26 settembre 2023

L’esodo dal Nagorno Karabakh, raccontato con le foto

Più di 28mila persone di etnia armena hanno abbandonato le proprie case, per il timore di violenze da parte dell'esercito azero

(EPA/NAREK ALEKSANYAN via ANSA)
(EPA/NAREK ALEKSANYAN via ANSA)
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Da domenica più di 28mila persone di etnia armena che vivevano nel Nagorno Karabakh, ormai ex stato separatista che si trova in territorio azero ma che è abitato principalmente da armeni, hanno abbandonato le proprie case per andare in Armenia. L’esodo è stato provocato dall’operazione militare della settimana scorsa con cui l’esercito dell’Azerbaijan aveva preso il controllo di quasi tutto il territorio e costretto in appena due giorni le autorità locali (legate al governo dell’Armenia) alla resa.

Molte persone hanno lasciato il territorio del Karabakh in auto o in autobus. Lunedì sera oltre 20 persone sono morte nell’esplosione di un serbatoio di carburante, che gli sarebbe servito per raggiungere l’Armenia. Famiglie intere sono state costrette ad abbandonare le loro case per il timore di subire violenze dall’esercito azero. I feriti sono stati portati via in ambulanza, grazie alla collaborazione della Croce Rossa internazionale. Vicino al confine con l’Azerbaijan, l’Armenia ha poi allestito alcuni tendoni della Croce Rossa in cui è stato offerto cibo, assistenza sanitaria a chi ne aveva bisogno e pannolini per i bambini.

 

Il Nagorno Karabakh è un territorio con circa 120mila abitanti, soprattutto di etnia armena: dal 1993 era un piccolo stato di fatto indipendente, ma ora molto probabilmente si dissolverà all’interno dell’Azerbaijan, che invece è a maggioranza musulmana e di etnia turca. La zona era da decenni al centro di rivendicazioni etniche e territoriali, che in passato avevano causato anche due guerre in cui erano state uccise migliaia di persone. Molte persone di etnia armena che vivevano nel Nagorno Karabakh adesso temono di essere perseguitate.