Meloni se l’è presa con la Germania sui migranti, dicendo cose infondate

In una lettera al governo tedesco sostiene che la presenza delle ong nel Mediterraneo faccia aumentare gli arrivi: non è vero

(ANSA/ETTORE FERRARI)
(ANSA/ETTORE FERRARI)
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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato una lettera al cancelliere tedesco Olaf Scholz in cui si lamenta per la sua decisione di finanziare alcune ong che lavorano al soccorso delle persone migranti nel mar Mediterraneo. Meloni ha inviato la lettera sabato 23 settembre, dopo che la ong tedesca SOS Humanity aveva reso noto che avrebbe ricevuto 790mila euro dal governo tedesco. Il contenuto della lettera è stato fatto trapelare sui giornali italiani dallo staff di Meloni lunedì.

Nella lettera Meloni si rivolge direttamente a Scholz, dicendo di aver «appreso con stupore» che il suo governo avesse «deciso di sostenere con fondi rilevanti» ong che lavorano in Italia e nel Mediterraneo, e soprattutto che avesse deciso di farlo «in modo non coordinato con il governo italiano». La lettera è stata mandata in un periodo in cui sono molto aumentati gli arrivi di persone migranti via mare in Italia, e soprattutto a Lampedusa: dall’inizio dell’anno a oggi sono arrivate in Italia più di 130mila persone migranti via mare, circa il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Le critiche di Meloni a Scholz si basano soprattutto sull’idea che la presenza delle ong nel Mediterraneo spinga e incentivi le persone migranti a partire: una tesi smontata da tempo da molti esperti, ma più volte sostenuta senza prove dalla destra e dalla stessa Meloni. Nella lettera infatti la presidente dice che «è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie», e sostiene che questo produca «non solo un ulteriore aggravio per l’Italia, ma incrementa il rischio di nuove tragedie in mare».

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Esperti di migrazione e persone impegnate nel soccorso nel Mediterraneo centrale ritengono che il vero “pull factor”, cioè il fattore che condiziona maggiormente le partenze dalle coste del Nord Africa, siano le favorevoli condizioni meteo nei luoghi di partenza. Le imbarcazioni insomma si mettono in mare quando c’è la possibilità di navigare. Questa convinzione è ormai ampiamente diffusa anche a livello istituzionale, tanto che da qualche tempo è comparsa anche nei documenti interni di Frontex, l’agenzia di controllo delle frontiere dell’Unione Europea.

Nella lettera Meloni fa riferimento a finanziamenti del governo tedesco verso più di una ong fra quelle che operano nel Mediterraneo: al momento in realtà ne è noto uno solo, quello alla tedesca SOS Humanity emerso qualche giorno fa. Martedì a Repubblica il presidente della Comunità di Sant’Egidio, un’associazione cattolica che in Italia si occupa anche di facilitare l’integrazione delle persone migranti, ha detto che la sua organizzazione riceve da tempo aiuti dal governo tedesco. Di recente ha ricevuto un finanziamento da 420mila euro per sostenere le comunità e le parrocchie che fanno parte del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo.

La tesi infondata secondo cui la presenza delle ong incentiverebbe le partenze dal Nordafrica è molto popolare nella destra ed è usata da tempo da alcuni dei suoi principali esponenti. Già prima della lettera di Meloni alcuni esponenti del governo italiano avevano criticato la Germania piuttosto duramente: il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva definito «grave» la decisione di finanziare SOS Humanity, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini l’aveva descritta come «un atto ostile».

Un altro membro della maggioranza, il deputato e vicesegretario della Lega Andrea Crippa, parlando con Affari italiani ha invece sostenuto che la Germania stia «cercando di destabilizzare il governo attraverso il finanziamento delle ong», senza portare prove a sostegno di questa tesi. Crippa ha anche detto che l’intento della Germania sarebbe di «far scendere il consenso del centrodestra in Italia» e «riempirci di clandestini»: un termine discriminatorio per definire i richiedenti asilo, per il cui uso la Lega è già stata condannata in Cassazione un mese fa.

Il governo tedesco non ha ancora commentato pubblicamente la lettera di Meloni e non ha risposto alle altre accuse del governo italiano, ma ha fatto sapere ai giornali che sta preparando una risposta. La questione potrebbe rendere più difficile la collaborazione tra i due paesi sull’accoglienza, dopo che nelle ultime settimane la Germania aveva prima sospeso e poi ripreso i cosiddetti “ricollocamenti volontari”, cioè il meccanismo che prevede la redistribuzione di alcune migliaia di persone migranti arrivate in Italia.

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