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  • Domenica 3 settembre 2023

I partecipanti al Burning Man sono isolati in un deserto di fango

Nell'area del Nevada dove 60mila persone sono accampate per il festival le auto non possono circolare, e sono previste nuove piogge

(Josh Keppel/@scottbudman/Twitter)
(Josh Keppel/@scottbudman/Twitter)
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Da venerdì sera decine di migliaia di partecipanti al festival Burning Man sono bloccati da piogge e fango in una zona remota del deserto Black Rock in Nevada, negli Stati Uniti. Le autorità locali hanno consigliato ai presenti di razionare cibo, acqua e carburante per le auto, e di stare riparati in luoghi caldi e asciutti per la notte.

Black Rock City, la città temporanea che ogni anno viene costruita per il festival e poi smantellata, è al momento isolata: la polizia ha bloccato l’accesso all’area e all’aeroporto più vicino ed è vietata la circolazione di ogni mezzo, tranne quelli di emergenza. Le forti e inusuali piogge hanno infatti trasformato il deserto in un’enorme area fangosa, in cui la circolazione delle auto è molto difficile e pericolosa. Il festival è iniziato domenica scorsa e sarebbe dovuto terminare lunedì, ma probabilmente i partecipanti non riusciranno a lasciare l’area ancora per alcuni giorni.

Dopo le fortissime piogge di venerdì, che hanno causato la sospensione di tutti gli eventi del festival, nuove precipitazioni sono previste per domenica, con anche la possibilità di forti temporali. La polizia della Contea di Pershing, dove si trova Black Rock City, ha inoltre aperto le indagini sulla morte di un uomo, di cui però non sono state fornite le generalità e non è chiaro se ci sia un collegamento col maltempo.

Il Burning Man è un famoso e strano festival che venne ideato su una spiaggia di San Francisco nel 1986 e che si tiene nel deserto del Nevada dal 1991: ogni anno viene costruita una temporanea città nel deserto e viene bruciata un’alta struttura di legno a forma di uomo, detta appunto The Man.

Al Burning Man normalmente sono sabbia e polvere i problemi principali (Photo by David McNew/Newsmakers)

Il Burning Man nacque come evento della controcultura statunitense degli anni Ottanta, ma nel tempo è cambiato e si è evoluto fino a diventare qualcosa di difficile da inquadrare. Ufficialmente è dedicato «alla comunità, all’arte, all’espressione personale e all’autosufficienza», ma da raduno per nerd e appassionati di tecnologia che volevano esplorare liberamente droghe e pratiche sessuali e artistiche poco convenzionali, è diventato un evento sempre più alla moda, frequentato da persone in costumi bizzarri e molti ricchi e famosi, che a volte arrivano con jet privati e alloggiano in camper di lusso.

Ogni anno partecipano all’evento nel deserto fra le 70mila e le 80mila persone, ma questa edizione era stata particolarmente complessa sin dai primi giorni: i lavori di allestimento erano infatti stati condizionati dagli ultimi effetti dell’uragano Hilary che aveva da poco colpito il Nevada. Alcune manifestazioni ecologiste avevano bloccato gli ingressi lo scorso weekend, creando lunghe code, poi le condizioni meteorologiche sono peggiorate.

Il Burning Man è noto per temperature molto alte di giorno e per le notti fresche, ma non ha solitamente problemi dovuti a precipitazioni. Nella sola giornata di venerdì invece sono caduti volumi di pioggia che normalmente si registrano in tre mesi. Le previsioni avevano scoraggiato parte dei partecipanti, che quest’anno non dovrebbero superare le 60mila persone.

Per le condizioni atmosferiche non è stato possibile svuotare i molti bagni portatili installati dall’organizzazione, che attualmente sono fuori uso, mentre alcune delle tende in cui dormono i partecipanti non sono più utilizzabili perché intrise di fango. Le comunicazioni via cellulare sono sempre molto complesse nell’area, aumentando il senso di isolamento di parte dei presenti.

Le testimonianze sui social media o raccolte dalla stampa statunitense comunque parlano di una situazione tutto sommato sotto controllo: i proprietari di camper avrebbero ospitato i partecipanti che non potevano più dormire nelle tende e da due giorni sono state sospese tutte le attività artistiche e musicali. Muoversi all’interno della “città” è complesso anche a piedi, ma non si segnalano particolari emergenze, a esclusione della morte su cui sta indagando la polizia. La questione centrale al momento è capire quando le decine di migliaia di persone presenti potranno lasciare l’area e ritornare a casa. Le autorità hanno affermato di non poter ipotizzare i tempi in cui le strade torneranno agibili: al momento auto, biciclette e gli altri mezzi affondano nel fango.

– Leggi anche: Com’era il Burning Man nel 2011