• Mondo
  • Martedì 8 agosto 2023

Quanto sono efficaci i droni marini?

L'Ucraina li sta usando sempre di più per attaccare le navi russe nel mar Nero, ma non è ancora chiaro quale sarà il loro impatto sulla guerra

Il porto russo di Novorossiysk (Planet Labs PBC via AP)
Il porto russo di Novorossiysk (Planet Labs PBC via AP)
Caricamento player

Nelle ultime settimane l’Ucraina ha intensificato gli attacchi contro navi russe nel mar Nero, in quella che è un’espansione significativa degli obiettivi di guerra. Gli attacchi più importanti sono stati due: uno nel porto russo di Novorossiysk, in cui è stata danneggiata una nave militare, e uno nello stretto di Kerč, dove è stata colpita e danneggiata una petroliera. Per compiere gli attacchi l’Ucraina ha usato droni marini, cioè piccole imbarcazioni senza pilota guidate a distanza, che vengono caricate di esplosivi e vanno a schiantarsi contro l’obiettivo. Sono usate dall’Ucraina fin dall’anno scorso, ma il loro impiego è diventato più visibile soltanto di recente: in entrambi gli attacchi le forze armate ucraine hanno reso pubblici dei video girati dai droni, che mostrano le imbarcazioni mentre raggiungono i propri obiettivi immediatamente prima di esplodere.

L’intensificazione delle operazioni militari nel mar Nero era stata annunciata dal governo ucraino ed è stata il risultato di una serie di mosse da entrambe le parti.

A metà luglio, anzitutto, la Russia era uscita dall’accordo sul grano, che consentiva all’Ucraina di esportare in sicurezza i cereali prodotti nel paese tramite navi cargo nel mar Nero (l’accordo era stato stipulato a luglio del 2022). Oltre ad annunciarne l’interruzione, la Russia aveva detto che da quel momento tutte le navi che fossero passate per il mar Nero senza la sua esplicita autorizzazione sarebbero state considerate obiettivi di guerra e sarebbero state potenzialmente in pericolo.

L’Ucraina aveva risposto con un comunicato simile, in cui aveva detto che dal momento della fine dell’accordo sul grano tutte le navi nel mar Nero dirette verso porti russi o verso porti ucraini occupati dalla Russia sarebbero state considerate un potenziale obiettivo militare. La settimana scorsa il governo ucraino ha poi pubblicato un altro comunicato, in cui ha specificato i sei porti russi che a partire dal 23 agosto saranno considerati aree di guerra. Sono tutti i principali porti russi sul mar Nero: Anapa, Novorossiysk, Gelendzhik, Tuapse, Sochi e Taman.

I due attacchi con droni marini della scorsa settimana non sono i primi compiuti dall’Ucraina contro navi russe: sono stati numerosissimi nel corso della guerra, e il più noto è stato quello che ad aprile del 2022 aveva affondato l’incrociatore Moskva, la principale nave da guerra della flotta russa nel mar Nero. Non sono nemmeno i primi attacchi compiuti contro porti russi o controllati dalle forze russe: l’Ucraina aveva già attaccato il porto di Sebastopoli, che si trova in Crimea, e aveva già tentato alcuni attacchi contro la stessa Novorossiysk, che è un importante porto sia militare sia civile, soprattutto per l’esportazione del petrolio.

La principale novità degli attacchi più recenti sta nel modo in cui le forze armate ucraine hanno riconosciuto e perfino promosso immediatamente le proprie operazioni in territorio russo, cosa che in precedenza erano state piuttosto restie a fare per timore di provocare ritorsioni. Questa volta, invece, l’Ucraina ha immediatamente pubblicato i video dei droni marini che esplodevano contro le navi russe.

Anche il fatto che l’Ucraina abbia cominciato a rendere così pubblico il proprio utilizzo dei droni marini è significativo.

I droni marini di cui è dotata l’Ucraina sono piccole imbarcazioni lunghe 5,5 metri che non hanno equipaggio e possono essere comandate fino a 400 chilometri di distanza. Come succede con i droni aerei, il principale modo di pilotarli è tramite una telecamera montata sul mezzo, grazie alla quale il pilota riesce a vedere cosa succede attorno al drone. I droni marini sono caricati di esplosivo (ne possono portare fino a 200 chili) e hanno sulla prua (cioè la parte davanti) delle piccole sporgenze che fungono da detonatori, e fanno esplodere il carico una volta entrati in contatto con l’obiettivo.

Per l’Ucraina usare i droni marini ha numerosi vantaggi: rispetto ai missili, i droni sono più difficili da intercettare e consentono di attaccare ugualmente lontano. Hanno anche un costo relativamente contenuto: ciascun drone costa 250mila dollari. Per fare un paragone, ciascun missile del sistema Patriot costa circa quattro milioni di dollari.

Un drone marino ucraino in un video pubblicato dal governo

Usare i droni consente all’Ucraina di sopperire alla sua quasi totale assenza di una flotta militare. La flotta di navi da guerra ucraine, che non è mai stata particolarmente imponente, aveva perso buona parte dei suoi mezzi nel 2014, quando la Russia aveva occupato illegalmente la Crimea e requisito 12 delle 17 navi ucraine che erano ancorate nel porto di Sebastopoli. Parlando con l’Economist, un ufficiale della Marina ha detto che nel 2020 l’Ucraina aveva in tutto «due o tre navi» davvero pronte al combattimento.

Per difendere le proprie coste l’Ucraina ha dunque fatto affidamento soprattutto sui missili, usati per tenere lontane le navi da guerra russe. Per attaccare, invece, i droni marini si stanno rivelando sempre più efficaci.

Se come molti si aspettano l’utilizzo dei droni marini da parte dell’Ucraina nel mar Nero dovesse intensificarsi potrebbero esserci conseguenze sia di tipo militare sia di tipo civile.

Le conseguenze militari sono le più difficili da prevedere, perché non è ancora del tutto chiaro nemmeno quali obiettivi abbia l’Ucraina con questa intensificazione degli attacchi marittimi, a cui si è accompagnata, contestualmente, un’intensificazione degli attacchi aerei contro alcune città russe. Pochi giorni fa il ministero della Difesa ucraino ha pubblicato su X (la piattaforma precedentemente nota come Twitter) un post in cui era scritto: «A questo gioco possiamo giocare in due», come a dire, dopo un anno e mezzo di attacchi contro l’Ucraina anche noi possiamo rispondere. Finora, tuttavia, gli attacchi via mare dell’Ucraina non sembrano avere avuto effetti significativi sul piano militare, fatta eccezione per l’affondamento del Moskva, che però risale ai primi mesi della guerra.

Ci potrebbero essere anche effetti non militari, che sono diventati più chiari dopo che sabato un drone marino ucraino ha colpito una petroliera russa nello stretto di Kerč. Come ha stimato Bloomberg, la Russia esporta tramite il mar Nero la gran parte del suo grano e circa il 15–20 per cento del suo petrolio. Ma se davvero il passaggio nel mar Nero dovesse diventare pericoloso per le navi commerciali, come minacciato sia dalla Russia sia dall’Ucraina negli scorsi giorni, le conseguenze potrebbero essere notevoli in tutto il mondo, specialmente dopo che, con l’uscita dall’accordo sul grano ucraino, la Russia ha già di fatto fermato la gran parte delle esportazioni di grano dall’Ucraina.

L’intensificazione dell’attività dell’Ucraina con i droni marini nel mar Nero si accompagna a un’intensificazione parallela degli attacchi con droni aerei: negli ultimi giorni gli attacchi ucraini su Mosca sono diventati più frequenti, e hanno l’obiettivo di cambiare la percezione della guerra tra i russi.