Un porto russo sul mar Nero è stato colpito da droni marini

È un tipo di armi sempre più usato dall'Ucraina per sopperire alla mancanza di una Marina militare solida

Navi della Marina militare russa (Russian Defense Ministry Press Service via AP)
Navi della Marina militare russa (Russian Defense Ministry Press Service via AP)
Caricamento player

Nella notte fra giovedì e venerdì il porto russo di Novorossiysk, sul mar Nero, ha subìto un attacco con droni marini, piccole imbarcazioni senza pilota che possono muoversi sulla superficie dell’acqua o in profondità: le autorità russe hanno accusato l’Ucraina, che non ha commentato ufficialmente l’attacco. Alcuni video circolati sui profili social dei media russi e testimonianze da Novorossiysk hanno confermato però alcune esplosioni nel porto, uno dei più importanti per le esportazioni russe nell’area. Diversi giornali internazionali hanno poi confermato la responsabilità ucraina dell’attacco attraverso fonti interne all’intelligence e alle autorità ucraine. È stato anche diffuso un video che sembra mostrare un drone marino mentre si avvicina a una nave russa.

Non è una novità che l’Ucraina non rivendichi pubblicamente gli attacchi contro obiettivi russi di cui si rende responsabile in territorio russo. L’uso di droni marini, comunque, è sempre più frequente e sta diventando un’arma importante per la Marina ucraina, per lo più sprovvista di navi da guerra o di altri strumenti per il controllo dei mari.

Secondo una ricostruzione della BBC, sono almeno dieci gli attacchi compiuti dall’Ucraina con droni marini dall’inizio della guerra: hanno avuto come obiettivi navi da guerra russe, ma anche la base navale di Sebastopoli e il ponte di Crimea, che collega la penisola alla Russia. Quello di giovedì notte è il primo attacco ucraino a un porto commerciale russo dall’inizio della guerra. Il porto di Novorossiysk ha sospeso per alcune ore il traffico mercantile, mentre almeno una nave da guerra potrebbe essere stata danneggiata.

Gli attacchi nelle città e nei porti del mar Nero si sono intensificati nelle ultime settimane dopo che la Russia ha deciso la fine dell’accordo sul grano, che permetteva alle navi cargo di attraversare in sicurezza il mar Nero ed esportare grano e altri cereali ucraini nonostante la guerra. Nelle ultime settimane l’esercito russo ha ripetutamente bombardato i porti ucraini di Odessa e Chornomorsk.

I droni marini sono anche detti droni navali e indicati con la sigla USV (uncrewed surface vessels, imbarcazioni di superficie senza conducente). Di solito sono lunghi fra i 3 e i 12 metri e possono raggiungere il peso di una tonnellata: alcuni possono viaggiare per 800 chilometri, anche se l’esercito ucraino ha recentemente mostrato un prototipo che può coprire anche 2000 chilometri di navigazione.

Le funzioni militari sono numerose: possono essere utilizzati per lo sminamento dei mari, per operazioni di sorveglianza o possono essere fatti detonare su obiettivi come navi nemiche o porti. Normalmente sono dotati di una telecamera che permette a chi li controlla da remoto di guidarli verso l’obiettivo e possono trasportare fino a 300 chilogrammi di esplosivo, a seconda dei modelli. I sistemi di navigazione pre-programmati li guidano vicino agli obiettivi, poi subentra spesso la guida umana da remoto. Sono relativamente piccoli, possono navigare in profondità e sono abbastanza silenziosi: per questo sono individuati con difficoltà dai radar.

Sono prodotti tecnologici recenti e per questo anche imperfetti: la visione delle loro telecamere è spesso parziale e i controlli a distanza non sempre stabili. Sono però armi relativamente economiche, intorno ai 250mila euro, un prezzo molto inferiore a quello di vari tipi di missili a lungo raggio.

Dopo il 2014, ma in particolare dopo l’invasione della Russia del 2022, l’Ucraina ha sviluppato una propria industria di progettazione e costruzione di questi droni marini, che devono sopperire all’assenza di una solida Marina militare. L’uso dei droni marini ha permesso all’Ucraina di evitare che la Russia avesse un controllo totale del mar d’Azov e delle tratte del mar Nero. I russi sono anche stati costretti a rinforzare le difese dei propri porti, soprattutto dopo l’attacco a quello di Sebastopoli dell’ottobre del 2022, il primo della storia militare condotto sia con droni aerei che marini.