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  • Giovedì 18 maggio 2023

Cosa diavolo sta succedendo in Ecuador

Il presidente conservatore Guillermo Lasso ha sciolto il parlamento per bloccare un processo d'impeachment contro di lui, provocando al tempo stesso la fine del suo mandato

Guillermo Lasso Ecuador
(AP Photo/ Dolores Ochoa)
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Mercoledì il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso, conservatore, ha sciolto il parlamento per evitare di essere rimosso dal suo incarico: proprio il parlamento, che è controllato dalle opposizioni, aveva iniziato martedì a discutere un processo di impeachment contro di lui per un caso di appropriazione indebita legato a due società pubbliche. È la prima volta nella storia dell’Ecuador che un presidente adotta una misura così drastica contro il parlamento, benché sia prevista dalla Costituzione: ora dovranno essere indette nuove elezioni parlamentari e presidenziali entro i prossimi sei mesi.

Lasso ha 67 anni, è presidente dell’Ecuador dal 2021 ed è il leader di Creando Opportunità (CREO), partito di centrodestra. La settimana scorsa era stato messo sotto impeachment con l’accusa di non aver preso provvedimenti contro una truffa ai danni dello stato che aveva coinvolto due società pubbliche del settore petrolifero, e di cui secondo i suoi contestatori lui era a conoscenza. Martedì, all’avvio del processo di impeachment, il presidente si era difeso sostenendo che non ci fossero prove a sostegno delle accuse nei suoi confronti, che aveva definito «infondate».

Nel decreto con cui ha disposto lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale – il parlamento monocamerale dell’Ecuador – Lasso ha accusato i parlamentari di voler destabilizzare il governo. Lo scioglimento è stato possibile grazie a un meccanismo conosciuto come “muerte cruzada” (morte incrociata, reciproca) che nel 2008 fu inserito nella Costituzione dall’allora governo di centrosinistra di Rafael Correa nell’ambito di una più ampia riforma: stabilisce che il presidente possa sciogliere il parlamento una sola volta in certe circostanze entro i primi tre anni di governo, ma oltre a mettere fine al mandato dei parlamentari mette fine anche al proprio, per permettere di scegliere un nuovo presidente e un nuovo parlamento attraverso nuove elezioni.

Lasso ha definito l’applicazione del meccanismo una decisione «democratica», sia perché è prevista dalla Costituzione, sia perché «restituisce al popolo ecuadoriano, a voi, il potere di decidere il suo futuro nelle prossime elezioni». Mercoledì l’Assemblea Nazionale nella capitale Quito è stata presidiata da militari e soldati che hanno impedito ai parlamentari di entrare nell’edificio: i lavori del parlamento resteranno fermi fino a quando saranno eletti i nuovi membri, e in caso di necessità Lasso governerà per decreto. In città erano anche entrati in vigore provvedimenti speciali per garantire l’ordine pubblico in caso di eventuali proteste, ma non è stato necessario applicarli.

Da tempo sia i partiti di centrosinistra che quelli che rappresentano gli indigeni nel paese chiedevano le dimissioni di Lasso.

L’ex presidente Correa, leader del Movimento per la rivoluzione civile (RC), di orientamento populista di sinistra, ha scritto su Twitter che «ovviamente non c’è alcuna ‘crisi interna’» e ha sostenuto che Lasso abbia sciolto il parlamento solo perché non aveva abbastanza sostenitori per salvarsi. In ogni caso, secondo Correa, questa è «una GRANDE opportunità per liberarsi» di lui e «riconquistare il paese». L’organizzazione di persone indigene Conaie, rappresentata in parlamento dal Movimento di unità plurinazionale Pachakutik (MUPP), aveva promesso di mobilitarsi qualora Lasso avesse applicato la muerte cruzada: mercoledì però ha chiarito che lo farà solo nel caso in cui il presidente dovesse abusare dei propri poteri nel periodo in cui governerà per decreto.

assemblea nazionale ecuador

Soldati davanti all’Assemblea Nazionale a Quito, in Ecuador, mercoledì 17 maggio (AP Photo/ Dolores Ochoa)

Adesso il Consiglio elettorale nazionale è stato incaricato di convocare nuove elezioni durante le quali saranno scelti un nuovo presidente e i futuri membri del parlamento, che governeranno fino alla scadenza prevista dell’attuale mandato, nel 2025. Le elezioni dovranno tenersi entro la fine dell’anno, ma ci si aspetta che vengano fissate alla fine di agosto.

Lasso potrà candidarsi di nuovo, ma non è detto che riuscirà a farsi rieleggere con facilità. La decisione di sciogliere il parlamento gli ha evitato l’umiliazione di una possibile destituzione: la fine improvvisa del suo mandato nel mezzo del processo di impeachment tuttavia potrebbe avvantaggiare l’opposizione, anche considerando che il suo governo non aveva mai goduto di ampi consensi.

L’Ecuador ha circa 18 milioni di abitanti. Negli ultimi anni ha registrato un grande aumento nel tasso degli omicidi e in generale del crimine, legato per lo più alla crescente influenza delle organizzazioni di narcotraffico. Di recente nel paese ci sono state grosse proteste antigovernative sia per i livelli di disoccupazione e povertà che per l’inefficienza del sistema sanitario e la crisi economica, aggravata da un aumento significativo dell’inflazione. Le elezioni locali dello scorso febbraio inoltre sono state un fallimento per il partito del presidente, visto che i principali partiti dell’opposizione (RC e MUPP) hanno vinto in tutte le principali province e città del paese, tra cui Guayaquil, la più popolosa.

Era la seconda volta che il parlamento del paese cercava di rimuovere Lasso dal suo incarico: ci aveva già provato nel giugno del 2022, a un anno dalla sua elezione e nel pieno delle grandi proteste delle persone indigene contro il suo governo. In quell’occasione però non c’erano stati i voti sufficienti per arrivare al processo di impeachment.