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  • Lunedì 28 novembre 2022

Le critiche al nuovo museo in costruzione a Berlino

È giudicato dagli esperti non ecologico e troppo caro, soprattutto con la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina

(©Herzog & de Meuron)
(©Herzog & de Meuron)
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Il Museum der Moderne, il nuovo museo d’arte del Ventesimo secolo attualmente in costruzione a Berlino, è al centro di accese critiche da parte di diversi autorevoli esperti per la sua scarsa sostenibilità ambientale: è stato infatti calcolato che il nuovo edificio consumerà più energia di molti vecchi edifici museali della città. È stato definito «un disastro» e un «ammazzaclima», e a fronte della crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina qualcuno ha suggerito di sospendere temporaneamente il progetto.

L’idea della costruzione di un nuovo museo era nata dall’esigenza di esporre l’estesa collezione di opere d’arte realizzate dalla seconda metà del Novecento che, per il momento, si trovano disseminate in diverse istituzioni tedesche. Il nuovo museo, che è stato soprannominato “il fienile” a causa della sua forma, si troverà a Potsdamer Platz, vicino alla Neue Nationalgalerie. Il progetto è stato realizzato dallo studio di architetti svizzeri Herzog & de Meuron, fondato a Basilea, in Svizzera, nel 1978 e autore di molte opere diventate famose: in Italia ha realizzato la Feltrinelli di Porta Volta a Milano. Il costo stimato dell’edificio, che dovrebbe essere completato nel 2026, aveva già causato diverse critiche poiché è di fatto più che raddoppiato rispetto al progetto iniziale passando da 179 milioni di euro a 450 milioni di euro circa.

Tuttavia, negli ultimi mesi, le critiche principali nei confronti del progetto riguardano il fatto che sia poco sostenibile. Il principale materiale che sarà utilizzato per costruirlo è il cemento, il cui processo produttivo è responsabile dell’emissione di grandi quantità di CO2. La struttura interna aperta e le grandi vetrate dell’edificio richiederanno poi un sistema di ventilazione molto sofisticato, molto costoso e con un grosso impatto ambientale per mantenere i livelli di temperatura e di umidità necessari.

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Stefan Simon, uno dei maggiori esperti di scienze della conservazione e sostenitore dei “musei verdi”, ha definito il nuovo museo un “Klimakiller” (“ammazzaclima”) per quanto riguarda i costi di manutenzione e gestione, e un grande «passo nella direzione sbagliata». Ha stimato, inoltre, che il museo sarà molto meno efficiente dal punto di vista energetico rispetto ad altri vecchi musei di Berlino: utilizzerà 450 chilowattora di energia per metro quadrato, circa quattro volte la quantità richiesta dall’altrettanto importante Altes Museum, costruito nel 1830.

L’inefficienza energetica del progetto del nuovo museo è nota da tempo, ma è da settimane al centro della discussione a causa dell’aumento dei prezzi delle bollette e della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina. Nikolaus Bernau, storico dell’arte e critico di architettura, ha definito l’edificio «un disastro» sia dal punto di vista ecologico che economico: «Dal punto di vista ecologico, l’intera faccenda è un disastro assoluto, al di là di ogni aspettativa. I costi di ventilazione che comporteranno il riscaldamento o il raffreddamento dell’aria saranno «immensi».

Cercando di rispondere alle critiche e per cercare di colmare le carenze rilevate, il parlamento tedesco ha concesso al prestigioso progetto ulteriori dieci milioni di euro. La ministra della Cultura, Claudia Roth, storica esponente dei Verdi, ha chiesto a sua volta di rinnovare il progetto attraverso una serie di misure concrete e sostenibili come la raccolta dell’acqua piovana e l’installazione di pannelli solari. Vari esperti hanno però definito i suoi suggerimenti insufficienti e ben poco efficaci.

In un recente editoriale per il settimanale tedesco Die Zeit, Tobias Timm, esperto d’arte, ha chiesto a Roth di sospendere temporaneamente il progetto, almeno per tutta la durata della crisi energetica. Ha anche suggerito che gli attivisti e le attiviste dei gruppi ambientalisti che, nelle ultime settimane, in varie parti del mondo hanno colpito alcune opere d’arte con l’obiettivo di portare attenzione sulla lotta al cambiamento climatico dovrebbero prestare maggiore attenzione ai musei «generatori di CO2» come il nuovo museo in costruzione a Berlino.

Sulla questione è intervenuta infine anche la Corte dei conti federale tedesca: ha dichiarato che il progetto è «troppo caro e non ecologico» e ha chiesto un progetto più sostenibile dicendo che, in quanto edificio finanziato con i soldi dei contribuenti, gli architetti del museo avrebbero il dovere di dare l’esempio.

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