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  • Mercoledì 2 novembre 2022

Nikolas Cruz è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale

Nel 2018 uccise 17 persone in una sparatoria a Parkland, in Florida: fu una tra le peggiori stragi nelle scuole degli Stati Uniti

(Amy Beth Bennett/ South Florida Sun Sentinel via AP, Pool)
(Amy Beth Bennett/ South Florida Sun Sentinel via AP, Pool)
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Nikolas Cruz, l’autore della strage compiuta nel 2018 in una scuola di Parkland, in Florida, è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Il 14 febbraio di quell’anno Cruz arrivò alla Marjory Stoneman Douglas High School e cominciò a sparare prima fuori dall’edificio e poi nei corridoi e nelle aule, uccidendo 17 persone, 14 studenti e tre membri dello staff in quella che fu una delle peggiori stragi nelle scuole nella storia degli Stati Uniti. Cruz, che oggi ha 24 anni, è stato condannato a 34 ergastoli consecutivi: 17 per ciascuna delle persone che uccise, e altrettanti per il tentato omicidio delle altre 17 persone che ferì.

Nel processo contro Cruz, che si è svolto tra settembre e ottobre, l’accusa aveva chiesto la pena di morte per via della particolare crudeltà ed efferatezza con cui era stato compiuto il reato. La giuria tuttavia non aveva raggiunto un verdetto unanime, che in base alle leggi della Florida è necessario per arrivare a quel tipo di condanna: i giurati si erano pertanto espressi per l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale, pena che è stata confermata mercoledì nella sentenza della giudice Elizabeth Scherer.

Nei giorni seguenti alla strage emerse che Cruz era stato oggetto di un’indagine dei servizi sociali per via di alcune segnalazioni su certi contenuti pubblicati su Snapchat, immagini in cui si faceva dei tagli sulle braccia e diceva di voler comprare un’arma da fuoco: l’indagine però fu chiusa giungendo alla conclusione che il rischio che Cruz facesse del male a se stesso o ad altre persone era basso. Anche l’FBI e l’ufficio dello sceriffo locale avevano ricevuto segnalazioni sulla presunta pericolosità di Cruz, ma nessuna di queste aveva portato a ulteriori indagini. Una donna che a gennaio 2018, un mese prima della strage, aveva contattato telefonicamente un centralino dell’FBI aveva detto tra le altre cose di aver paura che Cruz potesse «entrare in una scuola e mettersi a sparare»: cosa che poi effettivamente fece.

L’unico agente di polizia presente durante la strage, Scot Peterson, rimase fuori dalla scuola dopo aver sentito i primi spari e si nascose, senza intervenire. Nel 2019 fu arrestato e incriminato per abbandono di minore, negligenza colposa e falsa testimonianza. Pochi giorni dopo fu rilasciato su cauzione.

La strage di Parkland portò centinaia di migliaia di studenti a manifestare in tutti gli Stati Uniti per protestare contro la violenza e chiedere al Congresso di approvare una nuova legislazione sulle armi: un tema su cui si è tornati a discutere nuovamente lo scorso maggio dopo la strage nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, in cui furono uccisi 19 bambini e due adulti.

– Leggi anche: Le indagini sulla strage di Parkland