Nikolas Cruz, l’autore della sparatoria della scuola di Parkland, era stato segnalato a un’agenzia di servizi sociali della Florida

Nikolas Cruz, l'autore della sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, ripreso durante un'udienza alla Broward County Courthouse il 15 febbraio 2018, a Fort Lauderdale (Susan Stocker - Pool/Getty Images)
Nikolas Cruz, l'autore della sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, ripreso durante un'udienza alla Broward County Courthouse il 15 febbraio 2018, a Fort Lauderdale (Susan Stocker - Pool/Getty Images)

Un anno e mezzo fa Nikolas Cruz, il 19enne autore della sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, era stato oggetto di un’indagine di un’agenzia statale di servizi sociali. Il Florida Department of Children and Families aveva infatti ricevuto delle segnalazioni su alcuni contenuti pubblicati da Cruz su Snapchat: immagini in cui Cruz si faceva dei tagli sulle braccia e diceva di voler comprare un’arma da fuoco. All’epoca Cruz viveva con sua madre, che è morta lo scorso novembre. L’indagine era terminata perché dopo aver incontrato e interrogato Cruz a casa sua i funzionari dell’agenzia erano giunti alla conclusione che il rischio che Cruz facesse del male a se stesso o ad altre persone era basso.

Anche l’FBI e l’ufficio dello sceriffo locale avevano ricevuto delle segnalazioni sulla presunta pericolosità di Cruz, ma nessuna di queste aveva portato a un’indagine. Nel corso della sua carriera scolastica Cruz si era scontrato numerose volte con i suoi insegnanti e aveva avuto problemi di vario tipo per cui era stato spesso sospeso dalle lezioni; quando aveva solo 4 anni gli era stato diagnosticato un ritardo nello sviluppo. Nel rapporto su di lui fatto dal Florida Department of Children and Families si dice che Cruz era affetto da autismo, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), per cui prendeva dei farmaci, e da depressione clinica. L’agenzia dei servizi sociali non aveva potuto controllare lo stato di salute e il comportamento di Cruz dopo la morte di sua madre perché non esiste un sistema che segnali automaticamente la morte di chi si prende cura di una persona con dei problemi simili ai suoi.

Il procuratore della Florida Michael J. Satz ha detto che gli atti premeditati come quello di Cruz sono quelli per cui è stata pensata la pena di morte, anche se non ha ancora ufficialmente chiesto questa pena per Cruz. Howard Finkelstein, il difensore d’ufficio a cui è stata affidata la difesa di Cruz, ha detto che il rapporto dei servizi sociali della Florida dimostra che il ragazzo aveva bisogno di aiuto ma non lo aveva ottenuto: «Il suo comportamento mostrava ogni singolo segnale di allarme, dall’uccisione di animali al nascondere delle armi, da atteggiamenti di disturbo alle dichiarazioni secondo cui avrebbe voluto fare una sparatoria in una scuola. Se questa non è una persona che avrebbe dovuto ricevere attenzione non so chi lo sia. Questo è un fallimento del sistema».

Cosa dicono le indagini sulla strage in Florida