Avete trovato anche voi delle mantidi in balcone?

Due specie asiatiche si stanno diffondendo nel Nord Italia: hanno due macchie bianche sulle ali e si arrampicano

Una mantide del genere Hierodula a Milano, il 5 ottobre 2021 (il Post)
Una mantide del genere Hierodula a Milano, il 5 ottobre 2021 (il Post)
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Le mantidi religiose non sono tra gli insetti più comuni da vedere, ma non sono animali esotici: in Italia ce ne sono almeno dieci specie diverse, native del territorio. Tuttavia se di recente vi è capitato di vederne in una città settentrionale, e in particolare su un balcone o un terrazzo, è probabile che appartenesse a una delle due specie asiatiche che negli ultimi anni hanno cominciato a diffondersi nella Pianura Padana.

Le mantidi italiane solitamente non si trovano sugli alberi e non si arrampicano, mentre quelle di origine asiatica sì, per questo si possono trovare anche ai piani alti dei palazzi. Secondo la classificazione scientifica appartengono tutte al genere Hierodula: i nomi delle due specie sono Hierodula tenuidentata, il cui nome comune è “mantide gigante asiatica”, e Hierodula patellifera, la “mantide gigante indocinese”.

Sono piuttosto simili tra loro – per distinguere le due specie bisogna osservare con attenzione le zampe anteriori – ma si possono distinguere dalle specie italiane, e in particolare dalla più diffusa mantide europea (Mantis religiosa) per due macchie biancastre sulle ali, in gergo tecnico “stigmi”. Rispetto alla maggior parte delle specie italiane sono peraltro di dimensioni maggiori.

Secondo gli studi dell’entomologo Roberto Battiston, curatore del Museo di Archeologia e Scienze Naturali G. Zannato di Montecchio Maggiore (Vicenza) e uno degli scienziati che più stanno studiando le mantidi asiatiche in Italia, la mantide gigante indocinese è presente in Italia almeno dal 2015 e ora si trova in quasi tutto il Nord Italia, mentre la mantide gigante asiatica è stata osservata per la prima volta nel 2016 e si sta diffondendo nella Pianura Padana. Ha cominciato a essere avvistata soprattutto tra Cremona, Crema e Mantova, in Lombardia, ma secondo l’ultimo studio di Battiston, pubblicato alla fine del 2021 sulla rivista del Museo Zannato, è possibile che si stia espandendo in Veneto.

A Milano, il 27 luglio 2022 (il Post)

Si pensa che le mantidi asiatiche siano arrivate in Italia dalla Grecia o dall’Ucraina, dove erano già diffuse, su mezzi di trasporto commerciali. Per il momento invece si esclude che provengano da collezioni private di insetti, sebbene le mantidi del genere Hierodula siano tra le più ricercate dagli appassionati. L’arrivo dall’Ucraina spiegherebbe il loro buon adattamento alle condizioni climatiche invernali della Pianura Padana: secondo le osservazioni, la Hierodula tenuidentata sopravvive e resta vitale anche in caso di persistenza di temperature inferiori a 0 °C, e fino a -5 °C.

Gli studi di Battiston e dei suoi colleghi si basano in buona parte su segnalazioni che non sono fatte da scienziati, ma da persone comuni, attraverso i social network o iNaturalist, la più nota app per la scienza partecipata o citizen science. Le segnalazioni si possono fare anche attraverso il sito del Progetto Mantidi Aliene, dove è possibile trovare varie informazioni sia sulle mantidi asiatiche che su quelle native italiane. Il progetto è stato avviato per monitorare la diffusione delle specie aliene, capire come stia avvenendo e valutare i suoi possibili effetti sugli ecosistemi italiani: danneggeranno le mantidi italiane? Si ciberanno di insetti locali o potranno limitare la diffusione di altre specie provenienti da altri territori?

Per il momento non sono state osservate molte interazioni tra le mantidi europee e quelle asiatiche e può darsi che il fatto che le seconde stiano spesso sugli alberi permetta una coesistenza “pacifica”.

«Al momento non sono evidenti danni», ha spiegato Nicola Bressi, zoologo del Museo civico di storia naturale di Trieste ed esperto della cosiddetta “dimensione umana degli animali”, cioè delle implicazioni sociali, emotive ed economiche delle interazioni tra le persone e altre specie animali: «Se rimangono a vivere in città sino a tutto ottobre, magari daranno una mano contro le cimici autunnali. Soprattutto, se si insediano sugli edifici non rischiano di estinguere specie locali». Bressi ci tiene a sottolineare che l’aggettivo “alieno” non significa per forza “negativo”: «Invasivo è negativo. Una specie invasiva è una specie che noi mettiamo in condizione di impoverire gli ecosistemi, monopolizzandoli. Spesso le specie aliene diventano invasive (nutrie) ma non sempre (pomodoro). E a volte rendiamo invasive le autoctone (cinghiale)».

C’è anche una terza specie di mantide aliena che è comparsa negli ultimi anni in Italia. È la mantide gigante africana (Sphodromantis viridis), che a partire dal 2011 ha cominciato a essere avvistata in Sardegna, dove è probabilmente arrivata dalla Spagna, e nel 2019 è stata trovata anche in Sicilia. Anch’essa presenta le macchie biancastre sulle ali.