La grande fabbrica di coni gelato

Joy Cone, fondata negli Stati Uniti nel 1918, ne produce 2 miliardi all'anno

(Jens Kalaene/ dpa, ANSA)
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Non si sa con certezza chi sia l’inventore del cono gelato ma viene generalmente considerato Italo Marchioni, un italiano originario della provincia di Belluno che a fine Ottocento emigrò negli Stati Uniti dove, nel 1903, brevettò il macchinario per la produzione dei coni, che sosteneva di aver inventato qualche anno prima. Oggi, più di cent’anni dopo, la maggior parte dei coni mangiati negli Stati Uniti è prodotta da una sola azienda: la Joy Cone Co., nata nel 1918.

L’azienda fu fondata in Ohio da Albert George e dal cognato Thomas J. Thomas, due immigranti libanesi, che nel 1934 spostarono lo stabilimento in Pennsylvania per  espanderlo. Dopo una serie di difficoltà e due incendi che rischiarono di far fallire l’attività, alla fine degli anni Sessanta la George & Thomas Cone Co. cambiò nome in Joy Cone Co.: cominciò a crescere nei due decenni successivi grazie alla moda del gelato industriale e alle buone vendite del suo cliente principale, Dairy Queen, una catena di fast food specializzata in gelato molto famosa negli Stati Uniti.

Oggi, racconta il New York Times, tra i principali clienti di Joy Cone ci sono, oltre a Dairy Queen, negozi della grande distribuzione, moltissime gelaterie in tutto il Nord America e Mister Softee, la principale azienda di camioncini del gelato degli Stati Uniti.

Joy Cone produce tutti i tipi di coni gelato più conosciuti in vendita nei negozi, nelle catene di fast food e nelle gelaterie americane, concentrandosi in particolare su tre tipi: i coni tradizionali, dolci e friabili, le cialde più grandi e croccanti al sapore di caramello e quelli corti e col fondo piatto, che somigliano a bicchierini. Produce anche coni senza glutine, coni con gocce di cioccolato, e tutto quello di commestibile che contenga o accompagni il gelato, dai wafer ai cestini di cialda. Di recente produce, in collaborazione con Oreo, gelati con un cono fatto con pezzettini dei famosi biscotti.

 

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Attualmente Joy Cone ha quattro stabilimenti: in Arizona, in Iowa, in New Mexico e in Pennsylvania, quello originale. Nel periodo più intenso di attività, da febbraio a luglio, lo stabilimento della Pennsylvania produce dai 15 ai 20 milioni di coni gelato al giorno: in totale Joy Cone ne produce circa 2 miliardi ogni anno, che distribuisce soprattutto negli Stati Uniti, in Canada e in Messico.

 

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Dal 2011 il presidente del Joy Baking Group è David George, nipote di Albert e figlio di Joe George, che a sua volta aveva preso in gestione l’azienda nel 1964. In un’intervista del 2021 George ha spiegato che l’azienda è cresciuta molto negli ultimi due decenni, anche perché tutte le sue principali concorrenti sono fallite o sono state assorbite proprio da Joy Cone.

Secondo un’analisi citata dal New York Times, oggi più del 41 per cento dei coni gelato venduti nei negozi del Nord America è prodotto da Joy Cone. Questa percentuale però potrebbe arrivare al 60 o 70 al per cento se si considerano anche le vendite di coni nelle gelaterie e nei ristoranti.

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Joy Cone è infatti criticata per la sua posizione dominante sul mercato, che le permette di stabilire il prezzo dei coni. Per dare un’idea: il suo concorrente principale è Keebler, che rappresenta solo il 14,5 per cento delle vendite sul mercato nordamericano. I coni industriali, inoltre, non piacciono a tutti e molte gelaterie artigianali usano quelli fatti a mano: molte altre però per motivi di costi, velocità e praticità finiscono per ripiegare su quelli industriali. Va anche detto il gelato è un cibo profondamente legato ai ricordi d’infanzia ed è per questo che molti americani preferiscono comunque i coni di Joy Cone, gli stessi che mangiavano da piccoli.

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