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  • Mercoledì 8 giugno 2022

I piani della Germania per fare a meno del gas russo

Per riuscirci vuole investire sugli impianti di rigassificazione: ma trovare nuovi fornitori non sarà semplice

Il porto della città di Stade, sul fiume Elba, dove la Germania costruirà un terminal per il gas naturale liquefatto (ANSA/EPA/FOCKE STRANGMANN)
Il porto della città di Stade, sul fiume Elba, dove la Germania costruirà un terminal per il gas naturale liquefatto (ANSA/EPA/FOCKE STRANGMANN)
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La guerra in Ucraina ha costretto molti paesi a ripensare i propri rapporti commerciali con la Russia, in particolare per quanto riguarda l’importazione di gas naturale, una risorsa da cui buona parte dell’Europa dipende. Il paese europeo che dipende in assoluto di più dal gas russo è la Germania, per cui nel 2021 ha rappresentato il 55 per cento di tutto il gas importato. Ma dopo l’invasione, il governo tedesco ha annunciato che intende abbassare questa percentuale al 10 per cento: per riuscirci vuole iniziare a comprare da altri paesi gas naturale liquefatto (chiamato anche con l’acronimo GNL, o LNG dal nome in inglese).

A differenza del gas naturale, che viene trasportato attraverso i gasdotti, il GNL viene prima reso liquido e poi trasportato via nave nei paesi di destinazione, e qui deve essere portato nuovamente allo stato gassoso. Tutto il processo necessita quindi sia di impianti per la trasformazione del gas allo stato liquido nel punto di partenza sia di impianti che lo trasformino in gas al punto di arrivo. Questi ultimi possono essere realizzati a terra, in alto mare o in navi dette FSRU, dall’inglese Floating Storage and Regasification Unit.

La Germania ad oggi non ha nessun impianto per la rigassificazione, cosa che le ha impedito di avere immediatamente a disposizione un’alternativa al gas naturale che arriva dalla Russia tramite gasdotti, ma nei prossimi anni ha intenzione di rimediare.

– Leggi anche: Quanto è dipendente la Germania dal gas russo

Il governo tedesco ha innanzitutto concluso un accordo per noleggiare quattro navi FSRU, la prima delle quali sarà ormeggiata nel porto di Wilhelmshaven, città della Bassa Sassonia che si affaccia sul Mare del Nord. La nave FSRU sarà gestita dalla società energetica tedesca Uniper e dovrebbe essere pronta e funzionante già entro la fine dell’anno. Secondo Uniper la nave potrà trasformare fino a 7,5 miliardi di metri cubi di GNL all’anno, circa l’8,5 per cento del fabbisogno annuo di gas naturale della Germania.

Nei piani della Germania c’è anche la costruzione di impianti fissi per la rigassificazione, che nei prossimi anni saranno realizzati nelle città di Stade e Brunsbüttel, entrambe sul fiume Elba, e anche nella stessa Wilhelmshaven.

Inoltre il governo ha approvato un disegno di legge che mira ad accelerare le procedure per concedere l’autorizzazione alla costruzione di tali impianti, rinunciando per esempio ad alcune valutazioni di impatto ambientale. Il disegno di legge deve ancora essere discusso dal parlamento tedesco, quindi è possibile che nei prossimi mesi venga modificato o non venga approvato affatto, ma nel frattempo è stato molto criticato dalle associazioni ambientaliste del paese.

Una volta che le FSRU saranno operative, o quando verranno realizzati gli impianti fissi, il problema per la Germania sarà però trovare i paesi da cui comprare il GNL. Come ha spiegato al Financial Times Frank Harris, dirigente della società di consulenza energetica Wood Mackenzie, «la domanda da un milione di dollari» è se la Germania sarà in grado di trovare abbastanza GNL, dato che in commercio ce n’è relativamente poco, e il principale produttore da cui comprarlo è proprio la Russia.

L’alternativa sarebbe il Qatar, che ha già venduto circa il 90-95 per cento della sua produzione attuale ad altri paesi con contratti a lungo termine, ma che comunque entro il 2027 spera di aumentare la sua produzione di almeno il 60 per cento. Ma anche in questo caso ci sono alcuni problemi: la Germania dovrebbe infatti stipulare con il Qatar contratti a lungo termine – la cui durata varia solitamente tra i 10 e i 25 anni – che però sarebbero in contrasto con i piani del governo di investire sulle fonti rinnovabili, per abbandonare gradualmente l’utilizzo di combustibili fossili. È un obiettivo fortemente voluto dai Verdi, che governano in coalizione insieme a Socialdemocratici e Liberali.

Proprio dei Verdi, tra l’altro, fa parte il ministro dell’Economia, Robert Habeck, che il mese scorso ha parlato dell’investimento del governo sul GNL dicendo che «sul breve termine abbiamo avuto abbastanza successo nel sostituire il gas russo, ma dobbiamo assicurarci di non avere troppo successo». Secondo Habeck, la Germania non può permettersi di investire eccessivamente su un’industria energetica basata sul gas naturale che tra 30 o 40 anni potrebbe non volere più, e perciò sarà necessario al contempo investire sull’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili.

– Leggi anche: Perché non costruiamo nuovi rigassificatori?