• Konrad
  • Mercoledì 1 giugno 2022

In Danimarca si vota per decidere se aderire alla difesa comune dell’Unione Europea

Il referendum era stato indetto poco dopo l'invasione della Russia in Ucraina: secondo i sondaggi il «sì» è dato leggermente avanti

(Steffen Trumpf/dpa)
(Steffen Trumpf/dpa)
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Mercoledì in Danimarca si tiene un referendum per rimuovere una clausola ai trattati che regolano l’adesione all’Unione Europea che negli ultimi trent’anni le ha permesso di non partecipare alle iniziative europee in materia di difesa e sicurezza comune. I danesi possono votare dalle 8 del mattino alle 8 di sera e i primi risultati usciranno probabilmente nella tarda serata di mercoledì.

La Danimarca aveva rinunciato a prendere parte a decisioni e interventi in alcuni settori dopo che nel 1992 con un referendum fu respinta l’approvazione del trattato di Maastricht, il testo fondante dell’Unione Europea. Nel 1993, dopo che l’allora governo danese ottenne estese esenzioni, chiamate anche opt-out, si tenne un nuovo referendum in cui il Trattato fu infine approvato.

Negli anni i vari governi avevano sempre difeso la necessità di mantenere questo status speciale, ma negli ultimi mesi l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha fatto sì che questa posizione venisse messa in discussione. Di recente simili premesse hanno portato Svezia e Finlandia a chiedere l’adesione alla NATO, di cui la Danimarca fa già parte.

Il governo danese guidato dai Socialdemocratici, di centrosinistra, sostiene la rimozione della clausola, quindi l’adesione alla difesa comune europea. I sondaggi danno il «sì» davanti al «no» di almeno una decina di punti. Alcuni esperti però prevedono che i voti a favore del «no» possano essere più numerosi del previsto, soprattutto da parte degli elettori indecisi di estrema destra, estrema sinistra ed euroscettici.

Se dovesse vincere il «sì» la Danimarca comincerà a partecipare alle esercitazioni congiunte degli eserciti dell’Unione Europea, alle missioni militari europee – al momento ce ne sono in corso 6, le più importanti delle quali in Bosnia-Erzegovina e Somalia – e alle decisioni su eventuali nuovi sviluppi e investimenti nella difesa, una materia in cui diversi stati hanno segnalato di volere aumentare la propria integrazione. Al momento la Danimarca è l’unico paese dell’Unione oltre a Malta a non partecipare alle decisioni in materia di difesa e sicurezza comune.

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Il ministro degli Affari esteri Jeppe Kofod ha detto a Politico che «abbiamo un’Europa precedente al 24 febbraio e una successiva al 24 febbraio, quando la Russia ha iniziato illegalmente una guerra contro l’Ucraina», lasciando intendere che, partecipando alla politica di sicurezza e di difesa comune dell’Unione Europea, la Danimarca si garantirebbe una maggiore protezione dall’aggressività della Russia. Oltre al referendum, il governo danese ha recentemente approvato un aumento del budget nazionale dedicato alla difesa, che salirà al 2 per cento del PIL entro il 2033.

La Danimarca è da sempre uno dei paesi dell’Unione Europea più euroscettici. Dopo che nel 1992 i danesi votarono contro l’adozione del trattato di Maastricht, l’accordo fondante dell’Unione Europea, in un referendum molto partecipato, l’allora governo danese decise comunque di aderire all’Unione riservandosi però alcune clausole di opt-out: oltre alla politica di sicurezza e di difesa comune, la Danimarca ottenne di non partecipare a futuri progetti di valuta comune – ancora oggi in Danimarca non si usa l’euro, ma la corona danese – e di maggiore cooperazione giudiziaria.