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  • Domenica 27 febbraio 2022

Nelle Filippine c’è un nuovo Marcos

Ferdinand Marcos Jr., figlio dell'ex dittatore, è il favorito alle prossime elezioni presidenziali nonostante le molte proteste

Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr. durante un evento della sua campagna elettorale a Manila, lo scorso 8 febbraio (AP Photo/ Basilio Sepe)
Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr. durante un evento della sua campagna elettorale a Manila, lo scorso 8 febbraio (AP Photo/ Basilio Sepe)

Venerdì nelle Filippine alcune migliaia di persone hanno protestato contro la possibile elezione a presidente del senatore Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr., figlio dell’ex dittatore filippino Ferdinand Marcos e tra i candidati alle elezioni del prossimo 9 maggio. Le Filippine sono una repubblica presidenziale a larga maggioranza cattolica, dove il presidente è sia capo di stato che capo del governo, e attualmente Marcos sembra essere il candidato favorito: 36 anni dopo la caduta del regime militare del padre, sta portando avanti una campagna elettorale particolarmente efficace, in cui tuttavia sta largamente ignorando le accuse rivolte da tempo alla sua famiglia.

Le proteste sono state organizzate nella giornata in cui si celebra la cosiddetta Rivoluzione del Rosario, o Rivoluzione del Potere Popolare, vale a dire la grossa manifestazione che il 25 febbraio del 1986 portò alla caduta del regime di Marcos, costringendo il dittatore e la sua famiglia all’esilio. La manifestazione più grossa, a cui secondo la polizia hanno partecipato circa 1.100 persone, è stata organizzata nella capitale Manila, nel punto in cui 36 anni fa circa tre milioni di filippini si riunirono per protestare contro il risultato delle contestate elezioni in cui Marcos si era proclamato vincitore tra molte accuse di brogli, portando alla sua destituzione.

Durante le proteste di venerdì vari leader cattolici hanno espresso preoccupazione per un’eventuale elezione di Marcos, ricordando i numerosi abusi compiuti sotto il regime del padre, e i manifestanti hanno intonato cori ed esibito cartelli contro di lui.

Un manifestante con un cartello che dice “No a un altro Marcos al Malacañan”, ovvero il palazzo presidenziale delle Filippine (AP Photo/ Gerard Carreon)

Marcos ha 64 anni ed è un amico e alleato dell’attuale presidente Rodrigo Duterte, che governa le Filippine dal 2016 e negli anni ha adottato varie politiche autoritarie, in particolare quelle per contrastare la diffusione della droga. Suo padre, Ferdinand Marcos, fu eletto presidente nel 1965 e governò ininterrottamente il paese per più di vent’anni con un duro regime sotto al quale decine di migliaia di oppositori politici furono picchiati e torturati, e in alcuni casi uccisi o fatti sparire. La sua famiglia inoltre fu accusata di aver sottratto l’equivalente di diversi miliardi di dollari di denaro pubblico, spendendolo tra le altre cose per comprare case di lusso, gioielli e opere d’arte di enorme valore.

Dopo la morte di Marcos, avvenuta alle Hawaii nel 1989, la sua famiglia potè tornare nelle Filippine, dove “Bongbong” – suo secondogenito e unico figlio maschio – venne eletto prima governatore della provincia in cui era nato, e in seguito deputato e senatore. Nonostante la sua reputazione, la famiglia Marcos è ancora una delle più ricche e influenti del paese, ma non ha mai apertamente riconosciuto gli abusi e le violenze compiute durante il regime né si è mai scusata con la popolazione.

– Leggi anche: I due giornalisti dissidenti che hanno vinto il Nobel per la Pace

In questi mesi di campagna elettorale Marcos ha promesso di portare unità e prosperità nelle Filippine – un paese di circa 110 milioni di abitanti – ma è sempre stato alla larga dal commentare le atrocità commesse dal padre, descrivendolo anzi come il proprio idolo e come un uomo che aveva una chiara visione del futuro del paese, facendo presa soprattutto sulle persone più giovani, che negli anni Ottanta non erano ancora nate. Secondo un sondaggio condotto dalla società di analisi indipendente Pulse Asia a metà febbraio, Marcos aveva circa il 60 per cento delle preferenze delle persone intervistate, oltre 40 punti in più rispetto alla seconda candidata più apprezzata, l’attuale vicepresidente Maria Leonor Robredo.

La Costituzione filippina impedisce all’attuale presidente di candidarsi per un secondo mandato, ma dal momento che nelle Filippine presidente e vicepresidente sono eletti separatamente Duterte aveva deciso di candidarsi come vicepresidente, salvo poi cambiare idea annunciando il suo ritiro dalla politica. Ma la candidata favorita per il ruolo di vice presidente è sua figlia Sara Duterte Carpio, sindaca di Davao, una città con più di un milione e mezzo di abitanti. Duterte è la candidata preferita dagli elettori e si presenta assieme a Marcos in quella che il giornale filippino Rappler, fondato dal premio Nobel per la Pace Maria Ressa, ha definito una sorta di tandem: si pensa che verrà eletta vicepresidente senza fatica.