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  • Martedì 28 settembre 2021

I due partiti che decideranno il governo in Germania

Sono i Verdi e i liberali dell'FDP: saranno determinanti nella futura coalizione di governo, la cui composizione non è affatto scontata

Un gruppo di sostenitori del partito dei Verdi dopo la chiusura dei seggi a Berlino, domenica 26 settembre (AP Photo/ Matthias Schrader)
Un gruppo di sostenitori del partito dei Verdi dopo la chiusura dei seggi a Berlino, domenica 26 settembre (AP Photo/ Matthias Schrader)

Due giorni dopo le elezioni politiche, in Germania sono iniziati i negoziati per la formazione di una nuova coalizione di governo, che quest’anno sembrano più complessi del solito. Il Partito Socialdemocratico (SPD) e l’Unione Cristiano Democratica (CDU) – il partito della cancelliera Angela Merkel, di centrodestra – sono quelli che hanno ottenuto più voti, ed entrambi avrebbero il peso politico e i numeri per guidare una eventuale coalizione. Per farlo però avranno per forza bisogno del sostegno sia dei Verdi sia del Partito Liberaldemocratico (FDP), che sono arrivati rispettivamente terzi e quarto con il 14,8 e l’11,5 per cento dei voti.

Non è chiaro se e con chi decideranno di allearsi Verdi e FDP, che sono corteggiati sia dalla SPD che dalla CDU: i giornali tedeschi scrivono che potrebbero scegliere la SPD, che fra l’altro nel nuovo parlamento controllerà la maggioranza relativa dei seggi, ma non è nemmeno chiaro se riusciranno a mettersi d’accordo e a coesistere tra loro.

Per quanto abbiano una base elettorale simile, infatti, hanno alcune notevoli differenze di programma. Domenica sera, durante un dibattito televisivo dopo le elezioni, il leader dell’FDP, Christian Lindner, ha lasciato intendere che il suo partito e i Verdi potrebbero consultarsi tra di loro prima di capire «quello che verrà dopo»; la reazione della leader dei Verdi, Annalena Baerbock, è stata piuttosto vaga, anche se non categorica.

Alle elezioni di domenica la SPD ha ricevuto circa il 25,7 per cento dei voti, mentre la CDU si è fermata al 24,1 per cento. Coi suoi 206 seggi, sommati ai 118 dei Verdi e ai 92 dell’FDP, una ipotetica coalizione con la SPD arriverebbe a un totale di 412 seggi in parlamento, superando la soglia della maggioranza assoluta di 368 seggi su 735 (in Germania il numero dei seggi non è mai fisso).

A oggi sembra l’ipotesi un filo più probabile.

Le ragioni sono sostanzialmente tre: Olaf Scholz, il leader della SPD, gode di una discreta popolarità e dopo anni di crisi è riuscito a risollevare i consensi del partito. Scholz avrebbe quindi un mandato politico piuttosto netto, a differenza del leader della CDU, Armin Laschet, che ha guidato il partito a uno dei peggiori risultati della sua storia. Tra i principali partiti che si sono presentati alle elezioni, fra l’altro, SPD, Verdi e FDP sono i soli ad aver incrementato i consensi; inoltre, Verdi e FDP avrebbero una maggioranza più solida con la SPD rispetto a un’eventuale coalizione con la CDU, che alle elezioni ha ottenuto 196 seggi. Entrambi, comunque, hanno avviato dei negoziati con SPD e CDU per formare una nuova maggioranza.

Secondo un’analisi del Centro di Scienze Sociali di Berlino (WZB) citata da Deutsche Welle, Verdi e FDP hanno una base elettorale simile, composta prevalentemente da persone giovani, residenti in grandi città e con un alto grado di istruzione. Entrambi hanno idee progressiste sulle questioni socioculturali, come i diritti umani e la parità di genere, ma esprimono posizioni sostanzialmente diverse sulle politiche economiche, in particolare per quanto riguarda uno dei principali argomenti trattati nella campagna elettorale: la lotta al cambiamento climatico.

Limitandosi all’obiettivo condiviso dalla Commissione Europea di raggiungere la cosiddetta “neutralità carbonicaentro il 2050 – cioè riuscire a rimuovere tanta anidride carbonica (o altri gas serra) quanta quella che immettiamo nell’atmosfera – l’FDP è il partito tedesco con gli obiettivi meno ambiziosi sulla lotta agli effetti del riscaldamento globale, secondo le valutazioni del WZB.

I Verdi tedeschi invece puntano a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2041 e tra le altre cose auspicano di far cessare le attività di estrazione delle miniere di carbone entro il 2030, otto anni prima dell’attuale limite. Inoltre, i Verdi hanno proposto misure attente all’equità sociale, mentre l’FDP, di orientamento neoliberale, è storicamente contrario all’aumento delle tasse per i più ricchi, che invece i Verdi condividono con l’SPD.

Allo stesso tempo, secondo l’analisi del WZB, nel tempo i Verdi sono diventati i più centristi tra i partiti di centrosinistra, e questo potrebbe renderli particolarmente ricettivi a eventuali soluzioni proposte nell’ambito di un’eventuale coalizione con i Liberali.

– Leggi anche: Guida rapida alle elezioni in Germania

Al momento invece sembra estremamente improbabile che si formi nuovamente una Grosse Koalition (grande coalizione) tra SPD e CDU, che ha governato la Germania in 12 degli ultimi 16 anni. Nonostante nessuno dei due partiti voglia rinunciare all’incarico, entrambi hanno detto chiaramente che non intendono formare un governo di coalizione insieme.

Le proposte della SPD di Scholz riguardano in particolare nuove politiche sociali per il lavoro, le case, la famiglia e le pensioni. Scholz è noto per il suo pragmatismo e tra le altre cose ha insistito molto su politiche sociali tradizionalmente progressiste, come l’aumento del salario minimo orario da 9,60 euro a 12 euro e appunto l’aumento delle tasse sui redditi più alti per finanziare ambiziosi progetti di transizione ambientale. Ha più volte detto che non intende allearsi con la CDU, ma al tempo stesso, grazie agli anni di governo con Merkel, è riuscito a convincere gli elettori tedeschi che un governo di centrosinistra potrebbe rivelarsi non troppo dissimile da quelli della cancelliera.

Laschet invece è sempre stato molto attento ai diritti dei migranti, appoggiando pubblicamente la politica di apertura di Merkel durante la crisi migratoria legata alla Siria, e ha condiviso con la cancelliera le posizioni concilianti e aperte alla cooperazione con la Cina. Molte proposte del suo programma ruotano attorno ai temi più urgenti di cui il prossimo cancellierato si dovrà occupare, tra cui risollevare l’economia dopo la pandemia, adottare politiche ambientali più sostenibili e rafforzare l’integrazione tra i paesi dell’Unione Europea.

Non sono promesse incompatibili con gli impegni di FDP e Verdi, ma probabilmente servirebbero diverse settimane per trovare i compromessi necessari.

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