Quando Hollywood vuole un universo cinematografico va dai fratelli Russo

Hanno diretto quattro enormi film Marvel, e ora hanno una casa di produzione che progetta storie da tirare per le lunghe

Anthony e Joe Russo (Tommaso Boddi/Getty Images for IMDb)
Anthony e Joe Russo (Tommaso Boddi/Getty Images for IMDb)

Joe e Anthony Russo hanno 50 e 51 anni e insieme – come “fratelli Russo”, spesso citati senza i rispettivi nomi – sono stati i registi di quattro film dell’Universo Cinematografico Marvel, il più redditizio progetto audiovisivo di questo secolo. I loro quattro film, usciti tra il 2014 e il 2019, sono Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame: insieme hanno incassato oltre 7 miliardi di dollari e l’ultimo, Endgame, è il film con i maggiori incassi nella storia del cinema (un record che, vista la pandemia e le sue implicazioni, resisterà probabilmente per molti anni).

Dopo i loro film Marvel, i fratelli Russo hanno diretto il film Cherry, che da qualche mese è su Apple TV+. Ma soprattutto si sono dedicati ad AGBO, la casa di produzione che hanno fondato nel 2017 e con la quale puntano a sviluppare storie, franchise, mondi e universi narrativi che, così come è stato per i film della Marvel, possano crescere un film dopo l’altro e magari diventare saghe, serie tv, videogiochi o chissà che altro.

Già da un paio d’anni AGBO è al lavoro su molti progetti, alcuni dei quali piuttosto promettenti, e sembra che anche in futuro ad AGBO il lavoro non dovrebbe mancare perché, come ha scritto Bloomberg, ormai «i fratelli Russo sono quelli da cui va Hollywood quando c’è bisogno di creare un nuovo universo cinematografico».

I fratelli Russo sono nati e cresciuti a Cleveland, in Ohio, in una famiglia di origini abruzzesi e siciliane. Dopo aver visto il loro primo film (la commedia Pieces) allo Slamdance Film Festival (che mostra film rifiutati dal più noto Sundance), Steven Soderbergh diede loro la possibilità di dirigere Welcome to Collinwood, uno dei tanti rifacimenti dei Soliti ignoti, con George Clooney nel ruolo che era stato di Totò.

I fratelli Russo diressero poi diversi episodi delle serie tv Community e Arrested Development e nel 2006 la commedia romantica con Owen Wilson Tu, io e Dupree. Dopo la quale arrivò la Marvel, che già allora aveva l’abitudine di affidare grandissimi progetti a registi che fino a quel momento non ne avevano mai gestiti di così grandi. Andò benissimo, come dimostra il fatto che ai fratelli Russo furono affidate le regie di Infinity War e Endgame, i due film che rappresentavano il punto più alto della cosiddetta Saga dell’Infinito, iniziata più di dieci anni e oltre venti film prima.

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Ancor prima di finire Endgame, Joe e Anthony Russo avevano iniziato a dedicarsi ad AGBO, il cui nome fu scelto – dicono loro – cercando nomi a caso sull’elenco telefonico. Già due anni fa Esquire aveva parlato dei «grandiosi piani dei fratelli Russo per il loro post Avengers» e di AGBO – i cui edifici erano allora ancora in costruzione – come di una casa di produzione che puntava a «replicare gli studi cinematografici di un tempo».

Ora che AGBO sta iniziando a funzionare a pieno ritmo, è però piuttosto chiaro che più che a replicare dinamiche passate, la casa di produzione punti a creare storie che siano pensate fin da subito per andare oltre il singolo film o la singola serie tv.

«Il nostro obiettivo» – ha detto Jason Bergsman, amministratore delegato di AGBO – «è creare nuovi franchise che appassionino il pubblico per anni e anni, e che possano spaziare dal cinema alla tv e poi diventare esperienze digitali e interattive».

Fino a qualche anno fa, sia nel cinema che nella serialità televisiva, si faceva un film o una stagione e solo nel caso in cui quel film o quella stagione avessero avuto successo si pensava se e come andare avanti. In altre parole, se un film diventava un blockbuster si pensava eventualmente a un suo sequel, e poi a un altro ancora. Raramente ci si pensava prima. Anche una serie come Game of Thrones è nata piuttosto in sordina, senza che molti, all’inizio, avessero previsto quanto grande sarebbe diventata.

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Da qualche anno, invece, nel cinema sono in molti a voler “fare come la Marvel”, e sono quindi in molti a cercare o pensare racconti audiovisivi che possano essere il nuovo Game of Thrones o addirittura il nuovo Universo Cinematografico Marvel e che riescano a esserlo fin da subito. Anche perché è sempre più nell’interesse di ogni azienda o servizio di streaming avere storie o proprietà intellettuali che vadano oltre il singolo contenuto, così da fidelizzare gli utenti e far sì che restino abbonati in attesa di ogni nuova stagione o di ogni nuovo episodio, film o capitolo narrativo.

Per ora la più nota produzione di AGBO è il thriller d’azione Tyler Rake, il film Netflix più visto di sempre (secondo i certamente discutibili parametri usati da Netflix).

Per quanto riguarda i progetti futuri, oltre a essere al lavoro su una serie di seguiti di Tyler Rake, AGBO ha circa una decina di altri progetti, a ognuno dei quali si sta dedicando in modo peculiare. Come ha scritto Bloomberg, infatti, «AGBO ha trasformato la creazione di franchise in una sorta di scienza».

Per ogni nuovo progetto su cui la società si mette al lavoro viene scelto uno sceneggiatore a cui è assegnata, prima ancora che si pensi alla sceneggiatura, la creazione di un mondo narrativo. In AGBO questa persona è definita “gatekeeper creativo”, cioè colui o colei che – presumibilmente con l’ultima parola che spetta ai Russo – vigila, conosce, vieta o approva tutto ciò che riguarda quel mondo.

Insieme ad altri sceneggiatori, il gatekeeper creativo pensa poi a popolare questo mondo di personaggi e possibili trame, ognuna delle quali viene sondata come possibile storia autonoma, la cui scrittura può essere assegnata ad altri sceneggiatori.

Tra i tanti progetti su cui si sta lavorando in AGBO il più promettente al momento sembra essere Citadel, una serie-di-serie (o un saga “multi-serie”) di Amazon, con diverse storie ambientate in diversi paesi del mondo, Italia compresa. Citadel sarà una storia di spionaggio globale che uscirà nel 2022 e che solo per la prima stagione della sua versione statunitense ha un budget stimato di circa 165 milioni di dollari.

Oltre a ideare mondi e storie da zero, AGBO si dedica poi alla trasformazione in racconti audiovisivi di storie di altro tipo: sta per esempio lavorando a una serie di storie tratte dal fumetto postapocalittico Electric State e ai possibili adattamenti della serie animata statunitense Battle of the Planets (a sua volta tratta da un anime giapponese). Nel frattempo i fratelli Russo si stanno anche occupando per conto di Netflix di The Gray Man, un altro possibile franchise di spionaggio, anche questo tratto da un libro, il cui primo film, con Ryan Gosling e Chris Evans, avrà un budget di 200 milioni di dollari.

A chi chiede loro se e quanto l’esperienza in Marvel li abbia aiutati o ispirati in questo dedicarsi alla creazione seriale di mondi e universi narrativi, i Russo rispondono: «Kevin Feige [presidente dei Marvel Studios] diceva sempre: “Non potremo fare il prossimo se quello che stiamo facendo ora non è un successo”. D’altra parte, però, se non progetti tutto fin dall’inizio, ti trovi con un film di successo ma hai perso il momento buono per far sì che abbia successo anche il secondo».