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  • Mercoledì 3 marzo 2021

Chi è il legittimo ambasciatore del Myanmar all’ONU?

Al momento ce ne sono due, quello in carica da prima del colpo di stato e quello scelto dai militari: e l'ONU non sa che fare

Kyaw Moe Tun
Kyaw Moe Tun

Da alcuni giorni il Myanmar ha due ambasciatori che rappresentano il paese all’ONU. Il primo è Kyaw Moe Tun, che ricopriva la carica da prima del colpo di stato con cui a inizio febbraio l’esercito birmano ha preso il potere nel paese. L’altro è il suo vice, Tin Maung Naing, che dopo il golpe è stato scelto dalla giunta militare per sostituire Kyaw Moe Tun.

Il problema emerso negli ultimi giorni è che Kyaw Moe Tun ha detto di non voler lasciare il suo incarico, perché non riconosce la legittimità del nuovo regime ed è fedele ad Aung San Suu Kyi, la ex leader di fatto del Myanmar, arrestata dai militari durante il colpo di stato. Il risultato è che all’ONU si è creata una situazione di impasse: il legittimo ambasciatore del Myanmar, quello nominato prima del colpo di stato, o quello scelto dai militari? È un tema di cui si sta discutendo, complicato anche dal fatto che buona parte della comunità internazionale ha condannato il golpe e sta continuando a chiedere la liberazione di Aung Suu Kyi.

La spaccatura tra Kyaw Moe Tun e il nuovo regime militare birmano era diventata evidente lo scorso 27 febbraio, quando l’ambasciatore aveva tenuto un discorso di fronte all’Assemblea generale dell’ONU molto appassionato e critico nei confronti dei militari.  Kyaw Moe Tun aveva condannato le violenze commesse dall’esercito birmano contro i manifestanti contrari al golpe, e aveva esortato i leader stranieri a non riconoscere la giunta militare e a chiedere la liberazione dei prigionieri politici. Aveva poi concluso il suo discorso mostrando il saluto a tre dita, un tipo di saluto diventato molto popolare nei paesi del sud-est asiatico, ispirato alle proteste contro il colpo di stato in Thailandia del 2014 e tratto dalla saga The Hunger Games.

Subito dopo il discorso, il ministero degli Esteri birmano aveva inviato una lettera all’ONU dicendo che Kyaw Moe Tun aveva terminato il suo incarico, e aveva nominato al suo posto il suo vice, Tin Maung Naing. Kyaw Moe Tun aveva a sua volta inviato una lettera a Volkan Bozkir, presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU: nella lettera diceva di non voler rinunciare al suo incarico e sosteneva di essere stato scelto da Win Myint, presidente del Myanmar fino al colpo di stato, definito da lui come «l’unico presidente del paese legittimamente eletto».

Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale dell’ONU António Guterres, ha commentato il caso definendolo «una situazione davvero unica, che non si vedeva da molto tempo». Dujarric ha aggiunto che si sta ancora studiando una possibile soluzione, in considerazione delle regole e di tutte le implicazioni che la scelta potrebbe comportare.

– Leggi anche: “Myanmar” o “Birmania”?

Gli ambasciatori all’ONU di molti paesi, tra cui quella degli Stati Uniti, hanno preso le parti di Kyaw Moe Tun, e l’inviata speciale dell’ONU in Myanmar, Christine Schraner Burgener, ha invitato la comunità internazionale a non riconoscere il governo della giunta militare.

Al momento però restano di fatto due ambasciatori del Myanmar e la scelta di chi sia quello legittimo spetterà al Comitato delle credenziali dell’ONU, un organo composto da nove rappresentanti dell’Assemblea Generale e presieduto da Kennedy Godfrey Gastorn, ambasciatore della Tanzania. Per ora Gastorn non ha commentato il caso, e non si conosce la sua posizione a riguardo.