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  • Venerdì 8 gennaio 2021

A Londra è stato dichiarato un particolare stato di emergenza per il coronavirus

Per l’aumento dei contagi e la situazione negli ospedali, il sindaco Sadiq Khan ha dichiarato il “major incident”, un’allerta usata per gli attentati terroristici

Carnaby Street, una delle vie più note di Londra, deserta, lo scorso 6 gennaio 2021. (Chris Jackson/ Getty Images)
Carnaby Street, una delle vie più note di Londra, deserta, lo scorso 6 gennaio 2021. (Chris Jackson/ Getty Images)

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha detto di avere dichiarato un «major incident» (una cosa traducibile come «gravissimo evento») per la situazione estremamente grave che sta attraversando la città a causa della pandemia da coronavirus. Khan si è riferito al significativo recente aumento dei contagi – nell’ultima settimana a Londra ci sono stati 1.036 contagi ogni 100mila persone, in Italia sono stati meno di 200 –, alle preoccupazioni per la cosiddetta “variante inglese» del virus, e alla grande pressione a cui sono sottoposti gli ospedali. Da mercoledì in Inghilterra è stato introdotto un nuovo lockdown.

Khan ha spiegato che l’epidemia a Londra è «fuori controllo»: ha detto che bisogna «intervenire immediatamente» e che in città una persona su 30 ha contratto il coronavirus. Senza girarci troppo attorno, ha spiegato che se non si prenderanno subito provvedimenti il sistema sanitario nazionale (NHS) «potrebbe essere travolto e moriranno ancora più persone».

Khan aveva già dichiarato la situazione di «major incident» in occasione del grave incendio della Grenfell Tower del giugno 2017, e degli attacchi terroristici al Westminster Bridge e al London Bridge, compiuti rispettivamente nel marzo del 2017 e nel novembre del 2019. La dichiarazione di questa particolare situazione di gravità prevede un coordinamento speciale tra i vari sistemi di emergenza cittadini.

Khan ha detto di aver scritto una lettera al primo ministro britannico, Boris Johnson, per chiedere più aiuti economici a sostegno dei cittadini che hanno necessità di isolarsi e non sono in grado di lavorare per aver contratto il virus, ma anche per potenziare le vaccinazioni. Nel frattempo, ha raccomandato di indossare la mascherina ogni qual volta si esca di casa, anche all’aperto, e sta valutando la chiusura dei luoghi di culto.

Nella sola Londra il 7 gennaio sono stati accertati 10.150 casi di contagio. Nella settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio erano stati riscontrati più di 90mila casi: la settimana precedente erano stati 73.312. Al momento negli ospedali cittadini ci sono più di 7mila persone ricoverate: sono il 35 per cento in più rispetto al picco precedente della pandemia, e circa un terzo delle persone ricoverate di Londra. Khan ha spiegato che il servizio ambulanze della città sta rispondendo in media a 8mila chiamate al giorno rispetto alla consueta media di circa 5.500; per questa ragione, hanno iniziato a dare una mano anche un centinaio di vigili del fuoco.

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Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità sanitarie, il valore Rt nell’area di Londra – come in quasi tutta l’Inghilterra – sta aumentando dall’1 al 6 per cento ogni giorno ed è compreso tra 1,1 e 1,4: vale a dire che in media dieci persone risultate positive al coronavirus contagiano tra le 11 e le 14 persone. In altre aree dell’Inghilterra la situazione è ancora peggiore: nel sud-ovest la variazione giornaliera è dal 2 all’8 per cento e nelle Midlands – la parte centrale dell’Inghilterra, dove si trova per esempio Birmingham – è dall’1 al 7 per cento.

Secondo Johnson, l’attivazione dei programmi di vaccinazione è un passo cruciale verso il miglioramento della situazione. Ciononostante, a circa quattro settimane dall’avvio della somministrazione delle prime dosi del vaccino contro il coronavirus di Pfizer-BioNTech, e pochi giorni dopo l’avvio delle vaccinazioni con quello sviluppato da Oxford-AstraZeneca, la situazione della pandemia nel Regno Unito è ancora particolarmente critica.