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  • Sabato 30 novembre 2019

L’attacco sul London Bridge, messo in ordine

Cosa dicono le ultime ricostruzioni e cosa sappiamo dell'attentatore, già condannato in passato per terrorismo

Agenti della polizia scientifica effettuano rilievi sul London Bridge, dopo l'attacco di venerdì 29 novembre, Londra, Regno Unito (AP Photo/Frank Augstein)
Agenti della polizia scientifica effettuano rilievi sul London Bridge, dopo l'attacco di venerdì 29 novembre, Londra, Regno Unito (AP Photo/Frank Augstein)

La polizia di Londra sta indagando sull’attacco di ieri sul London Bridge, condotto da un uomo – armato di coltello – che ha ucciso due persone prima di essere fermato da alcuni passanti e poi ucciso da uno degli agenti accorsi sul ponte. Stando alle informazioni finora diffuse dalla polizia, l’autore dell’attacco si chiamava Usman Khan, aveva 28 anni ed era stato condannato per terrorismo nel 2012 e scarcerato alla fine del 2018.

L’attacco
Khan stava partecipando a un evento organizzato nella Fishmongers’ Hall, un palazzo storico di Londra che si trova all’inizio del lato nord del London Bridge. La conferenza era dedicata ai programmi di riabilitazione per i carcerati e tra il pubblico c’erano decine di persone, compresi alcuni studenti e individui rimessi in libertà dopo un periodo di detenzione.

Secondo la polizia, Khan ha iniziato ad aggredire alcuni dei presenti alle 13:58 locali (le 14:58 in Italia), poi ha lasciato la conferenza e ha iniziato a percorrere il London Bridge, armato con un coltello. Khan ha ucciso due persone, un uomo e una donna, e ne ha ferite altre tre prima di essere fermato da alcuni passanti. Uno di loro gli ha strappato di mano il coltello poco prima che intervenissero gli agenti di polizia.

Il traffico sul ponte – che si trova nella parte orientale del centro di Londra – è stato rapidamente fermato, con decine di persone che sono uscite dalle loro automobili e dai mezzi pubblici per allontanarsi e mettersi al sicuro.

Una passeggera di uno degli autobus che stavano attraversando il ponte ha spiegato di avere notato alcuni agenti che correvano verso Khan, e di avere poi visto uno di loro sparare all’autore dell’attacco. L’autista di un altro autobus ha detto di essere stato fermato da un agente di polizia, che gli ha chiesto di spegnere il motore e di scappare. La maggior parte delle persone è fuggita senza sapere di preciso che cosa stesse accadendo sul ponte e quale pericolo ci fosse.

Usman Khan
Da quando era stato scarcerato alla fine del 2018, Khan abitava a Stafford, una cittadina a nord di Londra. Nel 2012 era stato condannato perché ritenuto complice in un progetto per collocare una bomba nel palazzo della Borsa di Londra. Avrebbe dovuto scontare almeno 8 anni in carcere, ma nel 2013 una Corte d’Appello aveva rivisto la sentenza, stabilendo che dopo alcuni anni di carcere parte della condanna potesse essere scontata in libertà vigilata.

Usman Khan

Khan era stato incarcerato con altre otto persone, tutte accusate di avere lavorato a piani criminali di vario tipo, ispirati dall’ideologia di al Qaida. In precedenza, erano finiti sotto le attenzioni dei servizi segreti britannici: Khan aveva discusso con altri complici il modo migliore in cui costruire una bomba artigianale da utilizzare negli attentati terroristici e si era inoltre proposto di istituire all’estero una madrassa, una scuola islamica, nella quale avrebbe potuto formare gli studenti all’uso delle armi.

Secondo il Times, Khan aveva accettato di indossare un braccialetto elettronico per tenere traccia dei suoi movimenti, al momento della sua scarcerazione a fine 2018. Altre informazioni sul suo conto saranno raccolte nelle prossime ore dagli investigatori, che hanno svolto diverse perquisizioni nello Staffordshire. Per ora si ritiene che abbia agito da solo durante l’attacco sul London Bridge e che non avesse complici.

L’intervento della polizia
Diverse persone che si trovavano sul ponte hanno scattato fotografie e girato video dell’attacco, che sono circolate molto velocemente sui social network. Nelle immagini si vede chiaramente un gruppo di passanti che interviene per fermare Khan, con un uomo che riesce a strappargli di mano il coltello e ad allontanarsi, mentre arrivano di corsa alcuni poliziotti.

In altri video si vedono gli agenti che chiedono ai passanti di allontanarsi, mentre Khan continua a essere immobilizzato a terra. Dopo pochi istanti, i poliziotti decidono di allontanarsi e uno di loro spara un colpo verso Khan, uccidendolo.

Secondo le prime ricostruzioni della polizia, Khan indossava una finta cintura esplosiva, e questo avrebbe indotto gli agenti a mettersi a distanza di sicurezza prima di “neutralizzare” il sospettato nel timore che potesse innescare un’esplosione. Diversi esperti di sicurezza hanno spiegato che gli autori di questi attacchi indossano spesso finte cinture o giubbotti esplosivi, in modo da creare maggior panico tra i passanti e per assicurarsi di essere uccisi dalla polizia, invece che catturati. Per molti di loro è infatti preferibile essere uccisi (nell’ottica del “martirio”) rispetto all’essere fatti prigionieri e allo scontare anni in carcere.

Il precedente
Nel giugno del 2017, il London Bridge era stato la scena di un altro attacco nel quale erano state uccise otto persone e molte altre erano rimaste ferite. In quel caso era stato utilizzato un furgone per investire il maggior numero possibile di persone, poi i tre autori dell’attacco avevano proseguito a piedi fino al vicino Borough Market dove avevano accoltellato diverse persone, prima di essere fermati e uccisi dalla polizia.