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  • Domenica 25 ottobre 2020

Come stanno andando le crociere

In Italia sono ripartite lentamente, nel resto del mondo ancora no: e le compagnie stanno cercando modi di ridurre i danni, compreso lo smantellamento di alcune navi

Una nave della Norwegian Encore il 21 novembre 2019. (TNS via ZUMA Wire / ANSA)
Una nave della Norwegian Encore il 21 novembre 2019. (TNS via ZUMA Wire / ANSA)

Nel mercato delle crociere non si vedeva una crisi così grave dal 2001, quando il settore del turismo aveva avuto un grosso calo dopo gli attacchi dell’11 settembre negli Stati Uniti, ha scritto il Financial Times. Dopo il blocco di diversi mesi per via delle limitazioni sugli spostamenti imposte in seguito all’epidemia da coronavirus, quest’anno parecchie compagnie hanno cancellato le crociere previste per autunno e inverno, e ora stanno trovando soluzioni alternative per limitare i danni. L’Italia è uno dei pochi paesi dove le crociere sono ripartite, anche se in maniera molto lenta e graduale: secondo gli addetti ai lavori ci vorrà ancora molto tempo prima che il settore si riprenda.

Negli ultimi anni le crociere stavano andando molto bene in tutto il mondo. Secondo quanto ha ricostruito Risposte Turismo, società di analisi e consulenza del settore turistico, il 2019 era stato l’anno migliore in assoluto per le crociere: l’Italia – il paese da cui parte la maggior parte delle crociere nel Mediterraneo – era stato uno dei mercati trainanti del settore, assieme a quello dei Caraibi e degli Stati Uniti. Nel 2019 per la prima volta in Italia i passeggeri erano stati più di 12 milioni, con un aumento del 10,4 per cento rispetto al 2018, mentre a livello globale le crociere avevano avuto oltre 30 milioni di clienti, triplicando i numeri del 2000, quando i passeggeri erano stati poco più di 9 milioni. Per il 2020 era stato stimato un nuovo record sia in Italia sia a livello mondiale, ma a causa dell’epidemia la maggior parte delle navi è ancora ferma.

Dopo la prima crociera di tre giorni organizzata a fine luglio dalla compagnia tedesca TUI con partenza da Amburgo, il governo italiano aveva dato il permesso per la ripartenza delle crociere a partire dal 15 agosto. Finora MSC, la quarta compagnia di crociere più grande al mondo, ha rimesso in moto soltanto le navi “Grandiosa” e “Magnifica” per viaggi nel Mediterraneo; tutte le altre crociere di MSC previste in Nord Europa, Caraibi, Canada e Stati Uniti fino al 31 ottobre sono state cancellate, mentre il 18 dicembre partirà una crociera natalizia di 8 giorni.

Costa Crociere, una delle principali compagnie che operano in Italia, è ripartita con tre navi che toccano diversi porti italiani e greci, ma nessuna città spagnola. Per implementare i protocolli di sicurezza, la compagnia ha ridotto la capienza delle navi a circa 500 passeggeri: un numero molto inferiore ai 2.800 passeggeri che di norma può ospitare la nave “Deliziosa”, e meno di un decimo di quelli che potrebbe ospitare la “Smeralda”, l’ultima nave a essere ripartita che di norma ne può imbarcare fino a 6.600. Per il momento anche il marchio tedesco di Costa, AIDA Cruises, ha rimesso in moto una sola nave, partita il 17 ottobre da Civitavecchia e diretta sempre nel Mediterraneo.

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Fintanto che la maggior parte delle navi da crociera è ferma, uno dei problemi principali è quello della loro manutenzione. AIDA per esempio ha dodici navi ferme, mentre Costa ha detto che ne ha ferme dieci: si trovano in diversi porti italiani in attesa di essere rimesse in circolazione, e attualmente sono in servizio centocinquanta persone impiegate sia per la manutenzione di base, sia per questioni di sicurezza.

Il Financial Times ha raccontato che sulle navi della compagnia di lusso Seabourn – che fa parte della Carnival Corporation, il più grande operatore di crociere al mondo che controlla anche Costa e AIDA – l’equipaggio si occupa solo di garantire il funzionamento dei motori, ma anche di far scorrere l’acqua nei bagni delle cabine e mantenere in buono stato le infrastrutture più prestigiose, come le piste di pattinaggio sulle navi da crociera che navigano in Alaska o gli scivoli delle piscine di quelle che effettuano crociere nei Caraibi.

Attualmente la Carnival sta impiegando circa 12mila persone su 104 navi, tuttavia lo scorso settembre ha annunciato di voler vendere 18 navi considerate «meno efficienti», anche se avevano già itinerari programmati per il 2021.

Per limitare i danni economici dovuti alla crisi del turismo, infatti, diverse compagnie hanno deciso di cedere le proprie navi a società che le smantellano. È il caso della “Celebration” della compagnia britannica Marella Cruises, su cui negli ultimi tempi lavoravano soltanto 40 persone delle 500 di equipaggio previste quando la nave operava a regime: «Non c’era motivo di fare manutenzione se non per gli standard minimi di legge», ha spiegato al Financial Times Alex Downes, consulente del settore ed ex capitano della nave, che è stata venduta a una società turca per lo smantellamento e verrà demolita a breve.

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La vendita e la riduzione dei costi non sono tuttavia una soluzione per tutte le compagnie, e l’aumento delle navi in vendita ha fatto anche calare il loro valore, Per questo, alcune compagnie stanno cercando soluzioni alternative.

L’Ente per il Turismo di Singapore ha annunciato che per provare a rilanciare l’economia da novembre partiranno le prime crociere “che non vanno da nessuna parte”. Saranno crociere di pochi giorni, con costi contenuti (circa 220 euro), con partenza e arrivo nello stesso porto e senza tappe intermedie.

Un’altra tipologia di vacanza che nei prossimi tempi potrebbe avere successo è quella che coniuga la crociera a una vacanza su isole private: compagnie come Carnival Cruise Line – la principale compagnia di Carnival Corporation – hanno preso in concessione e realizzato approdi dedicati in diverse isole dove far attraccare le proprie navi e far trascorrere una vacanza esclusiva (e isolata) ai croceristi. Queste isole si trovano per lo più nei Caraibi e le crociere partono principalmente da porti statunitensi, come Miami e New Orleans: perché questo tipo di viaggi riprenda, però, bisognerà aspettare che il governo degli Stati Uniti autorizzi nuovamente la partenza delle navi da crociera dai propri porti, che ora sono bloccati.

Per provare a incentivare la ripresa, Carnival Cruise Line ha iniziato a proporre offerte già per il 2022, e non è la sola.

Un’agenzia viaggi di Roma che vende anche crociere ha detto che la maggior parte delle nuove prenotazioni riguarda il periodo da maggio 2021 in avanti e che si sta lavorando bene, anche se con numeri molto lontani da quelli del 2019. Il problema è che per ora si stanno vendendo biglietti con grossi sconti e questo, aggiunto alle capienze limitate, rende le crociere economicamente poco sostenibili per le compagnie. Inoltre, molte prenotazioni sono quelle che derivano dai voucher che i clienti avevano ottenuto per i viaggi che erano stati cancellati e quindi non portano nuovi incassi alle compagnie.

Tutto questo senza contare che tra le altre cose negli ultimi mesi tutte le compagnie hanno dovuto adeguare i propri protocolli di sicurezza, con interventi a volte anche molto costosi, come l’adeguamento dei sistemi di ventilazione. All’inizio della pandemia, diversi focolai erano stati individuati a bordo di navi da crociera e oggi su tutte le navi autorizzate a viaggiare vengono applicate regole di sicurezza sanitaria molto rigide. Il protocollo di Costa per esempio prevede che alla partenza venga effettuato il test antigenico a tutti i passeggeri, e se l’esito è positivo si procede con l’ulteriore verifica tramite test con tampone molecolare.

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Le indagini svolte da Costa sul livello di soddisfazione della clientela dicono che i passeggeri si sentono anche più sicuri di prima, a bordo delle navi. Secondo le agenzie viaggi che ha sentito il Post, però, i potenziali clienti sono ancora molto preoccupati dal rischio di contagio a bordo e dall’idea di doversi sottoporre a una quarantena o all’isolamento fiduciario una volta rientrati dal viaggio. Le prenotazioni, inoltre, sono rese più difficili dai timori che nuove restrizioni costringano a cancellazioni dei viaggi.

Durante un intervento all’assemblea pubblica dello scorso 30 settembre di Assoporti – associazione dei porti italiani – il presidente di Risposte Turismo, Francesco Di Cesare, ha sottolineato che il turismo marittimo «riprenderà senz’altro a mostrare i suoi effetti tanto in termini di traffico quanto di impatti economici e sociali», ma che per farlo sarà necessario mettere in atto nuovi interventi e avere il sostegno economico del governo. All’assemblea è intervenuta da remoto anche la ministra per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli, che ha illustrato le misure finanziarie predisposte dal governo per «continuare ad accompagnare» il settore delle crociere verso il «ritorno alla normalità» per il traffico dei passeggeri: tuttavia, secondo De Micheli la situazione non potrà tornare “normale” «se non quando in maniera massiccia e diffusa ci sarà la possibilità di accedere a un vaccino».