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  • Giovedì 8 ottobre 2020

C’era un piano per sequestrare la governatrice del Michigan

Messo in piedi da membri di milizie di estrema destra, e sventato dall'FBI

Gretchen Whitmer (Michigan Office of the Governor via AP)
Gretchen Whitmer (Michigan Office of the Governor via AP)

Giovedì sei persone appartenenti a un gruppo di estrema destra sono state incriminate nello stato americano del Michigan per avere preso parte a un ampio piano criminale che prevedeva il sequestro della governatrice dello stato, la Democratica Gretchen Whitmer. Secondo l’FBI, che ha svolto le indagini, il gruppo si era incontrato diverse volte durante l’estate per compiere addestramenti militari, tentare di costruire esplosivi e sorvegliare la casa dove Whitmer stava trascorrendo le vacanze estive. Il piano era di rapire Whitmer prima delle elezioni presidenziali di novembre e portarla in un “luogo sicuro” in Wisconsin per sottoporla a un “processo”.

I documenti del tribunale che si sta occupando del caso, ha scritto il New York Times, dicono che almeno cinque dei sei uomini incriminati sono stati arrestati nella città di Ypsilanti, in Michigan: non è chiaro se anche il sesto uomo sia stato arrestato.

Le autorità locali del Michigan hanno inoltre incriminato sette uomini con l’accusa di aver fornito materiale in sostegno di attività terroristiche e di far parte di un gruppo di estrema destra conosciuto come “Wolverine Watchmen”. Il procuratore generale del Michigan li ha accusati di voler attaccare agenti delle forze dell’ordine, rendendo pubblici i loro indirizzi di casa, di voler iniziare una guerra civile che «portasse al collasso della società» e di voler sequestrare la governatrice e altri funzionari statali. Non è chiaro se le sette persone incriminate dalle autorità statali del Michigan abbiano collaborato con le sei incriminate dalle autorità federali.

Whitmer, che di recente era stata presa di mira da gruppi estremisti di destra contrari all’imposizione di restrizioni per il coronavirus, ha legato il piano criminale al rifiuto del presidente statunitense Donald Trump di condannare apertamente gruppi di estrema destra e di suprematisti bianchi durante il primo dibattito televisivo tenuto la scorsa settimana con il suo sfidante, Joe Biden. Nei documenti del tribunale, comunque, non emerge in nessun passaggio che le attività criminali degli accusati siano state ispirate dal presidente.

Whitmer ha detto: «La scorsa settimana, di fronte al popolo americano, il presidente degli Stati Uniti si è rifiutato di condannare i suprematisti bianchi e i gruppi estremisti simili alle due milizie del Michigan» coinvolte nella vicenda. Whitmer si riferiva alle frasi ambigue di Trump riguardo ai Proud Boys, gruppo di estrema destra che esprime spesso posizione razziste, omofobe e violente.

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Ad aprile, migliaia di persone si erano riunite di fronte al Congresso del Michigan per protestare contro un ordine esecutivo emanato da Whitmer che prevedeva la chiusura della maggior parte delle attività dello stato per frenare i contagi da coronavirus. Durante quelle proteste, e durante manifestazioni successive, si erano viste svastiche, bandiere confederate e slogan che incoraggiavano violenze contro la governatrice. Trump aveva incoraggiato le proteste con un tweet: «Liberare il Michigan».

In risposta alla formalizzazione delle accuse da parte delle autorità federali e statali, Mike Shirkley, il leader della maggioranza Repubblicana al Senato dello stato del Michigan, ha scritto su Twitter che una «minaccia contro la nostra governatrice è una minaccia contro tutti noi» e ha definito gli uomini sospettati del piano criminale «traditori».