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  • Domenica 27 settembre 2020

Sta finendo uno dei più lunghi lockdown al mondo

A Melbourne ci sono forti restrizioni da luglio, tra alcune proteste: i contagi però sono molto calati e da lunedì inizierà il "secondo passo" verso la nuova fase

Un uomo con la mascherina accanto al Clarendon Centre, centro commerciale e di aggregazione nel sobborgo di South Melbourne, in Australia, il 14 settembre 2020. (Daniel Pockett/ Getty Images)
Un uomo con la mascherina accanto al Clarendon Centre, centro commerciale e di aggregazione nel sobborgo di South Melbourne, in Australia, il 14 settembre 2020. (Daniel Pockett/ Getty Images)

A partire da lunedì 28 settembre a Melbourne, nel sud-est dell’Australia, verranno allentate le misure restrittive della cosiddetta “fase quattro”, la fase più delicata del lungo piano di restrizioni imposte per contenere i contagi della pandemia da coronavirus. Anche se nelle ultime settimane ci sono state alcune manifestazioni contro quello che è stato uno dei lockdown più lunghi e rigidi del mondo, la maggior parte dei cittadini dello stato di Victoria, di cui Melbourne è capitale, si è detta d’accordo con la gestione del governatore laburista Daniel Andrews. Con circa il 90 per cento dei morti per cause legate al coronavirus del paese, Melbourne è stata la città australiana più colpita dall’epidemia: grazie alle rigide misure imposte a partire da inizio luglio, però, la diffusione dei contagi è stata contenuta e le restrizioni hanno già cominciato a essere allentate.

I dati riportati dalle autorità locali evidenziano che nelle ultime settimane i casi riscontrati nello stato di Victoria, con i suoi 6,7 milioni di abitanti, sono stati molto pochi. Il 23 settembre, quando in Australia erano stati accertati in totale 26.942 contagi e 854 morti per cause legate al coronavirus, i casi accertati nel Victoria sono stati 15 e i morti 5: tutte persone sopra i 70 anni o con patologie pregresse. Il giorno prima nel Victoria erano stati riscontrati 28 nuovi casi: il doppio rispetto ai 14 di domenica e molti di più rispetto agli 11 registrati lunedì 21, ma secondo Andrews erano giustificati dall’aumento dei tamponi effettuati, 11mila rispetto ai 7mila di media giornaliera.

Attualmente nel Victoria ci sono stati meno di 50 casi al giorno per 14 giorni consecutivi, in cui la media di contagi giornalieri è scesa a 26,7. Come ha spiegato il giornale australiano indipendente The New Daily, il dato è al di sotto della media di 30-50 casi giornalieri che era stata individuata come soglia massima per poter procedere verso una nuova fase. Melbourne sta quindi per entrare nel cosiddetto “secondo passo” verso la “fase tre”, che a meno di ulteriori peggioramenti dovrebbe iniziare ufficialmente il 27 ottobre.

A Melbourne le prime restrizioni per contenere i contagi erano state imposte lo scorso 8 luglio, due mesi e mezzo fa, pochi giorni dopo che era stato stabilito un lockdown per le 300mila persone che abitano nei quartieri periferici a nord della città. Dopo l’8 luglio i residenti dell’area metropolitana cittadina e della contea di Mitchell Shire, a nord di Melbourne, potevano uscire di casa soltanto per comprare beni di prima necessità, lavorare o studiare, ricevere cure o assistere altre persone e fare esercizio fisico. In quel momento il paese era uno dei meno colpiti dalla pandemia (il 7 luglio in Italia erano stati riscontrati oltre 240mila contagi, mentre nel Victoria erano poche centinaia); secondo Andrews, però, i cittadini dovevano essere «realisti» circa i rischi della diffusione della pandemia, soprattutto visto che Melbourne ha quasi 5 milioni di abitanti.

Dopo un ulteriore aumento dei casi registrati nello stato (a inizio agosto in Australia erano stati accertati 17mila casi positivi e 200 morti in totale), il 2 agosto Daniel Andrews aveva annunciato l’introduzione di un coprifuoco di sei settimane, che oltre alle restrizioni già in essere prevedeva il divieto di uscire di casa dalle 20 alle 5 della mattina successiva, con alcune eccezioni. A poco a poco le cose sono migliorate e infatti già dallo scorso 13 settembre alcune delle restrizioni più rigide sono state allentate – per esempio, si può fare esercizio fisico all’aperto per due ore anziché una – mentre da lunedì 28 settembre partirà una nuova fase di allentamento delle misure restrittive previsto nel graduale rilassamento della “fase quattro”.

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Dal 28 settembre saranno possibili ritrovi all’aperto di massimo cinque persone provenienti da due nuclei familiari diversi e saranno consentiti anche ritrovi religiosi, sempre all’aperto, sempre con un massimo di cinque persone più una guida religiosa. Riapriranno inoltre le piscine all’aperto e alcuni luoghi di lavoro.

Il governatore Andrews ha detto che la «strategia sta funzionando», ma che i prossimi passi saranno «controllati e prudenti» e il ritorno alla normalità sarà molto graduale, così come è stato molto graduale il percorso verso la fase più rigida delle restrizioni.

Gli oltre due mesi e mezzo di lockdown e coprifuoco per molti cittadini sono stati pesanti, e tra scienziati e accademici si è creato un dibattito circa l’effettiva necessità di misure restrittive così rigide. Nelle scorse settimane si sono peraltro tenute alcune manifestazioni contro il lockdown, come quella del 5 settembre davanti allo Shrine of Remembrance –il memoriale dei caduti – in cui 17 persone sono state arrestate e 160 multate per aver violato le restrizioni. Le proteste, tuttavia, sono state eventi isolati a cui hanno partecipato poche centinaia di persone, tra cui negazionisti del coronavirus e persone preoccupate da alcune conseguenze del lockdown, come la crisi economica o la possibilità che lo stato voglia controllare di più i cittadini.

Manifestanti protestano contro il lockdown nel centro commerciale Chadstone, a Melbourne, il 20 settembre 2020. (Darrian Traynor/ Getty Images)

Anche se il lockdown di Melbourne è stato considerato uno dei più duri del mondo, secondo diversi sondaggi oltre il 60 per cento dei cittadini del Victoria ritiene che il governo locale abbia gestito in maniera adeguata la pandemia.

Malgrado i cittadini abbiano apprezzato il suo operato, i giornali e i canali televisivi di News Corp, il gruppo editoriale dell’imprenditore Rupert Murdoch che controlla gran parte della stampa nazionale, hanno rappresentato l’operato di Andrews in maniera negativa. In particolare, Andrews è ritenuto il responsabile dello «scandalo di dimensioni straordinarie» relativo a un hotel destinato alla quarantena dove tra maggio e giugno si erano riscontrati diversi contagi da cui l’epidemia avrebbe cominciato a diffondersi. Andrews, laburista, è spesso messo in contrapposizione al governo conservatore della coalizione di centro-destra guidata dal primo ministro liberale Scott Morrison, di cui tendenzialmente News Corp condivide le idee.

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