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  • Lunedì 14 settembre 2020

È iniziata la scuola

Non in tutte le regioni, e i problemi rimangono tanti: le cose da sapere e le linee guida volute dal governo

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L'inizio della scuola a Codogno (ANSA/MATTEO BAZZI)

Oggi, lunedì 14 settembre, sono iniziate le scuole in gran parte delle regioni italiane, anche se non in tutte: in Friuli Venezia Giulia riprenderanno mercoledì, in Sardegna martedì 22 settembre e in Puglia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Campania soltanto mercoledì 24 (il governatore campano Vincenzo De Luca, in realtà, ha detto di non essere sicuro nemmeno di questa data). Le lezioni erano poi ricominciate già la scorsa settimana in provincia di Bolzano.

Anche se la maggior parte delle scuole inizia oggi, in molti hanno criticato il governo per il modo in cui le linee guida sono state applicate e per il fatto che buona parte degli istituti non sarebbe pronta a ricominciare: la situazione è complessa e i problemi sono tanti.

Banchi

Uno dei problemi più noti è che gran parte dei banchi monoposto per favorire il distanziamento fisico voluti dal ministero dell’Istruzione, e acquistati e distribuiti dal commissario straordinario Domenico Arcuri, non sono ancora arrivati. Non è chiaro quanti dei 2,5 milioni di banchi previsti siano già stati consegnati, ma siamo nell’ordine di alcune migliaia e sappiamo che si andrà avanti con le consegne almeno per tutto ottobre. Nel frattempo, le scuole dovranno organizzarsi diversamente.

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Mascherine

Arcuri ha assicurato che entro oggi arriveranno in tutte le scuole decine di milioni di mascherine per gli studenti: le linee guida prevedono che vadano indossate in tutti i momenti tranne che quando sono seduti al banco. Negli ultimi giorni erano arrivate diverse lamentele da parte di amministratori locali e istituti che si lamentavano di non averle ancora ricevute. Sabato poi la ministra dell’Istruzione Azzolina ha specificato che gli studenti e gli insegnanti che lo vorranno potranno tenerle sempre, e non soltanto quando non sono al banco o alla cattedra come richiesto dalle linee guida.

Supplenti

Un altro problema non riguarda le attrezzature ma i supplenti che ancora non sono stati nominati. È in una certa misura normale e dipende dal fatto che in Italia, e soprattutto in certe regioni e per certe materie, mancano migliaia di insegnanti di ruolo e le graduatorie da cui pescare sono in esaurimento da tempo, perché non aggiornate da nuovi concorsi.

Ci sono stati, come sempre, grandi ritardi ed errori nella compilazione e nella pubblicazione delle graduatorie, che in molti casi devono ancora essere completate. Nei primi giorni di scuola quindi parte dei supplenti non sarà ancora stata nominata dagli Uffici Scolastici Territoriali, che provvederanno a lezioni iniziate.

– Leggi anche: Tutto (o quasi) sulla riapertura delle scuole

Temperatura

È stato inoltre confermato uno degli aspetti più discussi dei protocolli decisi dal governo, quello che prevede che la temperatura sia misurata agli studenti dai genitori, a casa, invece che all’ingresso a scuola. In un’intervista a Repubblica, il ministro della Salute Roberto Speranza ne ha spiegato il motivo: se uno studente va a scuola in autobus o con i mezzi pubblici, è importante che rimanga a casa in caso di febbre, e quindi la temperatura va verificata prima del suo arrivo a scuola.

Trasporti

Per quanto riguarda le altre linee guida, uno dei punti su cui si era maggiormente discusso tra governo e regioni era la capienza massima dei mezzi pubblici: inizialmente i protocolli prevedevano che fosse intorno al 50 per cento, ma questo era stato giudicato insostenibile dagli amministratori locali, perché avrebbe richiesto un potenziamento eccessivo della rete dei trasporti. Alla fine il governo ha acconsentito che gli autobus possano essere riempiti interamente per viaggi sotto ai 15 minuti, e soltanto all’80 per cento per quelli più lunghi. Sarà ovviamente obbligatoria la mascherina e, per quanto possibile, il distanziamento.

Contagio

Sul protocollo da seguire in caso uno studente manifesti sintomi compatibili con la COVID-19, il governo ha deciso che se succede a scuola lo studente deve essere isolato e mandato il prima possibile a casa, accompagnato dai genitori. Se succede a casa, non deve andare a scuola. Se invece uno studente risulterà positivo al test, scatterà l’isolamento per 14 giorni per i suoi contatti stretti, e quindi per l’intera classe e i suoi insegnanti.