• Mondo
  • Venerdì 7 agosto 2020

A Beirut si protesta contro il governo

È accusato di negligenza per la grande esplosione di martedì: intanto i morti accertati sono 137 e i feriti più di 5mila

La polizia antisommossa lancia gas lacrimogeni contro i manifestanti antigovernativi, a Beirut, in Libano, il 7 agosto 2020. (AP Photo / Hassan Ammar)
La polizia antisommossa lancia gas lacrimogeni contro i manifestanti antigovernativi, a Beirut, in Libano, il 7 agosto 2020. (AP Photo / Hassan Ammar)

A Beirut, in Libano, nella notte tra giovedì e venerdì decine di persone sono scese in piazza per protestare con il governo, accusandolo di negligenza per l’enorme esplosione che martedì ha devastato una parte della città, provocando la morte di 137 persone e il ferimento di altre 5mila.

– Leggi anche: Cosa sappiamo dell’enorme esplosione a Beirut

Secondo la stampa locale, 16 persone sono state arrestate nell’ambito dell’inchiesta sull’esplosione, avvenuta nella zona del porto e che ha danneggiato interi quartieri della capitale. Secondo le autorità libanesi l’esplosione sarebbe stata causata da 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio che erano state immagazzinate dal 2013 in modo pericoloso e il cui smaltimento era stato più volte rimandato. Tra gli arrestati, secondo alcune fonti locali, ci sarebbe anche il direttore del porto, Hassan Koraytem.

– Leggi anche: Cosa ci faceva tutto quel nitrato di ammonio al porto di Beirut

Intanto la situazione degli ospedali di Beirut è sempre più critica a causa del gran numero di persone che hanno bisogno di essere curate, anche giorni dopo l’esplosione. Il ministro della Sanità, Hamad Hassan, ha detto che mancano i posti letto e le attrezzature per curare i feriti e soprattutto quelli in condizioni critiche. Secondo BBC, 300mila persone sarebbero rimaste senza casa a seguito dell’esplosione. Le ricerche nella zona del porto, inoltre, sono ancora in corso.

Il 6 agosto, due giorni dopo l’esplosione, il presidente francese Emmanuel Macron è stato in visita a Beirut per testimoniare la solidarietà della Francia dopo la tragedia e ha detto che in Libano c’è bisogno di «profondi cambiamenti» da parte delle autorità. Macron ha chiesto inoltre un’inchiesta internazionale sull’esplosione. Il deputato Marwan Hamadeh e l’ambasciatrice del Libano in Giordania, Tracy Chamoun, si sono dimessi, parlando della necessità di un rinnovamento della leadership del paese.

– Leggi anche: Il Libano era già messo molto male