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  • Lunedì 4 maggio 2020

Le notizie sul coronavirus nel mondo

Francia e Spagna hanno registrato il numero più basso di morti da metà marzo, e la Nuova Zelanda per la prima volta non ha registrato nessun contagio

Barcellona, Spagna (David Ramos/Getty Images)
Barcellona, Spagna (David Ramos/Getty Images)

Da quando è iniziata la pandemia da coronavirus sono stati registrati 3,5 milioni di casi in tutto il mondo e ufficialmente circa 250mila persone sono morte. Il paese più contagiato sono da settimane gli Stati Uniti, dove sono stati registrati più di 1 milione di casi e quasi 70mila morti, mentre in Europa i paesi che hanno rilevato più contagi sono Italia, Spagna, Francia, Regno Unito e Germania. Il paese europeo con il maggior numero di morti rimane l’Italia, con 28.884: il numero è in calo da giorni, come nel resto degli altri paesi europei.

Francia

In Francia ieri sono stati registrati 135 morti a causa del coronavirus. È il dato più basso da metà marzo, quando venivano conteggiati solo i morti negli ospedali: la nuova cifra comprende anche i morti nelle case di riposo e negli istituti per disabili. In tutto i morti sono 24.895.

In Francia la cosiddetta “fase 2”, quella della convivenza con il virus, inizierà l’11 maggio. Da allora si prevede che la maggior parte dei negozi possa riaprire, e che a determinate condizioni possano riaprire alcune scuole primarie. Il piano prevede anche che vengano effettuati circa 100mila test al giorno e che chi è entrato in contatto con persone contagiate resti due settimane in isolamento. Resterà l’obbligo di distanziamento tra le persone in ogni luogo pubblico.

Sabato inoltre il governo francese ha annunciato che estenderà lo “stato d’emergenza” dovuto alla pandemia fino al 24 luglio, e che fino ad allora chiunque arrivi nel paese dall’estero dovrà sottoporsi a un periodo di quarantena. Il governo ha specificato che dalla quarantena saranno esentate le persone provenienti da paesi dell’Unione Europa, dell’area Schengen e del Regno Unito.

Domenica, in un’intervista a BFM TV, il professor Yves Cohen, a capo della rianimazione nell’ospedale Jean Verdier, a nord di Parigi, ha detto che il suo staff ha analizzato nuovamente tutti i tamponi effettuati nell’ospedale tra dicembre e gennaio per l’influenza e per la polmonite e che su 24 campioni uno è risultato positivo al coronavirus. Il tampone era stato fatto il 27 gennaio, quasi un mese prima che venisse registrato il primo caso di contagio in Francia.

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Spagna

Anche la Spagna domenica ha fatto registrare il numero più basso di morti da coronavirus in sei settimane. Sono morte infatti 164 persone, portando il totale dei morti a 25.264.

In Spagna la transizione verso la normalità avverrà in maniera diversa da Francia e Italia. Il piano proposto dal governo spagnolo sembra essere più flessibile e prevede che le graduali riaperture verranno valutate di volta in volta nei territori più piccoli delle comunità autonome (simili alle nostre regioni, ma con più autonomia), e a seconda delle necessità.

Le riaperture, inoltre, avverranno in quattro fasi che però non avranno date fisse, ma verranno stabilite via via per le singole province e isole. I primi a passare a quella che in Spagna viene definita “fase 1” – l’equivalente della “fase 2” italiana – saranno alcune isole delle Canarie e delle Baleari, come Formentera, già da oggi, 4 maggio, mentre per il resto del paese non si prevede di entrare nella “fase 1” prima del 10 maggio.

Russia

Domenica, invece, la Russia ha comunicato i casi di contagio da coronavirus relativi a sabato 2 maggio: sono 10.633, il valore più alto registrato in un solo giorno da quando è iniziato il conteggio. In Russia i casi totali di coronavirus sono ora più di 134mila, più della metà dei quali a Mosca, e tra i contagiati c’è anche il primo ministro Mikhail Mishustin. Secondo i dati forniti dal governo – da prendere con le molle, data la scarsa trasparenza che lo caratterizza – le morti legate al coronavirus sono 1.280.

Turchia

In Turchia domenica sono stati registrati solo 61 nuovi decessi, il numero più basso da più di un mese. I nuovi contagiati sono stati 1.670, e anche in questo caso si tratta dell’aumento più basso a oltre un mese. In tutto finora in Turchia sono stati rilevati 126.045 casi di contagio e 3.397 morti. Le ultime misure restrittive sono state imposte lo scorso 27 aprile e sono state in vigore dal primo al 3 maggio: imponevano il coprifuoco in 31 delle città più popolose del paese, dove era permesso uscire solo per fare la spesa e per urgenze dalle 9 di mattina alle 2 del pomeriggio.

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Nuova Zelanda

Per la prima volta dall’inizio del cosiddetto “lockdown” il paese non ha registrato nessun caso di contagio da coronavirus. In tutto i casi erano stati 1.487, mentre i morti totali soltanto 20. Il governo di Ardern, sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, aveva introdotto pesanti limitazioni già dal 25 marzo, quando i casi nel paese erano ancora pochissimi, per contenere la diffusione del contagio. Questa strategia aveva ricevuto complimenti in tutto il mondo per la sua efficacia e lungimiranza.

Nelle settimane seguenti sono state prese diverse altre misure di contenimento: sono stati potenziati i laboratori in grado di esaminare i test del tampone – oggi ne possono analizzare 8.000 al giorno: una quantità paragonabile a quella della Lombardia, che ha il doppio degli abitanti – sono stati quadruplicati i posti letto in terapia intensiva, ed è stata messo in piedi un dipartimento che si occupa di tracciare i contatti dei contagiati.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il paese maggiormente colpito dalla pandemia, il presidente Donald Trump domenica in un’intervista a Fox News ha detto di aspettarsi che i morti a causa del virus potranno essere alla fine circa 100mila. A metà aprile Trump aveva detto che i morti statunitensi sarebbero stati “60mila, al massimo 65mila”. Al momento sono già più di 68mila. Trump ha anche detto di essere “molto fiducioso” che per la fine del 2020 ci sarà un vaccino per il coronavirus e ha ribadito che gli Stati Uniti hanno agito in tempo per fermare la pandemia. Ha inoltre ribadito le accuse rivolte già nei giorni scorsi alla Cina per non aver impedito la diffusione del virus: «Penso che abbiano fatto uno sbaglio tremendo, e non lo vogliono ammettere».

Le accuse di Trump alla Cina arrivano in contemporanea a quelle rivolte dal segretario di Stato Mike Pompeo, che durante un’intervista ha detto che ci sono “prove enormi” che il coronavirus sia stato creato in un laboratorio cinese, senza però fornire ulteriori dettagli. Quando gli è stato ricordato che però la stessa intelligence statunitense ha diffuso un comunicato ufficiale in cui ha smentito che il virus sia stato creato dall’uomo, confermando quanto dicono gli scienziati, Pompeo si è apparentemente contraddetto: «Ho visto cosa ha detto l’intelligence, e non ho motivo per credere che abbiano torto».

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