• Mondo
  • Venerdì 13 marzo 2020

Cosa stanno facendo gli altri paesi europei

Le scuole stanno chiudendo più o meno ovunque: Francia e Spagna hanno preso misure sempre più restrittive, il Regno Unito per ora ha deciso di non fare quasi niente

(Maja Hitij/Getty Images)
(Maja Hitij/Getty Images)

Negli ultimi giorni la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) è peggiorata un po’ in tutta Europa, dopo che per settimane la situazione sembrava meno grave rispetto a quella in Italia. Diversi paesi hanno adottato misure restrittive di vario grado e severità. I governi nazionali lo hanno fatto perlopiù in ordine sparso, nonostante l’Unione Europea stia cercando piuttosto vanamente di coordinare le misure prese: si va dal Regno Unito, che al momento non ha sospeso praticamente nessuna attività, alla Spagna e alla Francia, che stanno progressivamente chiudendo tutto.

Va detto che in tutti i paesi in questione i numeri sono ancora imparagonabili rispetto a quelli dell’Italia: ci vorranno diversi giorni per capire se la diffusione del contagio avrà uno sviluppo simile (al momento le curve dei dati principali fanno pensare di sì).

(un grafico di BBC Newsnight con tutte le misure approvate in Europa entro la sera di giovedì 12)

Francia
Ieri sera il  presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto un discorso alla nazione in cui ha annunciato la chiusura da lunedì di asili, scuole e università. Al momento non è stata fissata una data per la riapertura. Macron ha poi raccomandato che le persone che hanno più di settant’anni o che sono malate e vulnerabili rimangano a casa, e che escano solo per motivi di necessità. In generale ha chiesto che tutti limitino i loro spostamenti ed evitino gli assembramenti in privato e in pubblico (gli eventi che prevedono più di mille persone sono stati vietati la scorsa settimana).

Il presidente francese ha invece escluso il rinvio del primo turno delle elezioni municipali previsto per domenica 15 marzo: «Non c’è nulla che impedisca ai francesi, anche ai più vulnerabili, di andare alle urne». La federazione calcistica francese ha anche sospeso tutti i campionati e gli allenamenti, compresi quelli della Serie A francese, la Ligue 1.

Secondo gli ultimi dati, in Francia le persone trovate positive al coronavirus sono 2.876, di cui 129 in terapia intensiva, mentre i morti sono stati 61.

Germania
Il governo tedesco non ha ancora preso misure particolarmente restrittive. Si stanno muovendo soprattutto i governi dei vari land in cui è diviso il territorio. Il ministro della Sanità Jens Spahn ha raccomandato di rinviare o cancellare gli eventi pubblici che prevedono assembramenti, e quasi tutti gli stati li hanno proibiti fino ad aprile. Stamattina due stati, la Baviera e il Saarland, hanno chiuso le scuole: secondo una fonte di Deutsche Welle, in Baviera rimarranno chiuse fino a dopo Pasqua. In Bundesliga, la Serie A del calcio tedesco, le prossime partite si giocheranno a porte chiuse.

In Germania le persone trovate positive al coronavirus sono 2.369, e i morti sono stati 6.

Regno Unito
È il paese europeo che finora ha adottato meno restrizioni, fra quelli più grandi. Al momento si trovano nella seconda fase del piano del governo per contrastare il coronavirus, quella in cui si prevede di «rallentare il contagio». Al momento però non è stata presa alcuna misura paragonabile a quella degli altri paesi. I concerti e i grandi eventi non sono stati cancellati e le scuole continuano a essere aperte: il governo ha fatto sapere che secondo i suoi esperti misure del genere «potrebbero fare più male che bene» a questo punto del contagio.

Il primo ministro Boris Johnson ha comunque ammesso che la diffusione del coronavirus sarà «la crisi sanitaria peggiore della nostra generazione», e ha incoraggiato chi mostra i sintomi del contagio a stare a casa. Inoltre si consiglia alle scuole di cancellare le gite scolastiche, mentre agli anziani si raccomanda di non fare viaggi in crociera.

La Premier League, il principale campionato di calcio inglese, giovedì sera aveva deciso di non prendere provvedimenti per il coronavirus: la decisione è stata rapidamente ritirata poco dopo, quando si è saputo che l’allenatore dell’Arsenal, Mikel Arteta, era stato trovato positivo al coronavirus, così come un giocatore del Chelsea. Stamattina la Premier League è stata sospesa per tre settimane insieme a tutti gli altri campionati di calcio professionistici.

Al momento le persone trovate positive nel Regno Unito sono 590, i morti sono stati 10.

Spagna
Ieri sera il governo centrale ha raccomandato la chiusura di tutte le scuole per due settimane, e al momento la maggior parte delle comunità locali ha accolto la misura. Alcune comunità hanno inoltre preso decisioni ancora più restrittive: a Madrid sono stati chiusi musei, teatri e cinema. A partire dalle prime ore di venerdì la Catalogna ha isolato quattro paesi – Igualada, Vilanova del Camí, Santa Margarida de Montbui e Òdena – in cui è stato identificato un focolaio del coronavirus. In tutto le restrizioni riguarderanno 70mila persone e dovrebbero durare due settimane.

Sono stati trovati positivi al coronavirus anche diversi politici, fra cui la ministra per la politica regionale Carolina Darias San Sebastián (la compagna del capo di Podemos, Pablo Iglesias), e diversi dirigenti del partito di estrema destra Vox, fra cui il segretario generale Santiago Abascal. Per queste ragioni la prossima settimana il parlamento spagnolo sospenderà le sue attività.

La Liga, il principale campionato di calcio spagnolo, è stata sospesa insieme a tutti i campionati di calcio professionistici e amatoriali. Al momento in Spagna sono state trovate positive al coronavirus 3.004 persone, e i morti sono stati 84.

Belgio
Giovedì il governo belga ha approvato le prime norme per limitare la diffusione del coronavirus. Da venerdì a mezzogiorno saranno chiuse le scuole, che dovranno garantire però il servizio per i genitori che non hanno altre soluzioni per poter continuare a lavorare; saranno inoltre sospese tutte le attività ricreazionali, sportive e culturali «a prescindere dalla loro natura o grandezza», ha specificato la prima ministra Sophie Wilmès.

I negozi che forniscono servizi essenziali e vendono beni di prima necessità potranno continuare a operare come di consueto; gli altri dovranno chiudere nel fine settimana. Ristoranti, bar e discoteche saranno chiusi. Il governo ha consigliato di lavorare da casa, chi può farlo, e di non prendere i mezzi pubblici durante l’orario di punta. Agli anziani è stato detto di evitare di uscire di casa.

Ad oggi i casi individuati in Belgio sono 399, mentre i morti sono stati 3.

Danimarca
È stato uno dei primi paesi europei a prendere misure simili a quelle dell’Italia, mercoledì sera. La prima ministra danese Mette Frederiksen ha annunciato varie restrizioni fra cui la chiusura per due settimane di scuole, università e musei, mentre sono stati sospesi dal servizio i dipendenti pubblici che non hanno incarichi essenziali. Tutti gli eventi al chiuso che prevedono più di 100 partecipanti sono stati cancellati. Gli spostamenti all’esterno e l’utilizzo dei trasporti pubblici devono essere limitati. Il quotidiano danese Politiken fa notare che è la prima volta nella storia che un governo danese decide misure del genere.

La Danimarca è uno dei paesi europei più colpiti dal contagio dopo quelli più grandi: al momento sono stati registrati 674 casi di cui la gran parte negli ultimi tre giorni. Non sono ancora stati registrati morti a causa del coronavirus.

Gli altri
Da giovedì sera scuole e università sono state chiuse anche in Irlanda, mentre il governo ha vietato tutti i raduni di più di 100 persone al coperto e di 500 persone all’aperto. Ieri sera il primo ministro del Portogallo Antonio Costa ha annunciato la chiusura per due settimane di scuole università di ogni ordine e grado: saranno chiusi anche i night club, mentre ci saranno restrizioni per evitare assembramenti agli ingressi di ristoranti e negozi. La Bulgaria deciderà oggi se dichiarare lo stato di emergenza, cosa che significherebbe la chiusura di scuole, università, centri ricreativi e locali (ma non dei ristoranti). La Grecia già da tre giorni ha deciso di sospendere le scuole fino alla fine di marzo, così come la Romania e la Polonia.

Nei Paesi Bassi giovedì sera sono stati vietati gli eventi pubblici con più di 100 partecipanti, fra cui quindi partite di calcio, concerti e conferenze. Il governo ha incoraggiato a lavorare da casa chi può farlo, e consigliato agli anziani di limitare i propri spostamenti. Per il momento scuole e università rimarranno aperte. In Svezia non sono state prese particolari misure, a parte il divieto di assembramenti da più di 500 persone.

La Slovenia ha limitato le frontiere aperte con l’Italia e chiuso le scuole a partire da lunedì. In Slovacchia – dove i casi confermati sono soltanto una ventina – giovedì è stato dichiarato lo stato di emergenza: sono state chiuse le scuole e cancellati tutti gli eventi culturali, mentre i voli internazionali sono sospesi. I negozi dovranno chiudere nel weekend, ad eccezione degli alimentari e delle farmacie.