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  • Giovedì 14 novembre 2019

Come procede l’impeachment contro Trump

Durante le prime audizioni pubbliche alla Camera si è parlato di una nuova telefonata in cui il presidente chiese informazioni sulle indagini contro Biden in Ucraina

Il funzionario George Kent e l'ambasciatore americano in Ucraina William Taylor giurano prima della loro testimonianza alle prime audizioni pubbliche della Camera dei Rappresentanti per l'impeachment contro il presidente Donald Trump, il 13 novembre 2019 (AP Photo/Andrew Harnik)
Il funzionario George Kent e l'ambasciatore americano in Ucraina William Taylor giurano prima della loro testimonianza alle prime audizioni pubbliche della Camera dei Rappresentanti per l'impeachment contro il presidente Donald Trump, il 13 novembre 2019 (AP Photo/Andrew Harnik)

Mercoledì alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ci sono state le prime audizioni pubbliche della procedura di impeachment contro il presidente Donald Trump. La cosa più importante che è venuta fuori è che Trump, in una telefonata a Gordon D. Sondland, l’ambasciatore statunitense nell’Unione Europea, avrebbe chiesto notizie sulle intenzioni degli ucraini rispetto alla sua richiesta di indagare sull’ex vicepresidente Joe Biden, lo stesso giorno in cui avvenne la telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per cui è stata avviata la procedura di impeachment.

A raccontare della telefonata è stato William B. Taylor, oggi il più importante diplomatico statunitense in Ucraina, facente funzioni di ambasciatore da quando Trump licenziò l’ambasciatrice Marie Yovanovitch lo scorso maggio. Taylor non ascoltò direttamente la telefonata: a parlargliene è stato un suo sottoposto a cui capitò di sentire la conversazione tra Trump e Sondland in un ristorante di Kiev. Dopo aver sentito che Trump chiedeva a Sondland «delle indagini», il collaboratore di Taylor aveva chiesto all’ambasciatore cosa Trump pensasse dell’Ucraina e Sondland gli aveva detto che al presidente importava di più delle «indagini su Biden».

Taylor aveva già testimoniato davanti alla commissione Intelligence della Camera in un’audizione a porte chiuse, durante la quale aveva già detto la maggior parte delle cose raccontate ieri: della telefonata ascoltata dal suo collaboratore – la parte più rilevante della sua testimonianza per i Democratici – però non aveva parlato, perché gli è stata raccontata successivamente all’audizione a porte chiuse del 22 ottobre.

Oltre a Taylor, ha testimoniato davanti alla Camera anche George P. Kent, un funzionario di lungo corso del Dipartimento di Stato, responsabile della politica estera in Ucraina. Kent ha detto che le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina hanno risentito delle pressioni fatte a Zelensky dall’avvocato personale di Trump Rudolph Giuliani affinché fosse aperta un’indagine contro Biden. Kent ha detto che i tentativi di Trump di screditare Biden portarono alla rimozione di Yovanovitch e che le accuse di Giuliani si basavano su «informazioni false» date da «ex pubblici ministeri corrotti» che volevano «vendicarsi di chi aveva denunciato la loro cattiva condotta, compresi i diplomatici statunitensi».

Finora i Repubblicani hanno criticato l’indagine dei Democratici su Trump con l’argomentazione che si baserebbe principalmente su testimonianze di seconda o terza mano a proposito delle intenzioni di Trump. La telefonata ascoltata dal collaboratore di Taylor però riguarda Trump direttamente, dato che a parlare con Sondland era lui in persona. Tuttavia, come si è capito dalle domande fatte dai deputati Repubblicani durante le audizioni e dalle loro dichiarazioni alla fine delle testimonianze, i Repubblicani ritengono che né Taylor né Kent siano testimoni validi, dato che appunto non ebbero a che fare direttamente con il presidente sulla questione. Con le proprie domande ai due testimoni hanno anche cercato di screditarne l’affidabilità, facendoli apparire come burocrati di professione – entrambi hanno lavorato sia con amministrazioni Repubblicane che Democratiche – lontani dal presidente e maldisposti verso di lui per via dell’anticonvenzionalità della sua amministrazione.

I Democratici hanno cercato di convocare testimoni più vicini a Trump, ma la Casa Bianca ha vietato di collaborare a molti importanti membri ed ex membri dell’amministrazione come Mick Mulvaney, capo provvisorio dello staff della Casa Bianca, e John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale.

Domani la Camera ascolterà la testimonianza di Yovanovitch, l’ex ambasciatrice in Ucraina.