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  • Mercoledì 21 marzo 2018

Alla Spagna non piace l’accordo su Brexit, per via di Gibilterra

È preoccupata che non siano abbastanza esplicitati i suoi poteri sul territorio, e potrebbe decidere di opporsi

(MARCOS MORENO/AFP/Getty Images)
(MARCOS MORENO/AFP/Getty Images)

La bozza di accordo su Brexit concordata lunedì da Regno Unito e Unione Europea potrebbe essere messa a rischio dall’opposizione della Spagna, contraria alla parte che riguarda la gestione del cosiddetto “periodo di transizione” di 21 mesi per quanto riguarda Gibilterra. Lo scrivono diversi giornali internazionali, citando fonti vicine alle trattative, ed è sembrato confermarlo anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. In pratica, secondo la Spagna la bozza non dice abbastanza chiaramente che i vantaggi che verranno applicati al Regno Unito nei 21 mesi e seguiranno alla Brexit non varranno per Gibilterra, a meno che la Spagna non sia d’accordo.

La bozza è stata approvata dal capo negoziatore dell’UE, Michel Barnier, e da quello del Regno Unito David Davis, ma deve ancora essere approvata dai 27 paesi dell’Unione, tra cui la Spagna, in un incontro del Consiglio europeo che si terrà tra giovedì e venerdì. Una dichiarazione di Davis secondo cui la bozza «si applica anche a Gibilterra» ha alimentato le preoccupazioni della Spagna, e ora la sua approvazione è in dubbio.

Gibilterra è una piccola città nel sud della Spagna ma è un territorio d’Oltremare del Regno Unito fin dalla sua occupazione nel Settecento. La Spagna sta cercando da tempo di ottenere sempre maggiore influenza su Gibilterra, dove al referendum su Brexit il 96 per cento degli abitanti votò a favore del “Remain”. Il risultato dipese dal fatto che i gibilterrini rischiano di rimetterci più degli altri britannici, uscendo dall’Unione Europea: l’economia della città infatti è strettamente legata e dipendente dalla circolazione quotidiana di persone e merci con la Spagna.

La Spagna ha colto l’occasione del referendum per ottenere maggiore potere su Gibilterra, che notoriamente vorrebbe annettere. L’anno scorso aveva ottenuto un risultato importante: nel documento con le linee guida su Brexit concordato lo scorso aprile da Unione Europea e Regno Unito, è previsto infatti che qualsiasi decisione sul futuro di Gibilterra debba essere approvata sia dal Regno Unito sia dalla Spagna. Era stata una decisione molto criticata da Gibilterra, e gli analisti avevano sottolineato che era una concessione da parte del Regno Unito che sembrava manifestare disinteresse e abbandono verso il proprio territorio in Spagna.

Il periodo di transizione oggetto dello scontro è quello compreso tra il 29 marzo 2019, quando è prevista l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, e il 31 dicembre 2020. In questi mesi il Regno Unito sarà fuori dall’Unione ma continuerà ad avere alcuni vantaggi, come la permanenza nel mercato unico e nell’unione doganale, per rendere Brexit meno traumatica. La Spagna aveva fatto sapere che, sfruttando il suo potere di veto, si sarebbe opposta all’applicazione a Gibilterra dei vantaggi di cui godrà il Regno Unito in questo periodo. Con questa strategia la Spagna vuole costringere Gibilterra a trattare con lei, invece che con il Regno Unito, i suoi futuri status economici e giuridici fuori o dentro l’Unione Europea. Il primo ministro gibilterrino Fabian Picardo aveva parlato di «minaccia esistenziale».

Il testo dell’accordo presentato lunedì dice esplicitamente – in una nota a piè di pagina – che anche nel periodo di transizione vanno rispettate le linee guida prestabilite, «specialmente per quanto riguarda Gibilterra», e parla proprio della possibilità della Spagna di mettere il veto su decisioni al riguardo.

Per la Spagna, però, questo passaggio non è abbastanza chiaro, secondo il Guardian, e le sue preoccupazioni sono state alimentate dalle parole di Davis, che ha fatto capire che nell’interpretazione della bozza secondo il Regno Unito i vantaggi del periodo di transizione si applicano anche a Gibilterra, senza menzionare il fatto che la Spagna può impedirlo. La Spagna vorrebbe quindi che fosse ribadito meglio che ha il potere di veto su qualsiasi decisione che riguardi Gibilterra anche nel periodo di transizione.

Secondo Politico, un’altra cosa che preoccupa la Spagna è che la nota a piè di pagina nell’accordo non è stata evidenziata in verde (PDF, pagina 4), come la maggior parte del resto del documento, a segnalare l’intesa delle due parti. Questo potrebbe significare che il Regno Unito non ha approvato il passaggio. In realtà, tutte le note a piè di pagina del documento sono ancora da evidenziare.

Lo stesso Barnier non ha smentito che la Spagna abbia messo in dubbio la propria ratifica del documento, e ha voluto ribadire – probabilmente per rassicurarla – che qualsiasi decisione di Gibilterra dovrà passare per l’approvazione del governo di Madrid. Anche Tusk non è sembrato sicuro del passaggio del documento al Consiglio europeo: «Rimane ancora aperta la questione se tutti e 27 i paesi membri lo approveranno al Consiglio europeo. Ho ancora bisogno di qualche ora per consultarmi con gli stati più preoccupati». Fonti diplomatiche hanno detto al Guardian confidano che la Spagna sarà convinta a firmare l’accordo entro venerdì.