Matteo Renzi ha annunciato che lascerà la segreteria del Partito Democratico e ha chiesto al presidente del partito, Matteo Orfini, di convocare un’assemblea nazionale per andare a un nuovo congresso subito dopo l’insediamento del nuovo governo. Nel frattempo oggi sia Matteo Salvini sia Luigi Di Maio hanno detto di aver vinto le elezioni e di voler guidare il nuovo governo, ma nessuno dei due avrà i seggi per farcela da solo con la propria coalizione o lista.
Lo scrutinio dei voti delle elezioni politiche è quasi concluso. Il centrodestra è andato benissimo e il risultato della Lega – che ha preso più voti di Forza Italia – dovrebbe cambiare i rapporti di forza tra i partiti della coalizione. Al momento però il centrodestra non dovrebbe avere abbastanza seggi da formare un governo, visto che si è fermato al 37 per cento. Il Movimento 5 Stelle ha preso il 32 per cento ed è di gran lunga il primo partito del paese, ma sempre senza una maggioranza autonoma. Centrosinistra e sinistra sono andati molto male: il PD è dato al 19 per cento, +Europa non ha superato la soglia di sbarramento e Liberi e Uguali ci è riuscito di poco. Per quanto riguarda le elezioni regionali, in Lombardia ha vinto Attilio Fontana del centrodestra, nel Lazio la situazione è fluida ma il presidente uscente Nicola Zingaretti, del centrosinistra, è dato in leggero vantaggio.
Qui abbiamo raccolto i risultati nei collegi uninominali più significativi, qui invece trovate un punto su cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni.
Se arrivate da mobile, cliccate qui
Con 2.742 sezioni scrutinate su 5.285, Nicola Zingaretti nel Lazio è avanti, al 34 per cento. Stefano Parisi è al 30,3 per cento, mentre Roberta Lombardi del M5S è al 27 per cento. Lo spoglio proseguirà ancora a lungo.
YouTrend prevede la vittoria di Zingaretti nel Lazio, sebbene con un margine molto ristretto su Stefano Parisi. Per avere dati più solidi bisognerà aspettare ancora un po’.
? #BREAKING: ZINGARETTI RIVINCE LE ELEZIONI REGIONALI IN LAZIO – Sulla base dell’andamento dello scrutinio nelle sezioni rimanenti, il nostro #DecisionDesk assegna la vittoria a Zingaretti, nonostante un margine molto ristretto su Parisi
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Le strane dimissioni di Renzi, annunciate ma sospese fino alla formazione del nuovo governo, stanno già facendo discutere i leader del PD. Luigi Zanda, capogruppo uscente al Senato, le ha definite «impossibili da spiegare». La deputata e responsabile Cultura del partito Anna Ascani ha commentato: «O Zanda ha in mente un modello fatto di caminetti e inciuci oppure vuole candidarsi segretario».
Qui si fa lunga.
#Lazio: lo spoglio procede in modo distinto tra voto ai presidenti (dove Zingaretti è di poco davanti a Parisi) e quello alle liste (dove invece è Parisi ad essere in vantaggio). Questo perché alle #Regionali si può fare voto disgiunto e la grafica della scheda è "vecchio stile"
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
La storia del collegio uninominale di Pesaro, che Renzi ha definito il “simbolo” di quanto è andato storto in queste elezioni:
Nel collegio uninominale di Pesaro il Partito Democratico candidava Marco Minniti, ministro dell’Interno e storico dirigente del PdS e dei DS, prima ancora che del PD. Minniti è una delle persone più popolari del governo di Paolo Gentiloni, e Renzi ha ricordato che grazie al suo lavoro – apprezzato da molti e criticato da molti altri – è riuscito a rallentare il numero degli sbarchi di migranti sulle coste italiane. Pesaro è considerata una roccaforte della sinistra: dal 1946 senza interruzioni è amministrata da sindaci del PCI, poi del PdS, poi dei DS e del PD.
Gli sfidanti di Minniti erano Anna Maria Bezziccheri per il centrodestra e Andrea Cecconi per il Movimento 5 Stelle. Cecconi è uno dei parlamentari uscenti del Movimento 5 Stelle che durante la campagna elettorale aveva ammesso di aver falsificato i rimborsi di parte del suo stipendio che dichiarava di versare ogni mese a un fondo per il microcredito: per questo aveva smesso di fare campagna elettorale e aveva annunciato di voler concludere la sua carriera politica e dimettersi non appena fosse stato eletto.
Intanto lo spoglio nel Lazio sta proseguendo, anche se a rilento. Per ora sono arrivati i dati da circa 900 sezioni su 5.285. Le proiezioni danno in lieve vantaggio il presidente uscente Nicola Zingaretti, del centrosinistra, ma YouTrend dice che è ancora presto per annunciare la vittoria di uno dei candidati.
Per noi il Lazio è ancora too close to call#elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Fontana ha fatto un discorso breve e ordinario in cui ha ringraziato i suoi sostenitori e poco altro. Rispondendo alla domanda di un giornalista, ha detto che il suo primo provvedimento sarà aumentare il numero di famiglie che non devono pagare l’asilo nido per i propri figli.
Fontana dice che i risultati non sono ancora definitivi, ma parla apertamente di una sua vittoria.
Ora sta per parlare Attilio Fontana, il candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Lombardia.
Due cose, soprattutto. La prima è che si dimetterà da segretario PD, e che il partito dovrà fare un nuovo congresso e tenere nuove primarie per scegliere il segretario una volta che sarà entrato in carica il nuovo governo: «intendo con questa tempistica essere particolarmente chiaro: non credo sia possibile evitare un confronto vero dentro al PD su cosa è accaduto, in questa campagna elettorale, in questi mesi e in questi anni», ha detto Renzi.
La seconda, legata alla prima, è che nella nuova legislatura il PD non parteciperà al governo e starà all’opposizione (almeno per il momento, visto che sarà il nuovo segretario a dare la linea politica). Renzi ha anche ringraziato tutti i candidati del partito, si è detto contento della sua elezione al Senato nell’uninominale a Firenze, e ha promesso che non sarà nominato alcun segretario reggente in attesa del congresso.
«No inciuci, lo abbiamo detto in campagna elettorale e lo diciamo oggi. No ai caminetti ristretti di chi immagina di poter considerare il PD come luogo di confronto solo fra gruppi dirigenti: l’elemento costitutivo del PD sono le primarie. No a ogni forma di estremismo». Renzi chiude così la sua breve conferenza stampa.
È anche arrivato il momento dell’opposizione “leale”, che Renzi sta promettendo al nuovo governo.
Ora Renzi si sta vantando del suo risultato nel collegio uninominale di Firenze, dove ha preso circa il 44 per cento.
«Terminata la fase di formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice»
Ora Renzi sta elencando gli «elementi che ci separano da Di Maio e Salvini»: l’antieuropeismo, l’antipolitica, e l'”odio verbale” usato contro gli iscritti al PD.
«Sapete che c’è? Fate il governo senza di noi». Renzi ha detto che il PD non sosterrà un nuovo governo, e che nella prossima legislatura starà all’opposizione.
«Non credo sia possibile evitare un confronto vero dentro al PD su ciò che è accaduto in questa campagna elettorale, in questi mesi e in questi anni». Renzi propone un nuovo congresso e nuove primarie per scegliere il segretario, ed esclude la figura del segretario reggente.
Renzi ha detto che si dimette da segretario del PD.
«Simbolo di questa campagna elettorale è l’assoluto stridente contrasto nel seggio di Pesaro», dice Renzi. Il centrosinistra a Pesaro ha candidato il ministero degli Interni Marco Minniti, che però è arrivato terzo all’uninominale. Renzi dice che Minniti ha fatto un eccellente lavoro da ministro, eppure ha perso contro uno degli “impresentabili” del Movimento 5 Stelle, «contro ogni valutazione di merito».
Ora Renzi dice che al PD conveniva votare nel 2017, quando la situazione italiana ed europea era più favorevole.
«È una sconfitta altrettanto chiara ed evidente. Oggi l’Italia ha una situazione politica in cui chi ha vinto politicamente le elezioni non ha i numeri per governare, e chi è intellettualmente onesto deve ammettere che questo problema nasce dalla vicenda di un anno e mezzo fa, dalla vicenda referendaria». Renzi ce l’ha con chi fece campagna per il No al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.
«Si tratta di una sconfitta netta», dice Renzi, «che ci impone di aprire una pagina nuova all’interno del Partito Democratico».
È arrivato Renzi.
Beppe Grillo, che negli ultimi mesi si è molto distanziato dal Movimento 5 Stelle, ha pubblicato un post sul suo blog (che non è più quello del Movimento) in cui festeggia il risultato delle elezioni:
E allora grazie gente, per aver visto e interpretatato il nostro impegno per quello che è. Forse possiamo parlarne di nuovo, usare ancora quel verbo che era tutto. Perchè è sempre stato tutto per chi la vive: la passione.
Grazie ancora agli italiani, state iniziando a partecipare in prima persona, in alto i cuori.
Forza Italia ha diffuso una nota in cui dice che oggi Silvio Berlusconi ha incontrato Matteo Salvini. La nota si compiace del risultato del centrodestra, dicendo che dovrà ricevere l’incarico di cercare una maggioranza in Parlamento ma non dice la cosa più importante: se Forza Italia sosterrà Matteo Salvini, che con la Lega ha preso più voti di tutti nella coalizione.
Intorno alle 17 è successa una cosa poco chiara fuori dalla sede della Lega in via Bellerio, a Milano. Un dipendente di Radio Padania, organo ufficiale del partito, ha raccontato di essere stato aggredito col coltello da un uomo mentre usciva dalla sede per andare a casa. Milano Today scrive che l’aggressore è stato “immobilizzato” dai carabinieri. Non è chiaro se sia stato arrestato.
Il portavoce di Renzi ha scritto su Twitter che l’attesa conferenza stampa inizierà alle 18.
Alle ore 18 @matteorenzi parlerà dalla sala conferenze del @pdnetwork (terzo piano) .
— Marco Agnoletti (@AgnoMarco) March 5, 2018
C’è del movimento nella sede del Partito Democratico a Roma, Renzi potrebbe tenere la conferenza stampa che era stata annunciata per le 17.
Lo spoglio delle elezioni regionali sta andando molto a rilento: in Lombardia sono arrivati i risultati dal 5 per cento delle 9.227 sezioni, ma sembra che a Milano in particolare ci siano grandi lentezze nelle procedure di spoglio (dal comune di Milano, in questo momento, è arrivato il dato di una sola sezione). Nel Lazio sono arrivati i dati di una cinquantina di sezioni su più di cinquemila, complici probabilmente le stesse difficoltà incontrare durante spoglio per le politiche.
Stanno comunque girando delle proiezioni sui dati finali: in Lombardia il candidato del centrodestra Attilio Fontana è dato molto avanti a Giorgio Gori del centrosinistra, mentre nel Lazio la situazione è più fluida e il presidente uscente Nicola Zingaretti – del centrosinistra – sembra avere un piccolo margine di vantaggio sugli altri candidati.
Roberto Formigoni era candidato con Noi con l’Italia – UDC, nel listino proporzionale: dato che il partito in coalizione con il centrodestra non ha superato il 3 per cento (è intorno all’1,3 per cento), non è stato eletto in Parlamento. Sono stati eletti infatti solo i candidati di Noi con l’Italia – UDC che erano i candidati del centrodestra nei collegi uninominali vinti dalla coalizione, tra cui Maurizio Lupi e Alessandro Colucci. Raffaele Fitto, leader di Noi con l’Italia che essendo candidato al plurinominale in Puglia non è stato eletto, ha detto: «È stato un risultato elettorale al di sotto delle aspettative, siamo comunque soddisfatti di aver contribuito ad essere nella coalizione che ha avuto miglior successo».
Oggi hanno parlato tutti i principali leader politici, tranne Silvio Berlusconi di Forza Italia e Matteo Renzi del Partito Democratico. Non ci si aspetta che Berlusconi tenga una conferenza stampa, anche perché al suo posto ha parlato Renato Brunetta, lasciando intendere che il suo partito accetta quella che sembra una prevalenza della Lega nella coalizione del centrodestra. Renzi invece doveva parlare alle 17, ma forse lo farà dopo (può darsi aspetti risultati più certi sulle regionali in Lazio): la domanda è se si dimetterà o meno. Oggi i giornali hanno detto di sì, ma il suo portavoce ha smentito che ci fosse già una decisione.
Manca ancora il dato definitivo sui risultati elettorali, che serve per capire quanti seggi hanno ottenuto i vari partiti al Parlamento. Non sono ancora arrivati i dati di alcune sezioni, e rimangono da assegnare una ventina di seggi dei collegi uninominali alla Camera e una decina al Senato. Mancano anche i dati sui parlamentari eletti all’estero. Il numero di seggi ottenuti dai vari partiti serve per capire quali maggioranze saranno possibili: ma le stime dicono già che non ci sarà una maggioranza tra quelle più facilmente ipotizzabili, e che le uniche possibili sarebbero sorprendenti (ma non per questo necessariamente impossibili): Lega + M5S o PD + M5S, per esempio.
Per quanto riguarda le elezioni regionali, quelle in Lombardia saranno vinte con ogni probabilità da Attilio Fontana del centrodestra, dato in ampio vantaggio dalle proiezioni. In Lazio la situazione è invece più incerta, con Nicola Zingaretti del centrosinistra in vantaggio ma ancora entro il margine di errore.
Ci sono le ultime proiezioni di YouTrend sui seggi alla Camera e al Senato. Sempre per farvi i conti di quali maggioranze sono possibili.
? PROIEZIONE SEGGI CAMERA
(con seggi estero)
Quorum/YouTrend per @SkyTG24M5S 228
LEGA 124
FI 104
FDI 33
NCI-UDC 6
TOTALE CENTRODESTRA 267
PD 109
ALTRI CSX9
TOTALE CENTROSINISTRA 118
LEU 14
ALTRI 3#elezioni2018 #maratonayoutrend— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
? PROIEZIONE SEGGI SENATO
(con seggi estero)
Quorum/YouTrend per @SkyTG24M5S 113
LEGA 57
FI 57
FDI 17
NCI-UDC 5
TOTALE CENTRODESTRA 136
PD 53
ALTRI CSX6
TOTALE CENTROSINISTRA 59
LEU 5
ALTRI 2#elezioni2018 #maratonayoutrend— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
I cittadini hanno scelto il cambiamento.
Dopo Roma un'Italia a 5 Stelle. pic.twitter.com/5mvv8a5MB4— Virginia Raggi (@virginiaraggi) March 5, 2018
YouTrend ha assegnato la Lombardia ad Attilio Fontana, della Lega e sostenuto dalla coalizione di centrodestra.
? #BREAKING Attilio Fontana (Centrodestra) è il nuovo Presidente della Regione Lombardia, secondo il nostro #DecisionDesk
L'ex sindaco di Varese succede a Roberto Maroni, eletto nel 2013.#Elezioni2018#RegionaliLombardia#MaratonaYouTrend pic.twitter.com/QvHGbKXWPN— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Alessandra Sardoni, inviata del TG la/ alla sede del Partito Democratico, dice che gira voce che il discorso di Matteo Renzi previsto per le 17 sia stato posticipato, non si sa di quanto.
Lo scrutinio non è ancora finito perché non ci sono i dati di tutte le sezioni: nel comune di Marino, nella città metropolitana di Roma Capitale, addirittura non sono ancora cominciati gli scrutini. Questa mattina alcuni siti di news avevano riportato che era l’unico comune in Italia a non aver comunicato il dato sull’affluenza: Ansa scrive che ieri sera uno scrutatore si è sentito male, e il presidente ha chiuso il seggio senza comunicare i dati. Ansa continua dicendo: «La prefettura di Roma è intervenuta sul Comune sollecitandolo a ricostituire il seggio ma, al momento, il sindaco non ha ancora provveduto».
Dopo oltre 16 ore dalla chiusura dei #seggi il comune di #Marino non ha ancora comunicato neppure l’affluenza. Dicono che stanno rimediando ai ritardi, ma questo ritarderà la ripartizione dei seggi di tutta Italia. Ci vorranno molte ore ancora #elezioni
— luciano ghelfi (@lucianoghelfi) March 5, 2018
Renato Brunetta di Forza Italia dice che «i patti sono patti», e che se come sembra inevitabile la Lega avrà più voti e più seggi di Forza Italia potrà indicare il suo candidato a ricevere l’incarico esplorativo per trovare una maggioranza in Parlamento: cioè Matteo Salvini.
State scervellandovi su quali maggioranze saranno possibili nel nuovo Parlamento? Sky ha realizzato un simulatore sulla base delle ultime stime dei seggi. Spoiler: è molto complicato formarne una plausibile, ma del resto discuteremo di questo nelle prossime settimane.
Per @liberi_uguali brutto risultato. Abbiamo puntato tutto su profilo politico, programmatico e di classe dirigente pre-renziano, mentre problema è europeismo neoliberista della sinistra storica negli ultimi tre decenni.
— Stefano Fassina (@StefanoFassina) March 5, 2018
Poi bisognerà aspettare i dati finali per vedere quali sono gli altri espulsi eletti, nei collegi plurinominali.
Quattro espulsi del Movimento 5 Stelle risultano eletti nei propri collegi uninominali della Camera. Si tratta di Cecconi, Caiata, Tasso e Vitiello. #elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Per molti quella di queste elezioni è stata una vittoria della destra razzista, dei complottisti, della medicina alternativa, di chi crede alle scie chimiche e al Piano Kalergi. Davide De Luca invece crede di no: «Le elezioni sono state vinte da chi, viste le condizioni del paese, avrebbe dovuto vincerle».
Ci sono anche le prime proiezioni per le regionali in Lazio, più simili tra loro: sia Opinio per Rai che SWG per La7 danno Nicola Zingaretti del centrosinistra in vantaggio, ma di pochi punti, su Stefano Parisi del centrodestra e Roberta Lombardi del M5S. Secondo Opinio Lombardi è seconda, secondo SWG è Stefano Parisi. Il margine di errore è ancora ampio e non abbastanza da attribuire una vittoria.
? PROIEZIONI OPINIO (RAI) (Copertura 5%) – REGIONALI LAZIO
ZINGARETTI (CSX): 34,4%
LOMBARDI (M5S): 32,0%
PARISI (CDX): 27,0%
PIROZZI (CIV): 4,7%#Elezioni2018#RegionaliLazio#MaratonaYouTrend pic.twitter.com/IK4vkk3iIm— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
? PROIEZIONI SWG (LA7) (Copertura 20%) – REGIONALI LAZIO
ZINGARETTI (CSX): 32,0%
PARISI (CDX): 30,1%
LOMBARDI (M5S): 27,1%
PIROZZI (CIV): 6,1%#Elezioni2018#RegionaliLazio#MaratonaYouTrend pic.twitter.com/7bMRy6x25m— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
YouTrend ha elaborato una mappa dei voti del M5s, del PD e di Forza Italia sul territorio nazionale. Dove il colore è più scuro, hanno preso più voti.
La mappa con la distribuzione del voto al Movimento 5 Stelle per collegio#politiche2018 #maratonayoutrend pic.twitter.com/G1vkK9FYDq
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
La mappa con la distribuzione del voto al Partito Democratico per collegio#politiche2018 #maratonayoutrend pic.twitter.com/RF05Tgebbf
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
La mappa con la distribuzione del voto a Forza Italia per collegio#politiche2018 #maratonayoutrend pic.twitter.com/diRuw5tgs0
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Stanno circolando le prime proiezioni per le regionali in Lombardia, molto diverse tra loro: Opinio per RAI, con copertura del campione al 5 per cento, dà Attilio Fontana a poca distanza da Giorgio Gori del centrosinistra. Quella di SWG per La7, che ha copertura del campione al 20 per cento, dà Fontana molto più in vantaggio.
? PROIEZIONI OPINIO (RAI) (Copertura 5%) – REGIONALI LOMBARDIA#Elezioni2018#RegionaliLombardia#MaratonaYouTrend pic.twitter.com/yFkn0VT57P
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
#MaratonaMentana pic.twitter.com/LZDPvDBsxL
— Tg La7 (@TgLa7) March 5, 2018
Intanto oggi, poco prima di mezzogiorno, un uomo ha sparato più volte a una persona sul ponte Amerigo Vespucci a Firenze e poi è stato arrestato. Secondo le prime notizie la persona colpita sarebbe un uomo di origine africana, un venditore ambulante di ombrelli, e sarebbe morto a causa dei colpi, nonostante i tentativi di rianimazione dei soccorsi. L’uomo che ha sparato invece sarebbe un cittadino italiano di 66 anni. Il Corriere Fiorentino dice che il suo nome è Roberto Pirrone e che alla polizia ha detto di essere uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi, di non aver trovato il coraggio di farlo e di aver poi sparato alla prima persona che gli è passata davanti.
Nella notte tra domenica 4 e lunedì 5 marzo, è stato incendiato un portoncino d’ingresso al centro culturale musulmano “La Saggezza” di Padova, che ospita al suo interno un luogo di preghiera. Secondo le informazioni raccolte dal Corriere del Veneto, per appiccarlo sarebbe stata utilizzata una tanica di benzina, cosa che indica un atto doloso. I carabinieri hanno avviato le indagini per identificare i responsabili.
In molti si stanno chiedendo cosa voglia dire l’ultimo tweet di Beppe Grillo, che dice di mandare «un forte abbraccio a Carla Ruocco, ti aspettiamo a braccia aperte insieme alla tua famiglia». Ruocco è una deputata del M5S, candidata a queste elezioni nel plurinominale a Roma. Per ora non si sa però a cosa si riferisca Grillo.
Un forte abbraccio a @carlaruocco1, ti aspettiamo a braccia aperte insieme alla tua famiglia.
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) March 5, 2018
Grasso dice che LeU è «disponibile a tutti i confronti in Parlamento», alla domanda se saranno interessati a dialogare con il Movimento 5 Stelle.
Grasso dice che LeU prende atto di quella che è una «delusione», ma che deve continuare mantenendo fede ai propri valori, e mantenendo l’impegno in un progetto in cui continua a credere «fermamente».
Sta parlando Piero Grasso, leader di Liberi e Uguali.
Lo scrutinio intanto sta per finire: manca ancora circa un milione di voti, ma le percentuali non cambieranno di molto.
Centrodestra – 37,01 per cento alla Camera, 37,52 per cento al Senato
Lega – 17,48 per cento e 17,77 per cento
Forza Italia – 14,03 per cento e 14,47 per cento
Fratelli d’Italia – 4,34 per cento e 4,26 per cento
Noi con l’Italia – UDC – 1,31 per cento e 1,20 per cento
Movimento 5 Stelle – 32,60 per cento alla Camera, 32,13 per cento al Senato
Centrosinistra – 22,91 per cento alla Camera e 23,04 per cento al Senato
Partito Democratico – 18,34 per cento e 19,16 per cento
+Europa – 2,55 per cento e 2,37 per cento
Italia Europa Insieme – 0,59 per cento e 0,54 per cento
Civica Popolare – 0,53 per cento e 0,51 per cento
SVP – PATT – 0,42 per cento e 0,43 per cento
Liberi e Uguali – 3,40 per cento alla Camera e 3,28 per cento al Senato
È cominciato da qualche minuto lo scrutinio delle elezioni regionali in Lombardia e in Lazio. Ieri gli exit poll parlavano di una vittoria piuttosto netta del candidato di centrodestra Attilio Fontana in Lombardia, dove il suo avversario principale era Giorgio Gori del centrosinistra, e di una un po’ più incerta di Nicola Zingaretti del centrosinistra in Lazio, con Stefano Parisi del centrodestra e Roberta Lombardi del M5S di pochi punti in svantaggio.
YouTrend ha elencato i risultati dei principali leader politici candidati all’uninominale. Qui avevamo raccontato le principali sfide dei leader nei collegi (probabilmente volete sapere com’è andato Massimo D’Alema).
I leader che hanno vinto il collegio alla Camera: Boschi, Gentiloni, Meloni, Di Maio, Tabacci, Lotti, Giachetti, Mulè, Madia, Lorenzin, Fico, Padoan, Delrio, Magi, Brambilla, Lupi, Gelmini, Bergamini.#elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
I leader che hanno perso il collegio alla Camera: Minniti, Orfini, Della Vedova, Serracchiani, De Luca, Franceschini, Damiano, De Vincenti, Annibali, Fioroni, De Mita, Cappellacci.#elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
I leader che hanno vinto il collegio alla Senato: Santanchè, Bonino, Renzi, Casini, Taverna, Cerno, La Russa, Romani, Nencini, Ghedini. #elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
I leader che hanno perso il collegio al Senato: Bellanova, Grasso, Paragone, Pittella, De Falco, Pinotti, Cialente, Bonelli, Esposito, Fedeli.#elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Il politologo Roberto D’Alimonte, intervistato da Skytg24, ha detto che vede il centrodestra ancora molto lontano dalla maggioranza, e che probabilmente il M5S sarà “centrale” nella formazione del nuovo governo.
D’Alimonte: con questi dati non si può prescindere da un governo con i 5 stelle
— Marco Di Fonzo (@marcodifonzo) March 5, 2018
Poco fa Di Maio ha pubblicato il suo primo tweet da quando è iniziato lo scrutinio.
Inizia la #TerzaRepubblica, la Repubblica dei Cittadini https://t.co/vGa1mEPrCI pic.twitter.com/u5uDOB5fsG
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) March 5, 2018
La lista di estrema sinistra Potere al Popolo sembra concluderà di poco sopra l’1,1 per cento alla Camera, e di poco sotto la stessa percentuale al Senato su scala nazionale. Nel collegio plurinominale della Camera Campania 1-02, quello dell’area di Napoli, non ha raggiunto comunque la soglia del 3 per cento, fermandosi al 2,95: era una delle zone dove era più forte, per via dei legami dei centri sociali locali e in generale con il territorio, oltre che per la provenienza della leader Viola Carofalo. È andato comunque meglio in alcuni dei collegi uninominali di Napoli, superando la soglia nell’8 di Fuorigrotta, nel 7 di San Lorenzo, e nel 5 di San Carlo all’Arena.
PaP ha poi ottenuto un risultato di molto superiore alla media nazionale nel collegio uninominale 6 di Bologna Mazzini, dove il candidato Olawale Jelili Oladejo ha preso il 2,84 per cento. A Livorno Valentina Barale ha ottenuto il 3,46 per cento, nel collegio uninominale 1 di Firenze Lorenzo Palandri ha preso il 3,24 per cento.
A Roma in diversi collegi uninominali ha preso tra il 2,1 e il 2,5 per cento, così come in molti della Toscana. A Torino e Milano i risultati sono stati di qualche decimale superiori alla media nazionale, tranne che nel collegio uninominale 1 di Torino dove Matteo Saudino ha preso il 2,3 per cento. Nel collegio uninominale 9 di Pinerolo, quello che comprende la Val Susa, Franco Milanesi ha preso l’1,8 per cento.
La società demoscopica SWG ha pubblicato un primo grafico che mostra i flussi di voti verso la Lega. La maggior parte arriva da chi in precedenza si era astenuto, ma una grossa fetta è arrivata da chi aveva votato PDL.
I flussi di voto della Lega (elaborazione Swg) pic.twitter.com/5hOFqYVpVO
— dario di vico (@dariodivico) March 5, 2018
Secondo le ultime proiezioni Quorum per SkyTg24, il centrodestra è ancora piuttosto distante dalla maggioranza, sia alla Camera, sia al Senato. Alla Camera dovrebbe poter contare su 265 seggi, mentre la maggioranza minima è a 316. Al Senato, dove la maggioranza minima è di 158 seggi, gliene mancano circa una ventina.
Di Maio ha chiuso il suo intervento dicendo che per lui si è aperta la “terza Repubblica”: “quella dei cittadini italiani”.
Ancora una volta, Di Maio ha detto che il M5S vuole confrontarsi «con tutte le forze politiche» sia per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato sia per la formazione del successivo governo.
Di Maio ha detto che le elezioni sono state «un trionfo», e che il M5S è il «vincitore assoluto». Dopo aver ringraziato Beppe Grillo e gli attivisti del Movimento, Di Maio ha detto che il risultato di ieri «ci proietta inevitabilmente verso il governo del paese», visto che a suo dire nessuna coalizione ha i numeri sufficienti per governare.
Luigi Di Maio ha iniziato la sua conferenza stampa a Roma.
Il collegio con il maggior aumento relativo per la Lega sul 2013 è Lecce, dove Salvini passa da 75 voti (settantacinque) a 10.059 (diecimilaecinquantanove)#politiche2018 #maratonayoutrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Anche l’ex segretario della Lega Roberto Maroni ha fatto i complimenti a Salvini. Qualche settimana fa, in un’intervista al Foglio, aveva accusato Salvini di averlo messo da parte con “metodi stalinisti”.
Complimenti a @matteosalvinimi per la grande vittoria elettorale. Spero che la #Lega e il #centrodestra abbiano i numeri per governare
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) March 5, 2018
Altri risultati notevoli, stavolta a Milano: sono stati eletti nel loro collegio uninominale alla Camera sia Lia Quartapelle sia Bruno Tabacci del centrosinistra. Al Senato, l’ex condirettore di Repubblica Tommaso Cerno è stato eletto col 41 per cento dei voti, sempre col centrosinistra. Nei collegi di Milano centro, +Europa è ovunque intorno al 10 per cento. Il centrodestra ha invece vinto sia alla Camera sia al Senato nei collegi che racchiudono la periferia.
Il portavoce di Renzi ha appena smentito la notizia dell’ANSA, e aggiunto che Renzi parlerà alle 17.
A noi non risulta. https://t.co/Jje2gX9uiu
— Marco Agnoletti (@AgnoMarco) March 5, 2018
Il segretario del @pdnetwork @matteorenzi parlerà oggi pomeriggio alle 17.
— Marco Agnoletti (@AgnoMarco) March 5, 2018
L’ANSA ha appena diffuso la notizia che Renzi ha deciso di dimettersi da segretario del PD. Per ora non è stata confermata da nessun’altra fonte, e va presa con le molle. Renzi dovrebbe parlare ai giornalisti nel pomeriggio.
Una dei pochi candidati del M5S che non ha rispettato le attese è Alessia D’Alessandro, l’analista che lavora in Germania e che qualche giornale aveva definito come «strappata alla Merkel» perché il suo studio collabora col partito della cancelliera tedesca. Nel collegio uninominale alla Camera di Agropoli, in Campania, ha preso il 31,6 per cento, tre punti in meno di Marzia Ferraioli del centrodestra.
Ok, ma ora che succede? Qui abbiamo messo in ordine le prossime tappe: la data da segnare sul calendario è il 23 marzo, ma da qui ad allora ci sarà del movimento.
Nei due collegi di Roma e provincia, Lazio 1-01 e Lazio 1-02, il Movimento 5 Stelle ha tenuto: nell’1-01, che comprende fra gli altri i quartieri Trionfale e Montasacro, il centrodestra è al 32 per cento, e il centrosinistra e M5S intorno al 29. Nell’1-02, quello di Roma centro e di Fiumicino, il M5S è il primo partito col 32 per cento. Il centrodestra è al 30 per cento, il centrosinistra al 27. Nel collegio di Fiumicino, in particolare, l’ex giornalista e candidato col M5S Emilio Carelli è stato eletto alla Camera col 39 per cento. Al Senato, Paola Taverna ha vinto nel suo collegio al Tuscolano col 34 per cento.
Ci sono comunque delle sacche dove il consenso del centrosinistra è più radicato che altrove: il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, Emma Bonino, Riccardo Magi – tutti candidati nell’uninominale in provincia di Roma – sono stati eletti con buoni risultati.
Salvini ha concluso rivendicando il suo essere “populista”, dicendo che «chi ascolta il popolo fa il suo mestiere», prendendosela con i «radical chic che la spesa non la fanno e gli operai non li conoscono». Ha detto di essere orgoglioso dei suoi candidati che hanno vinto in quei seggi in cui gli opinionisti ritenevano improbabile una vittoria del centrodestra. «Comincia un bel discorso e una bella giornata di sole». Rispondendo a chi gli chiedeva se sarà la Lega a esprimere il candidato a presidente del Consiglio del centrodestra, ha lasciato intendere di sì, visto che ha preso più voti.
Continua Salvini: «Almeno 5 milioni di persone ci hanno detto “vai e fai”. Mi è ben chiara la responsabilità (…). Lavoreremo per riportare lavoro e normalità in Italia. Io sono uso mantenere la parola e l’impegno preso: riguarda una coalizione di centrodestra con cui abbiamo il diritto e il dovere di governare nei prossimi 5 anni. Ho letto tante analisi su coalizioni strane. Io avevo detto che il mio dovere da presidente del Consiglio è quello di ascoltare tutti, ma il mio dovere è quello di governare con il centrodestra. (…) All’interno del centrodestra penso che tutti debbano essere contenti: è la coalizione che ha vinto, e che ha il diritto di governare. (…) L’arroganza di Renzi è stata sconfitta, e non vedo l’ora di cominciare. Non abbiamo neanche lontanamente cominciato a ragionare su cosa fare in termini di istituzioni».
Salvini ha detto: «È una vittoria straordinaria, che ci carica di orgoglio, di gioia, di responsabilità, perché milioni di italiani ci hanno chiesto di riprendere per mano questo paese, di liberarlo dalla precarietà e dall’insicurezza decise a norma di legge da Renzi, da Bruxelles, a colpi di spread, di barconi e di fallimenti di banca. Lo vedo come un voto di futuro: c’è chi ha fatto una campagna elettorale parlando di improbabili fantasmi del passato. (…) Ringrazio i giornalisti obiettivi, pochi, ringrazio la rete, ringrazio il popolo della rete: questa è anche una vittoria dell’informazione libera (…). La Lega è il movimento politico che è cresciuto più di tutti, perfino più del M5S che è evidentemente il primo partito, quindi complimenti. Ci tengo a citare tutte le 20 regioni italiane, dove abbiamo avuto un risultato incredibile». Salvini ha poi citato i risultati prima nelle città e province del Nord, poi quelle del Centro e del Sud, dove i risultati sono stati più bassi ma comunque molto superiori a quelli storicamente ottenuti dalla Lega.
È iniziata la conferenza stampa di Matteo Salvini.
Lorenzo Pregliasco di YouTrend dice che il “vero errore” dei sondaggisti è stato sottovalutare la Lega, a favore di Forza Italia.
Negli ultimi giorni a noi e a gran parte dei colleghi usciva il M5S sopra il 30%. Il vero errore dei sondaggi è stata, invece, la sottostima della Lega a favore di Forza Italia #elezioni2018 #MaratonaYouTrend
— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco) March 5, 2018
Come sono andate alcune delle sfide più interessanti ai collegi uninominali: per il centrosinistra hanno vinto tra gli altri Emma Bonino e Paolo Gentiloni a Roma, Maria Elena Boschi a Bolzano e Pierferdinando Casini a Bologna; Luigi Di Maio ha stravinto a Pomigliano d’Arco, mentre Massimo D’Alema, Piero Grasso, Laura Boldrini e Vasco Errani sono andati molto male.
Intanto abbiamo superato i 30 milioni di voti scrutinati e abbiamo i dati – completi o parziali – di 56.510 sezioni su 61.401, alla Camera dei Deputati, dove stati assegnati 96 seggi uninominali su 231. Per quanto riguarda il Senato sono arrivate ancora più sezioni, 57.568, e sono stati assegnati 43 seggi uninominali su 115.
Camera
Alla Camera il centrodestra è al 37,01 per cento, con Lega al 17,77, Forza Italia al 13,92, Fratelli d’Italia al 4,35, Noi con l’Italia all’1,30. Il Movimento 5 Stelle è ampiamente il primo partito, con il 32,28 per cento. Il centrosinistra è al 23,17 per cento, con il Partito Democratico al 18,93, +Europa di Emma Bonino al 2,59, Insieme allo 0,58, Civica Popolare al 0,51. Liberi e Uguali è al 3,44 per cento, Potere al Popolo all’1,14, Casapound allo 0,94 per cento, il Popolo della Famiglia allo 0,67 per cento.
Senato
Al Senato il centrodestra è al 37,46 per cento, con Lega al 17,94, Forza Italia al 14,40, Fratelli d’Italia al 4,27, Noi con l’Italia all’1,19. Il Movimento 5 Stelle ha il 31,97 per cento. Il centrosinistra è al 23,21 per cento, con il Partito Democratico al 19,28, +Europa di Emma Bonino al 2,38, Insieme allo 0,53, Civica Popolare al 0,50. Liberi e Uguali è al 3,31 per cento, Potere al Popolo all’1,07, Casapound allo 0,85 per cento, il Popolo della Famiglia allo 0,70 per cento.
– Nel collegio plurinominale della Camera Lombardia 1-03, che corrisponde all’area di Milano, è quasi finito lo spoglio: il Partito Democratico è il primo partito, con quasi il 27 per cento. Il centrosinistra in tutto ha preso oltre il 36 per cento, con +Europa di Emma Bonino sopra l’8 per cento. Il Movimento 5 Stelle è sotto al 18 per cento. Liberi e Uguali è al 4,5 per cento.
– Nel collegio plurinominale della Camera Piemonte 1-01, che corrisponde a Torino, il M5S – che guida l’amministrazione comunale – è il primo partito con il 26,7 per cento, quando mancano una quarantina di sezioni su 1182. Il PD è il secondo partito, con il 25,4 per cento, mentre +Europa ha preso il 5,9 per cento. In tutto il centrosinistra è al 32 per cento, poco meno del centrodestra che ha circa il 32,6: la Lega ha quasi il 17 per cento, Forza Italia meno del 12.
– A Venezia è finito lo spoglio: all’uninominale alla Camera ha vinto Giorgia Andreuzza della Lega, con il 31,42 per cento preso dalla coalizione del centrodestra. Il M5S è il primo partito, con il 28,61 per cento, mentre il centrosinistra si è fermato al 26,92: il PD ha preso soltanto il 16,07 per cento. Liberi e Uguali ha preso il 5,06 per cento.
– Nei collegi uninominali 3 e 4 di Genova sono stati eletti all’uninominale alla Camera due candidati del M5S, rispettivamente Roberto Traversi con il 35,59 per cento Marco Rizzone con il 32,83. Nei due collegi Forza Italia è andata molto male, fermandosi sotto il 10 per cento, mentre la Lega è poco sopra e poco sotto al 17 per cento. Il PD ha preso circa il 23 e il 21 per cento, mentre LeU ha superato abbondantemente il 5 per cento.
– Nel collegio uninominale 06 di Bologna alla Camera ha vinto il centrosinistra, eleggendo Andrea De Maria. Il PD ha preso il 28,37 per cento, +Europa il 6,53. Il centrodestra ha preso il 27,23 per cento, il M5S il 21,52. LeU è all’8,67 per cento, Potere al Popolo il 2,84.
Vi ricordate quel video di qualche giorno fa che mostrava una conversazione privata tra Raffaele Fitto, Matteo Salvini e Giorgia Meloni? È andata a finire che avevano ragione praticamente su tutto. Fitto diceva a Salvini di temere che il Movimento 5 Stelle andasse molto bene al Sud – «possono fare cappotto e vincere tutti gli uninominali» – ed è quello che è successo, più o meno. Salvini diceva che secondo i dati a sua disposizione avrebbero preso il 30 per cento dei voti, e sono andati pure oltre. Meloni ipotizzava che la Lega prendesse più voti di Forza Italia, ed è quello che è successo. Salvini si augurava che il Partito Democratico prendesse almeno il 22 per cento, perché altrimenti avrebbe perso troppi voti a favore del M5S: è finita che il PD è andato sotto il 22, e infatti ha perso molti voti a favore del M5S che ha sbancato.
Marco Agnoletti, portavoce di Matteo Renzi, dice che il segretario del PD parlerà nel pomeriggio.
Il segretario del @pdnetwork Matteo Renzi parlerà nel pomeriggio.
— Marco Agnoletti (@AgnoMarco) March 5, 2018
Tra le cose più attese di oggi ci sono i discorsi dei principali leader politici, vittoriosi o sconfitti.
– Luigi Di Maio, candidato a presidente del Consiglio del M5S, parlerà nel primo pomeriggio: probabilmente dirà che si aspetta di ricevere l’incarico da parte del presidente della Repubblica, in quanto capo del primo partito. Se la linea non cambierà rispetto al discorso di stanotte di Alessandro Di Battista, il M5S vuole parlare con gli altri partiti e vedere se c’è qualcuno disposto a sostenere un loro governo con un programma concordato.
– Non si sa quando parlerà Matteo Salvini della Lega, ma dal suo discorso potrebbe capirsi qualcosa su cosa hanno deciso i leader del centrodestra su chi sarà il loro candidato a presidente del Consiglio: prima dei sorprendenti risultati elettorali ci si aspettava l’avrebbe espresso Forza Italia, che aveva indicato Antonio Tajani. Ora però sembra certo che la Lega abbia superato nettamente Forza Italia: bisognerà vedere però se oltre alla percentuale avrà anche un numero maggiore di seggi, e per quello bisognerà aspettare i risultati dei collegi uninominali.
– Il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi parlerà oggi pomeriggio. Se come sembra il PD finirà sotto il 20 per cento, da Renzi non potrà arrivare altro che un’ammissione della sconfitta: ma il risultato è così basso che l’ipotesi delle dimissioni di Renzi, prima del voto ritenuta poco probabile, ha acquisito molta concretezza.
– Anche Piero Grasso, leader di Liberi e Uguali, deve ancora parlare. Il risultato di LeU è stato di molto inferiore ai sondaggi e dovrebbe superare di poco la soglia del 3 per cento. Grasso poi è andato malissimo all’uninominale di Palermo, dove era candidato al Senato, prendendo solo il 5,8 per cento, poco più di 10 mila voti. Per via del risultato di LeU, non buono ma sufficiente a entrare in Parlamento, ci sono meno ipotesi su cosa dirà: Grasso potrebbe però annunciare un suo “passo indietro” da leader della lista.
Lo scrutinio è ancora in corso, ma ormai siamo a 54.522 sezioni su 61.401 per il Senato e a 50.594 per la Camera. I risultati, per ora, sono questi:
Dati di SCRUTINIO, Senato (54.522/61.401 sez.)
M5S 31,9%
PD 19,4%
Lega 18,1%
FI 14,4%
FDI 4,3%
LeU 3,2%
+EU 2,4%
NCI 1,2%
PaP 1,0%#Elezioni2018#MaratonaYouTrend— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Il Sole 24 Ore ha riassunto la reazione dei mercati ai risultati delle elezioni di ieri: «In apertura borsa giù e spread tra Btp e Bund in deciso rialzo». Si dice comunque che il voto in Germania degli iscritti della SPD a favore della “grande coalizione” ha avuto un’influenza positiva:
«L’euro regge il colpo del voto italiano, con i risultati ufficiali che devono ancora arrivare, ma con quelli preliminari che indicano una vittoria del Movimento 5 Stelle e del centro destra, in particolare della Lega. La moneta unica si attesta al momento in modesto calo sul dollaro rispetto alla chiusura di venerdì, tornando sotto quota 1,23 dollari, ma in precedenza era scambiato in aumento. Gli investitori, in ogni caso, sembrano dare più peso alle notizie tedesche, dopo che l’Spd si è espresso a favore di una Grosse Koalition per formare un Governo, con Angela Merkel al suo quarto mandato come cancelliere».
YouTrend sta seguendo alcune delle sfide nei collegi uninominali:
A L'Aquila (Senato) ce la fa Quagliariello che relega l'ex sindaco Cialente al 3° posto, molto staccato. Dovrebbe farcela anche il radicale Magi a Roma Gianicolense alla Camera. Ad Arezzo Senato la spunta il socialista Nencini, mentre la Polverini perde a Roma Collatino (2/)
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
A Macerata, città di cui si è molto parlato nelle ultime settimane e dove lo scorso 10 febbraio è stata organizzata una manifestazione antifascista a seguito dell’attentato fatto da Luca Traini, lo spoglio è quasi terminato. E ha vinto il centrodestra con la Lega come primo partito della coalizione. Il Movimento 5 Stelle ha comunque preso circa il 30 per cento.
A molti oggi non serve, ad altri sì. E quindi eccolo, per chi ne ha bisogno: un panda di supporto emotivo. Prego.
Stefano Esposito, controverso senatore torinese del Partito Democratico conosciuto per le sue posizioni fortemente pro TAV, era candidato all’uninominale nel collegio Torino-Collegno e ha perso. Manca poco alla fine dello spoglio, e ha meno del 30 per cento, mentre la leghista Roberta Ferrero ha preso più del 32 per cento. Esposito ha scritto su Facebook che «Con queste elezioni si chiude il mio impegno politico a tempo pieno. Tra qualche giorno ritornerò al mio lavoro in Prefettura. Una pagina si chiude e un’altra si apre».
https://www.facebook.com/esposito69/posts/10215803129573753?pnref=story
Siete svegli da un’ora e già siete stufi di queste elezioni? Nella notte sono stati assegnati anche gli Oscar: ha vinto soprattutto La forma dell’acqua di Guillermo del Toro.
Qui ci sono tutti i vincitori:
Qui ci sono invece le foto più belle della cerimonia:
E qui quelle del red carpet:
Qui trovate come sono andate le sfide più interessanti nei collegi uninominali. Ad esempio: com’è andato Massimo D’Alema in Puglia? E Casini è riuscito a farsi eleggere a Bologna?
Intanto procede lo spoglio dei voti degli italiani all’estero, anche se al rilento (c’erano stati grandi problemi tecnici e ritardi nel capannone fuori Roma dove sono stati allestiti i seggi). Non ci sono ancora dati su quanti voti siano arrivati: in tutto gli elettori sono 4,3 milioni, e sono state scrutinate meno di 250mila schede. In ogni caso, per ora il primo partito alla Camera è il PD, con il 26 per cento, seguito dal centrodestra (che si presentava unito) con il 21 per cento e dal M5S con il 17 per cento. Al Senato la situazione è simile. “Free Flights to Italy”, il partito che molto probabilmente è una truffa e di cui si era parlato nelle scorse settimane, ha per ora preso 194 voti.
Ovviamente le elezioni italiane sono sulle home page di tutti i siti di news internazionali.
Le Monde dice: «Non emerge nessuna maggioranza, i partiti anti-europeisti sbancano»
El Pais dice: «Le forze radicali crescono in Italia in uno scenario senza chiara maggioranza».
Per il New York Times: «Le elezioni italiane danno una grande spinta all’estrema destra e ai populisti».
E Reuters dice: «L’Italia ha davanti uno stallo politico, il M5S cresce alle elezioni».
È stata eletta anche Beatrice Lorenzin, ministra della Salute uscente e leader della lista alleata del PD Civica Popolare: era candidata alla Camera all’uninominale di Modena, e a 234 sezioni scrutinate su 275 è in testa con il 36,90 per cento dei voti. Dietro di lei ci sono Ylenja Lucaselli del centrodestra con poco più del 27 per cento e Enrica Toce del Movimento 5 Stelle a poco più del 26 per cento.
• Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto un’importante vittoria, superando il 30 per cento sia alla Camera che al Senato.
• Anche la Lega è andata molto bene, superando Forza Italia e ottenendo probabilmente intorno al 17 per cento dei voti.
• Il PD ha subìto la più grave sconfitta della sua storia: otterrà probabilmente meno del 20 per cento dei voti e il suo sarà il quarto gruppo parlamentare.
• Anche Forza Italia è andata peggio delle aspettative, ottenendo probabilmente meno del 15 per cento: il suo peggior risultato di sempre alle politiche.
• Grazie all’ottimo risultato della Lega, il centrodestra potrebbe comunque arrivare a pochi seggi dalla maggioranza.
• L’affluenza è stata molto superiore alle aspettative, raggiungendo il 73 per cento, appena due punti in meno delle ultime elezioni politiche del 2013.
• L’affluenza è stata particolarmente alta al Sud, favorendo il Movimento 5 Stelle che in molte regioni del Mezzogiorno è arrivato vicino al 50 per cento.
Qui trovate un’analisi più approfondita del risultato elettorale
Per chi fosse in attesa del voto alle regionali ci sarà ancora da aspettare un bel po’: lo spoglio delle schede comincia lunedì alle 14. Qui trovate tutte le informazioni da sapere.
Il riassunto più breve e completo possibile lo trovate qui: chi ha vinto e chi ha perso. In breve: trionfo del Movimento 5 Stelle, benissimo la Lega, male Forza Italia, disastro PD e sinistra.
Nel collegio per il Senato di Nardò, in Puglia, mancano cento sezioni su 564. Massimo D’Alema, candidato di Liberi e Uguali, ha ottenuto 8.640 voti, cioè poco più del 3 per cento del totale. La viceministra dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova è a poco più del 17 per cento. Barbara Lezzi, candidata del Movimento 5 Stelle, ha vinto con quasi il 40 per cento dei voti.
Il Movimento 5 Stelle è riuscito a vincere anche in Valle d’Aosta, battendo all’uninominale la candidata degli autonomisti.
È davvero la fine di un epoca: nel collegio uninominale della Val d'Aosta alla Camera la candidata del M5S Elisa Tripodi sconfigge i candidati autonomisti#elezioni2018#MaratonaYouTrend pic.twitter.com/NaFHUZNW3I
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Mancano ancora 14 comuni per il dato definitivo sull’affluenza, ma si può già dire qualcosa. Il risultato finale sarà vicino al 73 per cento, cioè appena due punti meno rispetto al 75 del 2013. Un’affluenza così alta è stata una sorpresa rispetto alle previsioni, che la davano intorno al 65-70 per cento. Ed è una sorpresa anche che questi voti siano arrivati dal Sud, contribuendo probabilmente alla vittoria del Movimento 5 Stelle.
La prima proiezione alla Camera di SWG per La7 su base regionale: il Movimento 5 Stelle ha preso quasi un voto su due al Sud.
#MaratonaMentana #proiezioni #Camera pic.twitter.com/UoBAjJAXMD
— Tg La7 (@TgLa7) March 5, 2018
Il Movimento 5 Stelle ha detto che Luigi di Maio parlerà domani, nel primo pomeriggio. Anche il segretario del PD Matteo Renzi parlerà soltanto domani.
Terza proiezione sulla Camera di Opinio per la RAI.
La terza proiezione alla Camera, relativa alle coalizioni principali, ora a #portaaporta #elezioni2018. La copertura del campione è al 27% pic.twitter.com/tL6oMypXE2
— Porta a Porta (@RaiPortaaPorta) March 5, 2018
La terza proiezione alla Camera, relativa alle liste principali, ora a #portaaporta #elezioni2018. La copertura del campione è al 27% pic.twitter.com/47jfoBWJXm
— Porta a Porta (@RaiPortaaPorta) March 5, 2018
Ha parlato Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura e dirigente del Partito Democratico: «Le valutazioni più complete sul voto le farà il segretario domani in giornata. Noi ci limitiamo a questo: chiaramente è un risultato per noi molto chiaro nella sua negatività. Per qualsiasi altra valutazione rimandiamo alle prossime ore».
Qui invece i dati complessivi per coalizione, tratti dalle stesse proiezioni: molto bene il centrodestra, soprattutto grazie al risultato della Lega. Un disastro il centrosinistra: l’intera coalizione ottiene meno del solo PD nel 2013.
Proiezioni Camera delle 2.32 – relative alle coalizioni #portaaporta #elezioni2018 pic.twitter.com/flpF3VicFh
— Porta a Porta (@RaiPortaaPorta) March 5, 2018
Seconda proiezione del consorzio Opinio per la RAI sulla Camera. Il risultato non cambia molto: benissimo Movimento 5 Stelle e Lega che recupera ancora su Forza Italia, che invece va piuttosto male. PD fermo al 19 per cento, Liberi e Uguali appena sopra la soglia di sbarramento e +Europa appena sotto.
La seconda proiezione della Camera, relativa alle liste principali, ora su #portaaporta #Elezioni2018 pic.twitter.com/tKXAoTSk0U
— Porta a Porta (@RaiPortaaPorta) March 5, 2018
Secondo una stima di YouTrend i leader di Liberi e Uguali, D’Alema e Grasso, sono arrivati quarti nel loro collegio uninominale. Entrambi hanno preso meno del 5 per cento.
? Prime chiamate del nostro #DecisionDesk per @SkyTG24 :a Trieste sconfitto l'ex governatore Illy (PD), Grasso che cola al 5% a Palermo e D'Alema al 3,6% a Nardò, entrambi quarti nel loro collegio#Elezioni4Marzo2018 #MaratonaYouTrend
— YouTrend (@you_trend) March 5, 2018
Fra i partiti che ancora non hanno parlato coi giornalisti, ci sono il Partito Democratico e Liberi e Uguali: i primi probabilmente parleranno domattina ma non hanno ancora fatto sapere nulla – l’unico loro rappresentante nei talk show televisivi è il parlamentare Ettore Rosato, molto abbottonato – i secondi hanno detto che i risultati sono andati sotto le aspettative e che parleranno alla stampa domani.
Breve punto della situazione, per chi si collega solo adesso o vuole decidere se andare a dormire.
Le proiezioni diffuse fin qui indicano un quadro piuttosto coerente, e i dati reali non dovrebbero discostarsi molto da questi: il Movimento 5 Stelle primo partito sopra il 30 per cento, il centrodestra prima coalizione con circa il 36 per cento dei voti. Dentro il centrodestra, la Lega ha superato Forza Italia quadruplicando in valori percentuali i suoi consensi rispetto alle precedenti elezioni politiche. Il PD è andato malissimo, finendo probabilmente sotto il 20 per cento; anche Liberi e Uguali potrebbe aver superato appena lo sbarramento del 3 per cento, mentre +Europa – la lista di Emma Bonino – per il momento non riuscirebbe a raggiungere il 3 per cento.
È ancora prestissimo per capire quali saranno le maggioranze possibili in Parlamento, anche perché il sistema elettorale e la divisione in collegi non rendono immediato tradurre le percentuali in seggi: il centrodestra dovrebbe aver sbancato al nord e il Movimento 5 Stelle al sud, comunque.
In questo momento ci sono due scenari che sono più plausibili di altri.
Il primo è il più realistico, ma potrebbe non avere i numeri: un governo di centrodestra con Matteo Salvini capo del governo (il centrodestra per l’intera campagna elettorale ha promesso che il partito più votato avrebbe espresso il leader della coalizione). Il secondo ha sicuramente i numeri, ma è meno realistico: un governo del Movimento 5 Stelle con il sostegno – interno o esterno – della Lega o di altre forze parlamentari eventualmente disponibili. In entrambi i casi, la gran parte degli analisti sostiene che se dovessero mancare una manciata di seggi per arrivare a una maggioranza, non sarebbe difficile trovarli per la coalizione o lista di maggioranza relativa.
Lo scenario di una grande coalizione che comprenda PD, Forza Italia e gruppi centristi in questo momento non avrebbe i numeri. Ma di nuovo, è molto presto per fare questi discorsi: sarà quello di cui si parlerà per le prossime settimane.
Tutte le foto di questa notte di spogli e proiezioni, mano mano che arrivano.
Attenzione: tutte le proiezioni mostrate fino a questo momento riguardano il Senato, dove vota solo chi ha più di 25 anni. I risultati alla Camera potrebbero essere ancora migliori per quei partiti, come il Movimento 5 Stelle, che hanno risultati particolarmente buoni tra i più giovani.
SWG ha diffuso un’altra proiezione per La7, sul 60 per cento del campione. Le percentuali non sono cambiate molto: il M5S ha perso un punto e Liberi e Uguali si sta avvicinando pericolosamente alla soglia di sbarramento del 3 per cento.
#MaratonaMentana #proiezioni pic.twitter.com/ZD638HOxX9
— Tg La7 (@TgLa7) March 5, 2018
L’ex capogruppo del PD alla Camera Ettore Rosato, ospite a Porta a Porta, è l’unico leader del PD che sta parlando ed è, comprensibilmente, in una posizione poco invidiabile.
“Renzi si dimetterà? Deciderà lui”, dice Ettore Rosato a Porta a Porta
— David Allegranti (@davidallegranti) March 5, 2018
Pensavamo di averle alle spalle, e invece Alessandro Di Battista le ha rievocate: i negoziati per il nuovo governo in diretta streaming.
Ci saranno delle bellissime dirette streaming
— Luciano Capone (@lucianocapone) March 5, 2018
È il momento dei festeggiamenti un po’ per tutti, nel Movimento 5 Stelle.
Tanti cari saluti! #ExitPoll #maratonamentana #Senato pic.twitter.com/W8YL82quOQ
— Manlio Di Stefano (@ManlioDS) March 4, 2018
Ha parlato Giancarlo Giorgetti, vice segretario della Lega. Ha detto che i primi risultati sono «una grande soddisfazione per la Lega», e li ha definiti «storici», sottolineando che «partivamo dal 4 per cento». «Ora parliamo con i nostri alleati, ma abbiamo già delle idee su cosa fare. Raccogliamo voti da Nord a Sud, e credo che la sfida di Matteo Salvini sia stata vinta».
Marco Castelnuovo, del Corriere della Sera, riassume con efficacia il successo politico del segretario della Lega.
In cinque anni @matteosalvinimi ha preso un partito al 4 per cento e l'ha portato al 16/17 per cento.
— Marco Castelnuovo (@chedisagio) March 4, 2018
Il Manifesto ha diffuso la sua prima pagina di domani. Il titolo di apertura è Ballando sotto le stelle.
#ilmanifesto #laprima BALLANDO SOTTO LE STELLE. I 5Stelle primo partito oltre il 30%. A destra Salvini supera BerlusconI. Il Pd traballa al 18 %. La sinistra divisa sotto le aspettative. affluenza al minimo storico, caos https://t.co/qA4FXTdVBy Lombardia surclassa il Lazio pic.twitter.com/mkTb5vxrCK
— il manifesto (@ilmanifesto) March 4, 2018
Al momento sono stati pubblicati diversi exit poll e le prime proiezioni su dati reali di SWG per La7 e del consorzio Opinio per la RAI (anche qui, però, un po’ di cautela è prudente) e ci dicono diverse cose.
• Il Movimento 5 Stelle sembra essere andato meglio di tutte le più rosee aspettative. Potrebbe ottenere più del 30 per cento, probabilmente anche grazie alla massiccia affluenza al Sud
• La Lega Nord è andata molto bene, probabilmente grazie al suo sfondamento al Centro e al suo sbarco al Sud
• Per il PD rischia di essere un vero e proprio disastro, con un risultato sotto il 20 per cento
• Anche per Forza Italia le cose sembra che vadano male: al Sud è stata spazzata via dal Movimento 5 Stelle e al Nord sembra stia soffrendo la concorrenza della Lega
È arrivata la seconda proiezione di SWG sul Senato: il campione è del 40 per cento, il quadruplo del precedente. Le percentuali sono simili.
#maratonamentana pic.twitter.com/8Ji4VNqD4R
— Tg La7 (@TgLa7) March 4, 2018
Qualche ora fa l’ex direttore del Foglio ha fatto un tweet che visto ora ha un sapore profetico (dal suo punto di vista almeno).
Ricontare le schede, per favore. Per cinque anni. Grazie. #stiamofreschi
— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) March 4, 2018
Il risultato dell’affluenza è sorprendentemente alto: probabilmente sarà molto vicino al 75 per cento raggiunto nel 2013 e quasi dieci punti sopra il 65 per cento raggiunto al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, l’ultima votazione avvenuta in una sola giornata (nel 2013 invece si votò in due giorni).
Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle ha fatto una prima analisi del voto. Ha detto: «Se questi dati dovessero essere confermati si tratterà di un trionfo (…). E soprattutto dimostrerà che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e oltretutto questa è la migliore garanzia di trasparenza per il popolo italiano: perché le altre forze dovranno utilizzare i nostri metodi di trasparenza e onestà».
Ha twittato Matteo Salvini, ringraziando i suoi sostenitori.
La mia prima parola: GRAZIE! pic.twitter.com/DRXiWVAHQp
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 4, 2018
Per chi si è appassionato alle strane cose dietro alla scrivania di Alessandro Sallusti: la foto di Adolf Hitler sembra essere a sua volta un meme, che lo ritrae insieme a un frisbee.
zoom del dettaglio a dx pic.twitter.com/ACq3yLef4q
— Francesco Di Gesù (@frankiehinrgmc) March 4, 2018
Sono arrivati a Porta a Porta anche le stime dei seggi per il Senato che Opinio ha basato sugli exit poll: come abbiamo già detto, sono stime basate su dati già di per sé da prendere molto con le molle (lo stesso Bruno Vespa li ha definiti “coraggiosi”). Hanno una forbice di 40 seggi, e vanno presi con tutte le cautele del caso.
Queste erano le stesse stime, per la Camera.
Sta girando molto e viene molto commentata la prima proiezioni di SWG per La7 sul Senato. Sono numero davvero notevoli: Movimento 5 Stelle e Lega insieme avrebbero raccolto più del 50 per cento dei voti. La proiezione è basata su un campione molto piccolo, appena il 12 per cento, e quindi va presa comunque con molta cautela.