• Mondo
  • Giovedì 30 marzo 2017

Il Parlamento venezuelano è rimasto senza poteri

Glieli ha tolti il più alto tribunale del paese, vicino al presidente Nicolás Maduro, mentre per le persone le cose vanno sempre peggio

L'Assemblea Nazionale del Venezuela (FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images)
L'Assemblea Nazionale del Venezuela (FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images)

Mercoledì il Tribunale Supremo di Giustizia venezuelano, il massimo organo del sistema giudiziario del Venezuela, si è attribuito il potere legislativo dopo averlo tolto all’Assemblea Nazionale, il Parlamento unicamerale venezuelano. La decisione del Tribunale, arrivata dopo mesi di profonda crisi politica, è di enorme importanza per il paese non solo perché rende di fatto nulli i poteri del Parlamento, ma anche perché è un colpo durissimo per i partiti politici che si oppongono al presidente Nicolás Maduro. Il Parlamento di Caracas è infatti controllato dalle opposizioni ed è l’unico organo rimasto a contrastare le politiche di Maduro, responsabili di avere alimentato la già grave crisi che aveva colpito il Venezuela qualche anno fa. Il Tribunale, che invece è controllato dal governo, ha giustificato la sua decisione sostenendo che il Parlamento ha continuato a porsi in una posizione di «ribellione e oltraggio» alle decisioni del massimo organo giudiziario. Quella di ieri è letta e descritta dalla stampa internazionale come l’ultima mossa di Maduro per accentrare ancora di più i suoi poteri e ridurre al minimo quelli dell’opposizione.

Lo scontro tra Tribunale Supremo di Giustizia e Assemblea Nazionale andava avanti da più di un anno: nel gennaio 2016 il Tribunale aveva già dichiarato la situazione di «ribellione e oltraggio» e aveva annunciato che tutti gli atti del Parlamento erano da considerare nulli. L’episodio che aveva dato inizio allo scontro era stata una sentenza del mese precedente – non accettata dall’Assemblea Nazionale – che definiva “sospesa temporaneamente” l’elezione di tre deputati dello stato venezuelano di Amazonas, nel sud del paese. Da quel momento, di fatto, il Tribunale ha dato seguito alle richieste del governo che aveva detto di considerare il Parlamento “illegittimo”. Questa interpretazione è stata ribadita nella decisione di ieri, nella quale il Tribunale, interpellato su una questione specifica, ha detto che il presidente è solo tenuto a informare il Parlamento, mentre l’Assemblea «non potrà modificare le condizioni proposte né pretendere di stabilirne di nuove». In altre parole, il Tribunale ha tolto il potere legislativo al Parlamento.

Giovedì Henry Ramon Allup, deputato di Acción Democrática (uno dei partiti che formano la Mesa de la Unidad Democrática, la coalizione che raggruppa le opposizioni venezuelane), ha detto che l’Assemblea Nazionale continuerà a esercitare le sue funzioni, a dispetto della sentenza del Tribunale. Allup ha anche annunciato che i deputati si rivolgeranno a tutti gli organismi internazionali per denunciare le irregolarità compiute dal governo venezuelano e dal Tribunale Supremo di Giustizia, che secondo le opposizioni e diverse ONG venezuelane è a sua volta “illegittimo” perché emette sentenze contrarie alla Costituzione. Per esempio viene contestata la parte dell’ultima sentenza che prevede che il Tribunale Supremo di Giustizia trasferirà il potere legislativo a un organo terzo, che significherebbe in pratica creare un altro organo con le funzioni dell’attuale Assemblea Nazionale; secondo le opposizioni, questo ulteriore trasferimento di poteri non è previsto dalla Costituzione.

In Venezuela intanto continuano a mancare cibo e medicinali, con milioni di famiglie in difficoltà e con i costi dei consumi sempre più alti: il governo non è più in grado di fornire i servizi basilari e l’inflazione è fuori controllo (nel 2016 è stata di circa l’800 per cento, secondo alcuni documenti della Banca centrale). Bloomberg ha monitorato in Venezuela il prezzo del cappuccino settimana dopo settimana in una panetteria di Caracas, la capitale (in modo simile all’indice Big Mac creato dall’Economist). Il risultato è che in 32 settimane nel 2016 il prezzo è esploso arrivando a 1.800 bolivar dai 450 iniziali, pari a un incremento del tasso di inflazione annuo dell’877 per cento. Anche se il “Café Con Leche Index” ha ovviamente molti limiti e non può essere paragonato all’indice dei prezzi al consumo, dà comunque molto in concreto l’idea e la portata dell’attuale situazione del Venezuela.