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  • Martedì 28 marzo 2017

Il nuovo presidente del Cile sarà il vecchio presidente del Cile?

L'ex presidente Sebastián Piñera è in vantaggio nei sondaggi, seguito da un senatore anti-establishment con un passato da giornalista tv

di Nick Miroff - The Washington Post

L'ex presidente cileno Sebastián Piñera (Paul Morigi/Getty Images for Concordia Summit)
L'ex presidente cileno Sebastián Piñera (Paul Morigi/Getty Images for Concordia Summit)

Recentemente i candidati della destra hanno vinto elezioni in tutta l’America Latina. In Cile, con l’attuale calo dell’economia, il miliardario conservatore Sebastián Piñera sembra dirigersi verso un ritorno al potere alle elezioni presidenziali in programma a novembre. Piñera, però, che è già stato presidente del Cile dal 2010 al 2014, rischia di imbattersi in un’altra delle forze che dominano l’attuale politica globale: l’ascesa del sentimento anti-estabilishment, che potrebbe avvantaggiare il suo probabile avversario, il senatore di sinistra ed ex conduttore di telegiornali Alejandro Guillier.

Nei prossimi mesi la campagna elettorale cilena sarà osservata attentamente. Il Cile è una delle principali economie dell’America Latina ed è spesso presentato come modello di un governo onesto e tecnocratico. Al momento nei sondaggi Piñera e Guillier – le cui candidature non sono ancora ufficiali – sono praticamente alla pari. Questo dato da solo è un’impresa notevole per il 64enne Guillier, che è un indipendente relativamente nuovo alla politica con poco sostegno da parte dei partiti tradizionali cileni. Grazie alle accuse di accordi commerciali spregiudicati e conflitti di interessi nei confronti di Piñera, Guillier potrebbe riuscire a ottenere una vittoria a sorpresa, secondo gli analisti. «Se la crescita economica non sarà il tema centrale delle elezioni e questo voto diventerà un referendum sull’establishment e la classe politica cilena, allora vincerà Guillier», ha detto Roberto Méndez, presidente di GFK Adimark, un importante istituto di sondaggi cileno.

Dopo un decennio in cui la sinistra ha dominato le elezioni sudamericane, i candidati di destra hanno ottenuto la presidenza in Argentina e Perù e sono andati bene anche alle recenti elezioni municipali brasiliane. Piñera ha promesso di ripristinare lo splendore del cosiddetto “modello cileno”, un messaggio che ha grande risonanza in un momento in cui l’attuale governo del paese, guidato dalla presidente di sinistra Michelle Bachelet, ha raggiunto il il gradimento minimo degli elettori. Danneggiata da scandali, inciampi e catastrofi naturali tra cui gli incendi peggiori della storia del Cile, Bachelet, una volta molto popolare, ha visto il suo tasso di approvazione crollare al 23 per cento, secondo un sondaggio condotto a febbraio da GFK.

Guillier, che ha 64 anni, è stato eletto in Senato nel 2013 dopo una lunga carriera nei telegiornali serali cileni, durante le quale è stato spesso valutato dal pubblico come il giornalista televisivo più affidabile del paese. «È come se negli Stati Uniti Walter Cronkite [un popolare giornalista televisivo americano, morto nel 2009] avesse deciso di candidarsi alla presidenza», ha detto Méndez. La critica maggiore che viene mossa nei confronti di Guillier – dicono gli analisti – è che non ha esperienza e non ha presentato un piano per cambiare la situazione nel paese. Nonostante non faccia parte del governo, inoltre, Guillier non si è nemmeno distanziato apertamente da Bachelet. «Per Guillier la strada verso la vittoria è molto stretta», ha detto l’analista politico Ascanio Cavallo, «per il centro-sinistra questa elezione sarà molto difficile per via dell’eredità dell’attuale governo».
Piñera, che ha 67 anni, sta ottenendo consensi grazie a una specie di equivalente cileno di “Make America Great Again”, benché meno incentrato sul nazionalismo e più sulla competenza manageriale e l’efficienza. Con un patrimonio stimato di circa 2,5 miliardi di euro ottenuto grazie a investimenti nel settore bancario, in compagnie aeree e in altri campi, Piñera è forse l’unico politico nel continente americano con una ricchezza paragonabile a quella di Donald Trump. Piñera concluse il suo primo mandato da presidente con valutazioni contrastanti, ottenendo però grandi consensi per il modo in cui gestì un terremoto di magnitudo 8.8 nel 2010 e, nello stesso anno, aver liberato 33 minatori intrappolati, la cui vicenda aveva attirato l’attenzione di tutto il mondo. Il sistema cileno non permette ai presidenti di restare in carica per più mandati consecutivi. La rabbia per il modo in cui il governo ha gestito gli incendi di quest’anno – che hanno ucciso almeno 11 persone e bruciato oltre 400mila ettari di terre – si è trasformata in sostegno a un leader capace di guidare un paese durante una crisi.

Piñera, uno degli uomini più ricchi del Cile, è considerato un moderato di centrodestra e non una figura associata ai conservatori di estrema destra che hanno fatto parte della dittatura militare che ha governato il Cile dal 1973 al 1990. Alla fine del suo primo mandato, però, Piñera è stato oggetto della rabbia degli studenti, quando delle enormi proteste di strada hanno messo in discussione il modello economico neo-liberale del paese. Le proteste hanno favorito la vittoria alle elezioni di Bachelet, che era stata la prima presidente donna del Cile dal 2006 al 2010. Il secondo mandato di Bachelet, però, è stato decisamente più complicato, e uno scandalo di corruzione che ha coinvolto sua figlia e sua nuora ha danneggiato irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Le sue proposte di grandi cambiamenti alle leggi fiscali e all’istruzione pubblica del Cile hanno deluso le aspettative. L’impopolarità di Bachelet ha raggiunto livelli tali che l’ex presidente Ricardo Lagos, che concluse il suo mandato nel 2006 con giudizi molto positivi, è stato distaccato di molto da Guillier nei sondaggi, perché come candidato di centrosinistra alle prossime elezioni è considerato vicino al governo. «È la sinistra a essere in crisi, qui come dovunque nel mondo», ha detto Cavallo, «non hanno un piano al di là di estendere i sussidi pubblici e ampliare l’influenza dello Stato, anche quando non ci sono le risorse per farlo».

Piñera piace ai cileni che pensano che il paese sia finito fuori strada e debba tornare al modello liberista a cui è attribuito il merito di decenni di crescita. Negli ultimi anni l’economia cilena è cresciuta di circa il 2 per cento, circa la metà rispetto a un decennio fa, quando in Sud America le esportazioni di materie prime erano in grande espansione. In quegli anni Piñera si arricchì molto, ma ora la maggiore responsabilità che gli viene attribuita è forse legata ai suoi ampi investimenti. Negli ultimi mesi è stato attaccato per via di alcune rivelazioni su alcuni investimenti della sua famiglia in una società di pesca peruviana che potrebbe avere beneficiato di accordi marittimi che Piñera aveva negoziato durante il suo mandato. Gli avvocati di Piñera hanno detto che gli investimenti sono stati fatti attraverso un blind trust. I procuratori cileni stanno anche indagando sulle accuse secondo cui il governo di Piñera avrebbe bloccato la costruzione di un impianto idroelettrico che avrebbe danneggiato i suoi interessi in una società mineraria. Piñera, che non è stato accusato formalmente, nega di aver commesso reati, accusando il Partito Comunista cileno di portare avanti «una campagna sporca» per non farlo diventare presidente.

Stando agli analisti, tuttavia, l’attuale clima politico anti-establishment ha reso gli elettori particolarmente sensibili alle accuse di condotta inappropriata; se le accuse dovessero persistere le ripercussioni su Piñera saranno gravi. Vista la mancanza di altre figure di spicco a destra al di fuori di Piñera, il beneficiario dell’insoddisfazione degli elettori diventerebbe Guillier. I molti anni passati in televisione lo hanno reso una figura familiare e gradita per tanti cileni. Guillier, poi, non è considerato parte dell’élite politica ed economica cilena. In quello che potrebbe essere il segno più evidente del fatto che solo Piñera può perdere le elezioni, il 45 per cento dei 1051 cileni che hanno risposto a un sondaggio condotto a febbraio da Adimark ha detto di aspettarsi che sarà Piñera a vincere le elezioni, indipendentemente dal fatto che avessero intenzione di votare per lui o meno. Solo il 28 per cento ha previsto la vittoria di Guillier.

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