Le cose da sapere sullo sciopero dei taxi

I tassisti di tutta Italia oggi scioperano dalle 8 alle 22 contro il governo, accusato di non avere rispettato l’accordo annunciato a fine febbraio

(ANSA/ LUCA ZENNARO)
(ANSA/ LUCA ZENNARO)

Oggi, 23 marzo, dalle 8 alle 22 ci sarà uno sciopero nazionale dei tassisti indetto da alcuni alcuni dei principali sindacati. Lo sciopero riguarderà i tassisti di tutta Italia e potrebbe comportare notevoli disagi: i tassisti hanno annunciato che saranno comunque garantiti i servizi essenziali, compreso il trasporto di anziani in casi di emergenza e delle persone disabili. Ieri il viceministro dei Trasporti Riccardo Nencini, dopo un incontro con i rappresentanti sindacali dei tassisti, ha presentato la bozza dello schema di decreto interministeriale concertato con il ministero dello Sviluppo economico con misure “tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio noleggio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia”, ma nonostante questo i tassisti hanno deciso di confermare lo sciopero.

Lo sciopero arriva a circa un mese di distanza dalle numerose proteste non autorizzate organizzate dai tassisti nelle principali città italiane, con interruzioni del servizio e manifestazioni che in alcuni casi sono state violente e scontri con la polizia, ed è stato proclamato da Unica Cgil, Fit Cisl Taxi, Ugl Trasporti Taxi, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Usb Taxi, Uti e Unimpresa, mentre per ora non hanno dato la loro adesione Uri, Uritaxi, Casartigiani e Confartigianato. Come si legge nel comunicato diffuso dai sindacati, i tassisti sciopereranno “contro una liberalizzazione selvaggia che, miopi politiche d’interesse di poche multinazionali, vorrebbe imporre affamando un’intera categoria e distruggendo la qualità del servizio pubblico non di linea”.

Governo e rappresentanti sindacali avevano trovato un accordo a fine febbraio, dopo giorni di manifestazioni contro un emendamento presentato da Linda Lanzillotta (Partito Democratico) al Senato, da applicare al cosiddetto Milleproroghe, per rinviare alla fine di quest’anno l’emanazione di un decreto per regolamentare il funzionamento dei servizi alternativi ai taxi per il trasporto di persone con autista, come avviene con sistemi come Uber e con le auto a noleggio con conducente (NCC). I regolamenti comunali impongono già limiti e restrizioni per Uber e NCC, proprio per evitare che il loro servizio sia identico a quello classico dei taxi, ma secondo i tassisti le regole non sono sufficienti e devono essere inasprite per evitare che altri servizi facciano il loro lavoro senza il vincolo delle licenze (di solito molto costose perché il loro numero è calmierato, benché in origine siano emesse gratuitamente e poi vendute dai tassisti a fine carriera).