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  • Domenica 21 agosto 2016

Zero medaglie, di nuovo

È il numero di medaglie vinte dall'Italia nell'atletica leggera a Rio: era già successo l'anno scorso ai Mondiali, ma alle Olimpiadi non capitava da 60 anni

(FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
(FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

Alle Olimpiadi in corso a Rio, la saltatrice Alessia Trost è arrivata quinta nella gara di salto in alto, vinta con una misura inferiore al suo record personale. Il maratoneta Daniele Meucci, ex campione europeo, si è ritirato per infortunio mentre era nel gruppo di testa. La staffetta femminile della 4×400 è arrivata sesta dopo che nelle batterie aveva ottenuto un tempo che in finale sarebbe valso la medaglie di bronzo. Insomma, alcuni ci sono andati vicino ma la nazionale italiana di atletica leggera ha concluso le Olimpiadi con zero medaglie. Nonostante fosse accaduto anche ai Mondiali di atletica del 2015, alle Olimpiadi estive non succedeva da sessant’anni esatti, cioè da Melbourne 1956. Nella storia delle Olimpiadi moderne era successo solamente altre due volte: a Parigi 1900 e ad Amsterdam 1928.

A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale l’Italia ha costruito una solida tradizione nell’atletica leggera, producendo decine di ottimi atleti, alcuni dei quali sono stati considerati fra i più forti al mondo: ad esempio Pietro Mennea nei 100 e nei 200 metri, Fiona May nel salto in lungo, Adolfo Consolini nel lancio del disco, Maurizio Damilano nella marcia. Da qualche anno però gli atleti di alto livello – e di conseguenza le medaglie ottenute nei tornei internazionali – si sono fatte sempre più rariper motivi non sempre chiarissimi (anche se gli esperti per anni hanno parlato di una federazione nazionale gestita in maniera poco efficiente). Alle Olimpiadi di Londra 2012 l’Italia aveva ottenuto una sola medaglia, quella di bronzo di Fabrizio Donato nel salto triplo. Agli Europei di atletica disputati poche settimane fa l’Italia è arrivata nona nel medagliere, a grande distanza dalle prime posizioni.

A questo giro, a una situazione già problematica si è aggiunto il fatto che i due atleti italiani più forti non hanno potuto gareggiare: il saltatore Gianmarco Tamberi per via di un grave infortunio, mentre il marciatore Alex Schwazer a causa di una nuova controversa squalifica per doping. La spedizione italiana era comunque piena di atleti giovani e ancora poco esperti a livello internazionale. Nessuno di loro è però riuscito a migliorarsi sensibilmente o a fare una gran figura. Gloria Hooper, forse la più promettente fra le velociste italiane, è stata eliminata nella batteria dei 200 metri. Desiree Rossit, 22enne saltatrice capace in passato di battere Trost, in finale è arrivata sedicesima. Anche gli atleti che hanno raggiunto l’obbiettivo minimo – la finale dei 400 per Grenot; quella del salto in alto per Trost – si sono fermati lì, senza andare oltre. Il miglior risultato è stato quello della 25enne Antonella Palmisano, arrivata quarta un po’ a sorpresa nella 20 chilometri di marcia.

Molte cose sono andate storte – l’infortunio di Meucci, la squalifica di Giorgi, la scarsa condizione a cui è arrivata alla maratona Valeria Straneo – ma non è chiaro se l’atletica italiana riuscirà a riprendersi in vista dei due prossimi tornei internazionali: i Mondiali di Londra del 2017 e gli Europei del 2018 a Berlino.