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  • Lunedì 16 maggio 2016

È finita la Serie A

Nonostante un inizio sorprendente alla fine è andata come doveva andare, no?

Gonzalo Higuain dopo la partita contro il Frosinone (CARLO HERMANN/AFP/Getty Images)
Gonzalo Higuain dopo la partita contro il Frosinone (CARLO HERMANN/AFP/Getty Images)

Dopo dieci mesi e 38 giornate è finito il campionato di Serie A 2015/2016: una stagione che si ricorderà principalmente per il quinto scudetto consecutivo della Juventus e per il nuovo record di gol in Serie A dell’attaccante del Napoli Gonzalo Higuaín. Anche se il campionato è finito rimane un’ultima cosa da sapere: quale sarà l’ultima squadra italiana ad accedere all’Europa League del prossimo anno. La questione dipende dal risultato della finale di Coppa Italia che Milan e Juventus giocheranno il 21 maggio: se dovesse vincere la Juve in Europa League andrebbero Inter, Fiorentina e Sassuolo. Se dovesse vincere il Milan, in Europa League andrebbero invece Milan, Inter e Fiorentina.

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Dietro la Juventus, che ha finito il campionato con 91 punti, si sono posizionate Napoli e Roma. Il Napoli accede quindi direttamente ai gironi di Champions League mentre la Roma dovrà giocare i preliminari di Champions League: solo se dovesse superarli accederebbe alla fase a gironi. Le due squadre che a inizio campionato erano considerate le favorite per la retrocessione, Carpi e Frosinone, alla fine sono retrocesse, nonostante abbiano disputato un buon campionato al loro esordio in Serie A. La terza squadra retrocessa è l’Hellas Verona.

Il futuro della Juventus

A inizio campionato la Juventus era una squadra molto diversa da quella della stagione precedente: erano stati venduti alcuni dei giocatori più forti della rosa, come Arturo Vidal, Andrea Pirlo e Carlos Tevez, e nel mercato estivo erano stati acquistati molti nuovi giocatori, tra cui i due attaccanti che hanno formato la coppia titolare d’attacco di quest’anno, Paulo Dybala e Mario Mandžukić, e altri su cui circolavano dei dubbi per ragioni diverse, come Sami Khedira, Hernanes, Juan Cuadrado e Daniele Rugani. Nelle prime dieci partite la Juventus aveva messo insieme solo 12 punti, segnando solamente 11 gol: il peggior inizio nella storia della Juventus in Serie A. A un certo punto la Juventus era arrivata a essere anche dodicesima in classifica, e la società e l’allenatore Massimiliano Allegri erano stati accusati di aver rivoluzionato troppo la squadra nel mercato estivo.

La sconfitta in casa contro l’Udinese nella prima giornata di campionato

Dopo l’inizio stentato, però, la Juventus ha incominciato a giocare decisamente meglio, e a vincere praticamente sempre. Dybala ha iniziato a essere determinante e il centrocampista Paul Pogba, uno dei giovani calciatori più forti e promettenti in Europa, è tornato a essere costante come nella scorsa stagione. La Juventus tra fine ottobre e metà febbraio ha vinto 15 partite di fila, e Gianluigi Buffon ha stabilito il nuovo record di imbattibilità in Serie A, con 973 minuti senza subire gol.

Nessuna squadra ha impensierito più di tanto la Juventus: la Roma, che avrebbe potuto farlo, ha sprecato la prima parte di stagione, quando aveva la possibilità di guadagnare punti di vantaggio, per i problemi causati dalla gestione di Rudi Garcia, poi esonerato. Il Napoli ha tenuto il passo in qualche modo fino a una decina di giornate dal termine della stagione, ma poi una serie di risultati negativi lo hanno allontanato definitivamente dal primo posto.

La Juventus è l’unica squadra italiana che negli ultimi anni è riuscita ad accedere regolarmente alla fase a eliminazione diretta delle coppe europee: un risultato che, oltre al prestigio, significa molto anche dal punto di vista economico, visto che garantisce decine di milioni di euro in premi ed altrettanti derivanti dai diritti televisivi. È poi l’unica grande squadra italiana con uno stadio di proprietà e ogni anno è in grado di allestire una squadra che compete con le migliori d’Europa. A oggi un sesto scudetto consecutivo nella prossima stagione non sembra poi un’ipotesi così remota.

Il record di Gonzalo Higuain

L’attaccante argentino del Napoli, e capocannoniere della Serie A, sabato sera ha realizzato tre dei quattro gol con i quali il Napoli ha battuto il Frosinone 4 a 0 nell’ultima partita di campionato, ed è quindi riuscito a superare il record di gol fatti da un giocatore in un campionato di Serie A a girone unico. Ne ha segnati 36: il primato precedente, di 35 gol, era finora detenuto dallo svedese Gunnar Nordahl, che lo aveva stabilito nel campionato 1949/1950, giocando nel Milan.

Il gol con cui Higuain ha battuto il record di Nordahl

Higuaín non ha mai segnato così tanti gol in un campionato, né con il River Plate, squadra in cui è cresciuto, né con il Real Madrid. In Spagna, nella stagione 2009/2010, aveva stabilito il suo precedente record di gol realizzati: 27 in campionato e 2 in Champions League, eguagliato al Napoli lo scorso anno con 29 gol segnati tra campionato e coppe. Quest’anno ha segnato in tutto 38 gol, 36 in campionato e due in Europa League. Nella classifica dei marcatori di quest’anno Higuaín ha ben 17 gol in più di Paulo Dybala della Juventus, il secondo marcatore della Serie A, pur avendo saltato tre partite per via di una squalifica a inizio aprile.

Le difficoltà delle milanesi

Fino a pochi anni fa le due squadre di Milano erano fra le protagoniste del calcio italiano ed europeo. Da cinque anni però la loro importanza è notevolmente diminuita, cosa che potrebbe essere considerata normale dopo il lungo periodo di risultati notevoli, ma non lo è per il modo in cui è avvenuta. Il declino dell’Inter è iniziato la stagione successiva alla vittoria del “triplete” (cioè la vittoria in una sola stagione di Champions League, Serie A e Coppa Italia) quando la società, allora ancora di proprietà di Massimo Moratti, non riuscì a sfruttare la scia dei successi per rimanere fra le prime squadre d’Europa. Nel frattempo l’Inter ha cambiato proprietà ma manca dalla Champions League dal 2012 e quest’anno, con il quarto posto, ha raggiunto la posizione in classifica più alta delle ultime cinque stagioni. La squadra attuale, allenata da Roberto Mancini, ha concluso il campionato nella posizione in cui meritava di stare ma con molta fatica, e non è quasi mai sembrata una squadra solida e ben organizzata.

Il Milan invece ha vinto il suo ultimo trofeo nel 2011 e da lì in poi ha cambiato cinque allenatori, si è qualificato solamente due volte per la Champions League (l’ultima nel 2013) e ha impoverito notevolmente la sua rosa. In mezzo è successo un po’ di tutto: Berlusconi ha imposto sua figlia Barbara come nuovo amministratore delegato con delega alle questioni extra-sportive, creando una notevole confusione di ruolo e gerarchie con lo storico amministratore delegato Adriano Galliani. Il tentativo di costruire un nuovo stadio è fallito nel giro di qualche mese. Le precedenti trattative per la cessione del club sono state annullate e la situazione di quelle in corso è tutta da vedere. Inoltre, gli investimenti nella squadra sono stati saltuari e poco studiati: ora il Milan, sette volte campione d’Europa, rischia di restare fuori dalle coppe europee per il terzo anno consecutivo.

Chi si ritira

Quest’anno il campionato italiano perde tre storici calciatori, che hanno deciso di ritirarsi dopo circa vent’anni di carriera: Cristian Abbiati, Luca Toni e Gianpaolo Bellini.

Abbiati è stato il portiere del Milan per 17 anni, dal 1998 al 2005 e dal 2008 al 2016. Molto amato dai tifosi milanisti, si è ritirato sabato sera al termine dell’ultima partita di campionato del Milan.

Luca Toni è stato uno degli attaccanti italiani più forti della sua generazione e fra squadre di club e nazionale ha segnato 324 gol: ha vinto i Mondiali nel 2006 con la nazionale italiana e ha giocato per 15 club, tra cui Palermo, Fiorentina, Bayern Monaco, Genoa, Roma e Juventus. Nella sua ultima partita, disputata due settimane fa contro la Juventus e ininfluente per entrambe le squadre (Hellas già retrocesso, Juventus già campione d’Italia), Toni ha segnato il gol del vantaggio con un cucchiaio su calcio di rigore.

 

Bellini, di ruolo terzino, ha passato tutta la carriera con il club della propria città, l’Atalanta, con cui iniziò a giocare dalla categoria dei “pulcini”. Fra Serie A e Serie B ha disputato a Bergamo 18 stagioni, la maggior parte delle quali da titolare. Domenica scorsa, nella sua ultima partita allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, Bellini ha segnato il calcio di rigore che ha permesso all’Atalanta di pareggiare 1 a 1 contro l’Udinese.

Non si sa ancora con certezza che cosa deciderà di fare l’attaccante dell’Udinese Antonio di Natale: si sa solo che lascerà l’Udinese. Anche l’attaccante tedesco Miroslav Klose è sicuro di lasciare la Lazio ma non di ritirarsi. C’è un po’ più di certezza invece su Francesco Totti, che dopo tutto quello che è successo in questa stagione, fra polemiche e gol, molto probabilmente giocherà un altro anno con la Roma: sono in corso le trattative per il rinnovo del contratto.