• Mondo
  • Sabato 28 febbraio 2015

In Messico i matrimoni gay sono legali?

Molti stati messicani permettono alle coppie gay di sposarsi, ma solo dopo avere "contestato" le leggi che glielo proibiscono

People walk under a huge rainbow flag during a rally celebrating the validity of the new law on homosexual marriage --the first of its kind in Latin America which also considers the possibility of adoption, on March 14, 2010 in Mexico City. AFP PHOTO/Alfredo Estrella (Photo credit should read ALFREDO ESTRELLA/AFP/Getty Images)
People walk under a huge rainbow flag during a rally celebrating the validity of the new law on homosexual marriage --the first of its kind in Latin America which also considers the possibility of adoption, on March 14, 2010 in Mexico City. AFP PHOTO/Alfredo Estrella (Photo credit should read ALFREDO ESTRELLA/AFP/Getty Images)

In Messico negli ultimi tre anni diversi tribunali minori hanno permesso a coppie omosessuali di sposarsi, nonostante il divieto imposto sia dalla legislazione federale messicana sia da quella di molti singoli stati. La situazione, come spiega un lungo articolo di Buzzfeed sulla questione, è il risultato di complessi e confusi meccanismi previsti dalla legge messicana: una coppia gay messicana che vuole sposarsi deve “contestare” la legge statale, cioè deve avviare un’azione legale contro il proprio stato di residenza. A quel punto lo stato può accettare la richiesta – una cosa che succede piuttosto di frequente – cosa che però non significa automaticamente autorizzare altre coppie a fare la stessa cosa. Non si tratta quindi di una vera e propria legalizzazione dei matrimoni gay, ma di concessioni fatte di volta in volta, molto a rilento.

In un tribunale statale messicano una data sentenza non costituisce di per sé un precedente vincolante in successivi processi, al contrario di quanto succede nel sistema giudiziario statunitense. Questo vale però fino a che in quello stato non ci siano cinque sentenze identiche sulla stessa materia. Per il momento ci sono state sentenze favorevoli ai matrimoni omosessuali in 22 stati messicani, ma solo in tre si è arrivati alla soglia di cinque sentenze. Oggi il matrimonio omosessuale può essere celebrato a Città del Messico, nel Coahuila e nel Quintana Roo (due stati messicani periferici).

Il primo stato a riconoscere i matrimoni omosessuali è stato quello di Città del Messico, che ha un grado di autonomia legislativa molto ampio e comparabile a quello della città di Washington negli Stati Uniti. Una legge statale fu approvata alla fine del 2009. Gli oppositori della legge riuscirono a portare il caso alla Corte Suprema messicana, che stabilì che la legge era costituzionale e che anzi il matrimonio contratto dalle coppie omosessuali avrebbe anche dovuto essere riconosciuto in tutto il paese. Al contempo, la Corte decise però che rimanevano costituzionali le moltissime leggi statali che altrove proibiscono il matrimonio omosessuale. Quindi non se ne fece nulla.

Nel 2011 una coppia omosessuale chiese a uno studente di giurisprudenza di Città del Messico, Alex Alí Méndez Díaz, di occuparsi della sua richiesta di matrimonio, proprio sulla base della decisione della Corte Costituzionale messicana: i due ragazzi volevano sposarsi ma non avevano i soldi per celebrare il matrimonio a Città del Messico, e chiedevano di poterlo fare nella loro città natale, nello stato di Oaxaca. Méndez Díaz presentò tre ricorsi contro la legge statale di Oaxaca, in rappresentanza della prima coppia e di altre due coppie che erano state incluse nel caso. Buzzfeed scrive che le associazioni locali per i diritti LGBT non credevano che contestare la legge statale potesse essere una buona idea, perché ritenevano che lo stato non era ancora pronto per una discussione sul tema (il Messico è un paese a stragrande maggioranza cattolica). Méndez Díaz perse due casi ma riuscì a portarne uno davanti alla Corte Suprema, che nel dicembre del 2012 ha dato ragione alla coppia.

Da allora ci sono state decine di cause singole e collettive di questo tipo presentate da coppie omosessuali (oggi Méndez Díaz è coinvolto in cause presentate in 19 tribunali statali diversi). Secondo Méndez Díaz, ci vorranno due o tre anni affinché la Corte Suprema – che comunque si è già pronunciata favorevolmente su diversi casi singoli – recepisca le sentenze di ciascuno stato e obblighi a cambiare le singole leggi statali. Nel frattempo, Méndez Díaz ha spiegato che un numero sempre maggiore di sentenze potrebbe generare qualche protesta, sebbene in questi mesi la Chiesa messicana non abbia praticamente fatto opposizione (potrebbe c’entrare il fatto che in Messico cambiare una legge statale tramite delle sentenze è una pratica abbastanza rara). In ogni caso, conclude Méndez Díaz, i casi vinti nei tribunali statali e davanti alla Corte Suprema rendono l’approvazione dei matrimoni omosessuali «inevitabile».

foto: ALFREDO ESTRELLA/AFP/Getty Images