Una mappa di ebola per allarmisti

La cosa che dovete girare a chi dice che "l'Africa è in ginocchio" e cose del genere

Finora i principali articoli sull’epidemia di ebola che hanno occupato le prime pagine dei giornali nel mondo sono stati sostanzialmente di tre categorie: quelli che davano aggiornamenti e notizie; quelli che raccontavano facce, storie ed esperienze; quelli che spiegavano dal punto di vista scientifico cose intorno alla malattia (i sintomi, come si prende il virus, eccetera). C’è però una quarta categoria: gli articoli allarmisti, esagerati e imprecisi che giocano sulla paura dei lettori. Di conseguenza è stato necessario scrivere altri articoli per smontare luoghi comuni e false credenze. Qui, qui e qui ne trovate un po’. Anthony England (un chimico inglese che è stato a lungo in Africa) ha diffuso su Twitter una mappa – ripresa da varie testate internazionali e rilanciata centinaia di volte – che aiuta a capire con un colpo d’occhio le dimensioni dell’epidemia.

La mappa evidenzia che nonostante il grande allarmismo sull’Africa in generale, che sta avendo conseguenze economiche pesanti per paesi liberi dall’epidemia, le nazioni coinvolte siano “solo” tre: Guinea, Liberia e Sierra Leone. Affermare quindi che ebola sta mettendo in ginocchio l’Africa è una semplificazione eccessiva. In Africa ci sono più di 50 paesi e nella maggior parte del continente, così come nel resto del mondo, le cose procedono normalmente. Anthony England è stato criticato per non aver incluso nella mappa né il Mali né la Repubblica Democratica del Congo, nonostante i due paesi non siano stati dichiarati liberi da ebola e ci siano stati dei casi isolati. Al Washington Post ha però spiegato: «Ci sono solo tre paesi problematici, e il mondo ha bisogno di sapere questo».

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