• Mondo
  • Martedì 12 agosto 2014

Più di mille morti per ebola

Intanto la Liberia, uno dei paesi più colpiti, sta ricevendo migliaia di dosi del farmaco sperimentale che sembra aver funzionato con i due americani

Martedì 12 agosto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che nell’epidemia di ebola in corso in Africa occidentale sono morte 1.013 persone e 1.848 sono state infettate. In questi giorni c’è stato anche il primo morto europeo dall’inizio dell’epidemia. Si tratta di un sacerdote cattolico spagnolo, infettato in Liberia e che si trovava in cura in un ospedale di Madrid.

Da mesi oramai questa epidemia di ebola è diventata la più grande di sempre: l’ultima in ordine di gravità avvenne nel 1976 in Zaire e causò la morte di 280 persone. L’epidemia, cominciata lo scorso marzo, si è diffusa in particolare in Liberia, Sierra Leone e Guinea. Ebola è un virus incurabile che causa febbri emorragiche: la variante del virus che ha causato l’epidemia, “ebola Zaire” o “ZEBOV”, ha una mortalità fino al 90 per cento dei casi.

Nei prossimi giorni la Liberia, il paese più colpito dall’epidemia, riceverà migliaia di dosi di Zmapp, un farmaco sperimentale per combattere ebola che non è stato ancora testato sull’uomo. Zmapp è prodotto dalla Mapp Biopharmaceutical, un’azienda farmaceutica di San Diego. I primi esseri umani su cui è stata somministrata, due operatori sanitari che sono rimasti infettati in Liberia, sembra che abbiano reagito in maniera positiva al farmaco. Anche il sacerdote spagnolo morto martedì aveva ricevuto alcune dosi di Zmapp. In precedenza, però, il farmaco era stato testato soltanto sulle scimmie e ci sono ancora molti rischi nell’utilizzarlo.

La società ha fatto sapere che dopo le spedizioni in Liberia ha completamente esaurito le sue scorte di Zmapp. Il farmaco è stato spedito senza alcun costo per il governo liberiano; anche l’OMS ha inviato nel paese alcune delle sue riserve di Zmapp. Il governo liberiano ha spiegato di aver deciso di affrontare il rischio di usare il farmaco prima di una serie di test per verificarne l’affidabilità, dicendo che per molte persone infettate è l’unica alternativa a una morte certa.