Perché il governo Letta durerà

Perché qualunque legge elettorale premierebbe comunque il M5S, secondo Michele Salvati sul Corriere della Sera

Il Corriere della Sera pubblica lunedì in prima pagina una riflessione del politologo Michele Salvati (a suo tempo ispiratore della nascita del Partito Democratico, di recente assai disilluso sulle sue prospettive) sugli scenari che diverse legge elettorali offrirebbero alla composizione di una maggioranza più solida di quella attuale.

Già si parla di «uscita dal tunnel». Ma credo sia evidente a tutti che, affinché si possa pensare a una vera ripresa della crescita e non a un rimbalzo momentaneo dovuto alla stessa profondità della recessione, manca una essenziale condizione politica: un governo con un’analisi condivisa della crisi economica e con la forza necessaria a mettere in atto le riforme strutturali necessarie per superarla.
Questo governo manca perché le ultime elezioni politiche ci hanno consegnato un Paese diviso in tre forze di peso quasi eguale (Pd, Pdl, 5 Stelle) più una (Scelta Civica) che per le sue dimensioni può solo svolgere un ruolo integrativo e complementare verso le altre. E soprattutto perché, a seguito di differenze ideologiche e programmatiche profonde, le tre forze maggiori non possono sommarsi a due a due (più la forza minore) al fine di ottenere una robusta maggioranza in Parlamento: i 5 Stelle si sottraggono addirittura a qualsiasi proposta di coalizione; Pd e Pdl, che l’hanno accettata, hanno prodotto un governo che non è all’altezza dei problemi che il Paese ha di fronte. Prendersela con gli elettori perché hanno votato come hanno votato è inutile. Piuttosto vale la pena di chiedersi se continueranno a votare così in una prossima elezione politica e come si potrebbe rimediare alla conseguente ingovernabilità se continuassero a farlo.

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