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  • Domenica 30 dicembre 2012

Lo scandalo della “lista Lagarde”

Un ex ministro greco è accusato di aver tolto i nomi dei suoi parenti da una lista di possibili evasori fiscali, in una storia da film di spionaggio in cui c'entra anche l'Italia

di Davide Maria De Luca – @DM_Deluca

L’ex ministro delle finanze greco, Giorgos Papakonstantinou, è stato accusato in questi giorni di aver rimosso i nomi di tre suoi parenti dalla cosiddetta “lista Lagarde”, un documento che contiene i nomi di centinaia di possibili evasori fiscali greci con depositi in Svizzera. Papakonstantinou aveva ricevuto la lista nel 2010, quando era ministro delle finanze, da Christine Lagarde, all’epoca ministro delle finanze francesi e oggi direttore del Fondo Monetario Internazionale.

Si tratta di un caso che sta occupando le prime pagine di tutti i giornali greci e che in qualche modo interessa anche l’Italia: la lista Lagarde, infatti, è solo una parte della più ampia “lista Falciani”, un documento rubato dagli archivi della filiale di Ginevra della HSBC (una banca londinese tra le più grandi del mondo) e che riguarda anche l’Italia.

La lista Falciani
La “lista Falciani”, di cui fa parte anche la lista Lagarde, ha una storia da film di spionaggio. Il suo nome deriva da Hervé Falciani, un tecnico informatico della HSBC di Ginevra, che tra il 2006 e il 2007 ha sottratto dai computer della banca un elenco di circa 100 mila clienti. Secondo una collega di Falciani, che alcuni giornalisti ritengono la sua ex amante, il suo piano era rubare i dati per rivenderli.

(Da dove arriva la lista dei conti in Svizzera?)

Falciani sostiene di aver contattato polizie e servizi segreti di mezza Europa per consegnare la lista e far condannare gli evasori. La sua collega, invece, sostiene che Falciani si sia rivolto alla polizia soltanto dopo che i tentativi di vendere la lista a varie banche erano falliti. Alla fine del 2008 Falciani comincia a collaborare con la polizia francese e la lista finisce nelle mani dell’allora ministro delle finanze, Christine Lagarde.

La lista Lagarde
Nell’estate del 2010 i servizi segreti francesi informano quelli greci della presenza di numerosi cittadini greci tra i possessori dei depositi della lista Falciani. Un incontro tra i ministri delle finanze dei due paese viene organizzato nell’ottobre 2010. Per la Grecia c’è Giorgos Papakonstantinou, oggi 51enne, esponente del PASOK al governo. Durante l’incontro, l’allora ministro francese Lagarde consegna a Papaconstantinou un CD-Rom con all’interno un elenco di 2.062 conti svizzeri e dei loro proprietari. Ognuno di quei conti, potenzialmente, appartiene a un cittadino greco che ha esportato illegalmente del denaro in Svizzera. Né la consegna della lista, né il suo contenuto vengono resi pubblici da Papaconstantinou.

Interrogato dal parlamento nelle ultime settimane, Papaconstantinou ha detto che all’epoca consegnò la lista alla polizia fiscale, chiedendo che venissero svolte indagini complete su quei conti e sui loro proprietari. Le autorità fiscali decisero di non procedere per motivi legali e del CD-Rom si persero le tracce.  Quando negli ultimi mesi la storia della lista Lagarde è diventata pubblica, Papaconstantinou ha detto di aver passato la lista al suo successore, ora leader del PASOK – il partito socialista che appoggia l’attuale governo Samaras – Evangelos Venizelos.

Venizelos ha confermato di aver ricevuto una lista dal suo predecessore e che la passò all’ufficio del primo ministro tramite una pennetta USB, dato che il CD-Rom originale era sparito. Anche lui ha confermato che all’epoca non fece pressione perché si iniziassero subito delle indagini, dato che gli avvocati lo avevano avvertito che il materiale della lista era inutilizzabile in un processo in quanto sottratto illegalmente.

A questo punto della storia entra in scena un giornalista: Kosta Vaxevanis, direttore della rivista greca Hot Doc. Vaxevanis, alla fine dell’ottobre scorso, riuscì a impossessarsi della lista e la pubblicò sul suo giornale. Vaxevanis venne arrestato per quella pubblicazione, venendo poi rapidamente processato e assolto. Un dettaglio della lista che pubblicò, però, è emerso soltanto in questi giorni e ha dato inizio all’ultimo scandalo: la lista pubblicata da Vaxevanis aveva soltanto 2.059 conti, mentre la lista Lagarde ne conteneva 2.062.

Il caso Papaconstantinou
Dopo la pubblicazione della lista sul giornale di Vaxevanis, le autorità greche hanno fatto richiesta per una nuova copia della lista Lagarde, visto che l’originale era andato perduto. La lista è arrivata nei giorni scorsi e conteneva 3 conti in più, 2.062 in totale. Fonti ufficiali riferiscono che i proprietari dei conti mancanti sono alcune cugine di Papaconstantinou e i loro mariti. Su uno dei conti sarebbero depositati 1,2 milioni di dollari, secondo la stampa greca.

Papaconstantinou è stato accusato negli ultimi giorni di aver eliminato dalla lista i nomi dei suoi parenti prima di consegnarla alla polizia fiscale e passarla al suo successore, Venizelos. Secondo questa ricostruzione, Papaconstantinou avrebbe fatto sparire il CD originale, spostando la lista modificata su una pennetta USB. I dati di quella pennetta sarebbero poi finiti nella mani del giornalista Vaxevanis, che li avrebbe pubblicati.

Ieri Papaconstantinou ha respinto queste accuse, suggerendo che probabilmente qualcuno, forse lo stesso Venizelos, avrebbe tolto i nomi dei suoi parenti dalla lista e l’avrebbe consegnata alla stampa con il solo scopo di screditarlo. La questione è diventata pubblica proprio mentre il parlamento greco sta decidendo le ultime modifiche da apportare alla legge sull’immunità dei ministri: quasi tutti i partiti hanno chiesto che la legge venga modificata in modo che Papaconstantinou non sia protetto dall’immunità.

La lista in Italia
Nel gennaio 2011 i giornali italiani hanno cominciato a pubblicare le prime indiscrezioni sulla parte italiana della lista Falciani. Secondo alcuni la lista conterebbe i nomi di circa 7 mila italiani, tra cui numerosi personaggi famosi. Dopo quasi due anni dal suo ricevimento, però, la lista Falciani non ha prodotto nessun risultato. Varie Commissioni tributarie e altri tribunali hanno stabilito che la lista è inutilizzabile: i dati sono stati rubati e quindi non possono essere utilizzati come prova in tribunale.

Foto: AP Photo/Petros Giannakouris