Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina e senatrice a vita, è morta oggi nel primo pomeriggio a Roma. Levi Montalcini era nata da una famiglia di origine ebraica a Torino il 22 aprile 1909 e quest’anno aveva compiuto 103 anni. Nel 1986 ricevette il premio Nobel per gli studi condotti a partire dagli anni ’50 sul tema della NGF, una proteina legata allo sviluppo del sistema nervoso. Dal primo agosto 2001 era senatrice a vita, nominata da Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.
I suoi meriti scientifici sono enormi, come testimonia il premio Nobel, e la sua personalità è altrettanto nota e peculiare: una grandissima dedizione al lavoro, una lucidità altrettanto grande anche negli ultimi anni della sua vita, l’eleganza austera nei comportamenti e nel modo di vestirsi (era nota anche per disegnarsi i vestiti da sola). Un articolo che le dedicò Nature nell’aprile del 2009 inizia così: “Nonostante sia minuta, Rita Levi Montalcini tende a imporre attenzione”.
Era nata in una ricca famiglia ebraica di Torino e il suo maestro negli studi medici era stato Giuseppe Levi, il padre della scrittrice Natalia Ginzburg (è uno dei protagonisti del suo celebre romanzo Lessico famigliare) che fu anche maestro dell’altro premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco, morto anche lui quest’anno. Rita Levi Montalcini era legatissima alla sua sorella gemella, Paola, che era una pittrice ed è morta nel 2000. Anche Rita aveva uno spiccato talento artistico, e per molti anni disegnò di persona e manualmente le illustrazioni dei suoi articoli scientifici.
La sua carriera si può dividere in tre parti: quella iniziale in Italia, durante la quale portò avanti le proprie ricerche sul sistema nervoso in un laboratorio costruito nella sua camera da letto a Torino, dopo l’espulsione dall’università in seguito alle leggi razziali del 1938 (in rapporto alle sue origini ebraiche, si definì sempre “totalmente laica”) e poi frequenti spostamenti durante gli anni della Seconda guerra mondiale.
La seconda iniziò dopo la guerra, quando venne invitata per sei mesi alla Washington University di St. Louis, in Missouri. La invitò l’embriologo Viktor Hamburger, che insieme al suo gruppo di ricerca lavorava su temi simili ai suoi. Rita Levi Montalcini partì e, invece del semestre previsto, rimase negli Stati Uniti per ventisei anni.
Il video della consegna del premio Nobel, nel 1986
La scoperta principale per cui Rita Levi Montalcini vinse il Nobel per la medicina, insieme al suo collega della Washington University Stanley Cohen, fu quella dell’NGF, il Nerve Growth Factor. In una lunga serie di ricerche che si conclusero nei primi anni Settanta e che vennero inizialmente accolte con un certo scetticismo tra gli altri biologi, Rita Levi Montalcini, Cohen e i loro collaboratori identificarono uno dei primi e dei più importanti fattori della crescita, sostanze prodotte dal corpo e responsabili di una grande quantità di processi cellulari. L’NGF in particolare è essenziale per la crescita e il mantenimento dei neuroni, oltre ad avere un ruolo importante nel sistema immunitario.