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  • Lunedì 25 giugno 2012

La crisi tra Turchia e Siria

Molta tensione dopo l'abbattimento del jet turco in territorio siriano, e si parla di ufficiali siriani fuggiti in Turchia

A distanza di tre giorni non sono ancora chiare le circostanze che hanno portato all’abbattimento di un jet militare turco da parte della Siria. Quello che per ora è stato definito un incidente è avvenuto sul confine tra i due paesi, che hanno rispettive versioni di come siano andate le cose. Secondo le autorità turche, il jet stava conducendo operazioni di routine e addestramento e non stava svolgendo alcuna attività di sorveglianza, quando avrebbe inavvertitamente violato lo spazio aereo siriano per qualche istante. Per la Siria, invece, il jet era completamente in volo sul territorio nazionale e non c’è stato il tempo necessario per identificarlo, da qui il suo “accidentale” abbattimento.

Il giornale turco Hurriyet Daily News ha poi aggiunto qualche altro dettaglio, spiegando che le autorità siriane si sarebbero rivelate particolarmente ostili anche nei confronti delle squadre di soccorso turche che hanno raggiunto la zona dell’incidente per il recupero del relitto del jet. L’elicottero che ha raggiunto la zona sarebbe stato attaccato dall’esercito siriano. La vicenda ha fatto ulteriormente peggiorare i rapporti diplomatici tra i due paesi, già messi a dura prova dal comportamento del regime siriano di Bashar al Assad e della dura repressione delle manifestazioni di piazza che chiedono maggiori aperture democratiche.

Molti nella comunità internazionale si chiedono come mai il regime siriano abbia reagito così duramente venerdì, considerato l’alto livello di attenzione verso il paese negli ultimi mesi – con le repressioni violente dei dissensi e delle opposizioni interne – e il sostanziale isolamento di Assad. Secondo alcuni osservatori, il regime avrebbe abbattuto il jet a causa dei timori di queste ultime settimane di possibili incursioni aeree militari sul proprio territorio da parte di potenze estere, che fanno pressioni per una transizione democratica del potere, ma finora sembrano lontane da un accordo su interventi diretti. L’aereo non era stato ancora identificato e per non rischiare si sarebbe scelto di abbatterlo immediatamente.

Come riporta Reuters, secondo altri osservatori la vicenda di venerdì sarebbe stata una buona occasione per il regime per dimostrare la prontezza e la capacità del sistema antiaereo siriano. Una sorta di avviso agli stati occidentali che da mesi discutono sull’opportunità di un intervento più incisivo, anche di tipo militare, nel paese per fermare la repressione degli oppositori che si stima abbia causato fino a ora migliaia di morti. La Siria ha rinforzato le proprie capacità di difesa aerea negli ultimi anni, acquistando buona parte dei nuovi sistemi dalla Russia. All’epoca dell’acquisto molti esperti segnalarono la scarsa qualità dei nuovi sistemi, ma non è dato sapere con certezza quali progressi siano stati realizzati negli ultimi anni.

La vicenda potrebbe fare da deterrente, ma non ha comunque impedito alle principali potenze occidentali di condannare l’abbattimento, anche se per ora la reazione è stata puramente di natura diplomatica. La Turchia ha richiesto e ottenuto che domani la NATO si riunisca, appellandosi all’articolo 4 dell’organizzazione che prevede la possibilità per ogni suo membro di richiedere un incontro d’urgenza nel caso in cui si senta minacciato da forze esterne (non succedeva dal 2003).

Sull’Economist ricordano che nell’ultima decina di anni per il governo di Ankara la Siria è diventato progressivamente un vicino molto difficile da gestire. In Turchia sono ospitati circa 33mila rifugiati siriani alla ricerca di protezione dalle violenze contro l’opposizione nel paese. Secondo l’agenzia di stampa turca Anadolu Ajansı, oggi un generale, due colonnelli, due maggiori e 30 soldati siriani avrebbero passato il confine con la Turchia. La notizia non ha ricevuto altre conferme, ma nelle ultime settimane sono circolate molte voci sulle defezioni all’interno dell’esercito siriano da parte di soldati e ufficiali che rifiutano di eseguire gli ordini del regime. Le autorità turche temono che la crisi in Siria possa avere serie ripercussioni per il loro paese, con l’arrivo di altri rifugiati e un possibile coinvolgimento militare lungo il confine.

foto: AP Photo/File