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  • Domenica 24 giugno 2012

Perché il Regno Unito ha 4 nazionali?

Stasera, agli Europei di calcio, l'Italia giocherà contro l'Inghilterra e non contro la Gran Bretagna, come accade in molti altri sport

British fans wave flags and cheer after Great Britain's team of Greg Rusedski and Tim Henman won their Euro-Africa Zone, Group One, second round Davis Cup doubles match against Luxembourg at the National Tennis Center in Esch/Alzette, Luxembourg, Saturday April 10, 2004. Great Britain won the match 6-4, 7-6, 6-3. (AP Photo/Virginia Mayo)
British fans wave flags and cheer after Great Britain's team of Greg Rusedski and Tim Henman won their Euro-Africa Zone, Group One, second round Davis Cup doubles match against Luxembourg at the National Tennis Center in Esch/Alzette, Luxembourg, Saturday April 10, 2004. Great Britain won the match 6-4, 7-6, 6-3. (AP Photo/Virginia Mayo)

Stasera l’Italia affronterà l’Inghilterra per i quarti di finale degli Europei 2012, che si stanno svolgendo in Polonia e Ucraina. Ma perché proprio l’Inghilterra e non il Regno Unito? Si tratta di un’annosa questione che risale addirittura a circa due secoli fa, quando si formarono le varie nazionali di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord (dette anche Home Nations) cosa che ha fatto sì che, successivamente, altre aspiranti squadre nazionali, come la Catalogna, chiedessero lo stesso status (oggi molto più difficile da ottenere). Tra l’altro la nazionale del Regno Unito, se unisse i migliori calciatori dei quattro paesi, sarebbe quasi certamente una delle più forti del mondo (secondo uno studio, avrebbe circa un terzo di possibilità in più di vincere trofei rispetto alle singole selezioni). Ma questo non convince soprattutto i paesi più piccoli, ossia Scozia, Galles e Irlanda del Nord, che tengono molto alla loro autonomia.

Perché nel Regno Unito ci sono 4 nazionali di calcio
Tutto è cominciato nel 1863, quando venne fondata la prima federazione calcistica della storia e del mondo, ossia l’inglese Football Association. All’epoca, però, la sua definizione non era chiara, perché non specificava se comprendesse anche il calcio che si giocava in Scozia o Galles, per esempio. Così, dopo dieci anni di incertezza, gli scozzesi decisero di farsi la loro federazione, e pochi anni dopo ancora, fecero lo stesso i gallesi (nel 1876) e gli irlandesi (nel 1880, la cui federazione però nel 1921 si divise tra Irlanda e Irlanda del Nord). A oggi non esiste una federazione calcistica unitaria per il Regno Unito.

In tutto questo, il massimo organo del calcio mondiale, la FIFA (Fédération Internationale de Football Association), nacque solo nel 1904, quando il Regno Unito, a livello calcistico, si era già diviso in quattro federazioni, e conseguentemente in quattro nazionali indipendenti. Già un anno prima della fondazione della federazione scozzese, nel 1872, Scozia e Inghilterra giocarono a Glasgow una partita che oggi viene considerata il primo match internazionale nella storia del calcio. Da allora, queste nazionali hanno sempre giocato per conto loro, con rarissime eccezioni.

Come vengono scelti i giocatori
Qui sorge qualche problema, perché ovviamente tutti i cittadini britannici hanno passaporto britannico e non inglese, scozzese e via dicendo. Quindi la scelta non può essere fatta in base a questo parametro, come avviene in altri paesi. La regola dice che un calciatore con passaporto britannico può scegliere autonomamente la nazionale in cui vuole giocare tra i paesi dove sono nati lui, i suoi genitori e i suoi nonni (ovviamente se tutti i componenti familiari sono nati in Galles, per esempio, la scelta non sussiste). In base a questa norma, Jack Collison, un giovane e promettente calciatore britannico, ha scelto per esempio di giocare nel Galles nonostante sia nato a Watford, in Inghilterra.

Un caso ancora a parte costituisce chi è nato nelle Dipendenze della Corona britannica, ossia le amministrazioni autonome delle Isole del Canale e l’Isola di Man. In questo caso, i giocatori possono scegliere a loro piacimento qualsiasi nazionale di calcio del Regno Unito. Per esempio, un grande terzino inglese del passato, il 43enne Graham Le Saux, è nato nelle Isole del Canale ma ha scelto subito di giocare per l’Inghilterra. Un caso ancora più singolare è quello che capita ai cittadini con doppio passaporto britannico e irlandese, cosa comune in Irlanda del Nord, dove un calciatore può scegliere pressoché autonomamente la sua nazionale.

Gli inni
Ovviamente, la nazionale inglese ha come inno nazionale God Save the Queen, che viene suonato prima del’inizio delle partite di calcio.

Negli altri paesi, da questo punto di vista, le cose sono più confuse.

– Il Galles ha Hen Wlad Fy Nhadau, letteralmente “Terra dei nostri padri” in lingua gallese, che negli ultimi anni ha generato polemiche perché molti giocatori non lo conoscerebbero e di conseguenza non lo cantano.

– L’Irlanda del Nord, in gran parte degli eventi ufficiali e delle partite di calcio della sua nazionale, usa anche lei God Save the Queen, ma da tempo alcuni politici e parte della società civile hanno chiesto un’alternativa.

– La Scozia, invece, non ha un inno ufficiale, nemmeno per le partite di calcio, ma da molti anni viene utilizzata in suo luogo la canzone Flower of Scotland.

Una nazionale britannica di calcio
Il caso delle quattro nazionali nel Regno Unito dunque è peculiare nel calcio e in pochi altri sport come il rugby, perché poi nella stragrande maggioranza, come quelli olimpici, per esempio, gli atleti delle Home nations gareggiano tutti per la squadra chiamata “Gran Bretagna e Irlanda del Nord”, quindi il Regno Unito, ma chiamato per convenzione e abbreviazione “Gran Bretagna”. La contrapposizione, dunque, si ripropone ogni volta alle Olimpiadi, alle quali la nazionale di calcio britannica ha partecipato solo 8 volte per varie cause, prima fra tutte il mancato accordo tra le varie federazioni.

Quest’anno, a 52 anni dall’ultima partecipazione alle Olimpiadi di Roma del 1960, la nazionale britannica, allenata da Stuart Pearce, tornerà a giocare unita per una grande occasione, ovvero i Giochi Olimpici di Londra. Questa decisione, tuttavia, è stata preceduta da molte polemiche nel Regno Unito, soprattutto da parte dei paesi più piccoli, ossia Scozia, Galles e Irlanda del Nord, che temono per la loro autonomia, anche calcistica. Dopo molti litigi e discussioni, alla fine i tre paesi più piccoli delle Home nations hanno ceduto: non prenderanno parte alla gestione della squadra nazionale unitaria (che quindi sarà compito unicamente degli inglesi) ma non si opporranno alle eventuali chiamate nella nazionale britannica dei giocatori scozzesi, gallesi o nordirlandesi.

foto: AP Photo/Virginia Mayo