La risposta di Napolitano sulla presunta trattativa Stato-mafia

Ci sono state "interpretazioni arbitrarie e tendenziose e talvolta perfino manipolate" ha detto oggi attaccando la pubblicazione delle intercettazioni su "alcuni quotidiani"

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
24-04-2012 Roma
Politica
Palazzo del Quirinale - Incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma nella ricorrenza del 67° anniversario della Liberazione 
Nella foto: Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
24-04-2012 Rome
Politics
Presidency of the Repubic - 67th annyversary of liberation
In the picture: The President of Italian Republic Giorgio Napolitano
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 24-04-2012 Roma Politica Palazzo del Quirinale - Incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma nella ricorrenza del 67° anniversario della Liberazione Nella foto: Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 24-04-2012 Rome Politics Presidency of the Repubic - 67th annyversary of liberation In the picture: The President of Italian Republic Giorgio Napolitano

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo la festa della Guardia di Finanza all’Aquila, è intervenuto direttamente sulla questione dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, e sulle pressioni sui magistrati che alcuni giornali hanno sostenuto coinvolgessero anche il Quirinale. Le risposte di Napolitano ai giornalisti sono state trascritte e pubblicate sul sito del Quirinale.

«Negli ultimi giorni si è alimentata una campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del Presidente della Repubblica e dei suoi collaboratori, una campagna costruita sul nulla». Ha risposto così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad una domanda sulle polemiche continuate anche dopo le dichiarazioni rese dal ministro della Giustizia, Paola Severino, in Parlamento, al termine della cerimonia per il 238° anniversario della Guardia di Finanza a L’Aquila.

«Si sono – ha continuato il Capo dello Stato – riempite pagine di alcuni quotidiani con le conversazioni telefoniche intercettate in ordine alle indagini giudiziarie in corso sugli anni delle più sanguinose stragi di mafia, 1992-1993, e se ne sono date interpretazioni arbitrarie e tendenziose, talvolta persino versioni manipolate. Ma tutti coloro che sono intervenuti, e stanno intervenendo avendo seria conoscenza del diritto e delle leggi e dando una lettura obiettiva dei fatti, hanno ribadito la assoluta correttezza del comportamento della Presidenza della Repubblica ispirata soltanto a favorire la causa dell’accertamento della verità anche su quegli anni. Io ho reagito con serenità e con massima trasparenza, disponendo anche che fosse reso noto il testo di una lettera riservata al Procuratore Generale della Corte di Cassazione. E continuerò – perché è mio dovere ed è mia prerogativa – ad operare affinché vada avanti nel modo più corretto e più efficace, anche attraverso i necessari coordinamenti, l’azione della magistratura. I cittadini possono essere tranquilli che io terrò fede ai miei doveri costituzionali».

Al Presidente è stato chiesto anche se ritiene necessaria una legge che regoli la materia delle intercettazioni. “Questa – ha risposto il Capo dello Stato – è una scelta che spetta al Parlamento ed è per la verità una scelta da molto tempo all’attenzione del Parlamento. Se da tanto tempo è all’attenzione del Parlamento vuol dire che si tratta di una questione che meritava già da tempo di essere affrontata e risolta sulla base di una intesa la più larga possibile”.

– Il caso “Napolitano-Mancino” è una bolla di sapone: Michele Ainis sul Corriere della Sera