La nuova poesia di Günter Grass

Si chiama "Ignominia d'Europa" e stavolta lo scrittore tedesco si è schierato a fianco dei greci e contro la "vergogna" dell'Unione Europea e della Germania, che "deperiranno"

foto: MARCUS BRANDT/AFP/Getty Images
foto: MARCUS BRANDT/AFP/Getty Images

A circa due mesi dalla contestata poesia Cosa deve essere detto sul possibile attacco militare di Israele contro l’Iran, lo scrittore tedesco Günter Grass ha scritto un altro poema, di 24 versi, in cui critica pesantemente l’Europa per l’atteggiamento che sta avendo nei confronti della Grecia, dove è nata la sua civiltà, dice Grass. Come l’altra volta, la poesia, che si chiama Ignominia d’Europa, è stata pubblicata dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ed è stata tradotta in Italia da Repubblica. Come in Cosa deve essere detto, Grass ha una visione piuttosto pessimistica della crisi greca e del comportamento dell’eurozona nei suoi confronti. I primi sei versi, eloquenti, recitano così:

Prossima al caos, perché non all’altezza dei mercati,
lontana sei dalla Terra che a te prestò la culla

Quello che con l’anima hai cercato e consideravi tuo retaggio,
ora viene tolto di mezzo alla stregua di un rottame.

Messo nudo alla gogna come debitore, soffre un Paese
al quale dover riconoscenza per te era luogo comune.

Grass, ovviamente, attaccando l’Europa attacca anche la Germania, anche se non direttamente. Il suo obbiettivo diventa evidente qualche verso dopo, quando cita il grande poeta tedesco dell’Ottocento Friedrich Hölderlin per mettere in evidenza le contraddizioni della Germania e dell’Europa tutta:

Coloro che, in divisa, con la violenza delle armi funestarono il Paese
ebbro d’isole, tenevano Hölderlin nello zaino.

Paese a stento tollerato, di cui un tempo tollerasti
i colonnelli in veste di alleati.

Grass allude poi ai grossi sacrifici che sono stati chiesti alla Grecia; verso dopo verso cresce la visione apocalittica fino a quando, in un misto di politica europea e filosofia, scrive:

Trangugia, infine, butta giù! gridano i claqueur dei Commissari,
ma Socrate ti restituisce irato il calice colmo fino all’orlo.

E infine, qualche rigo più dopo, la poesia si chiude con questo distico molto pessimista:

Priva di spirito deperirai senza il Paese
il cui spirito, Europa, ti ha inventata.

Due mesi fa, Grass aveva causato molte polemiche per il poema Cosa deve essere detto, in cui criticava duramente la possibilità di un attacco israeliano contro l’Iran, affermando che la politica nucleare israeliana è una minaccia per tutti e che la produzione nucleare dei due paesi dovrebbe essere messa sotto controllo dalla comunità internazionale. L’attacco di Grass aveva subito scatenato dure polemiche in Israele, tanto che era stato dichiarato “persona non grata” dal ministro dell’interno israeliano Eli Yishai, che si era basato su una legge che permette di impedire l’accesso al paese a chi ha aderito al nazismo, cosa che Günter Grass aveva fatto quando aveva 17 anni.

Günter Grass è uno dei più importanti scrittori tedeschi viventi. È nato nel 1927 a Danzica – che all’epoca era “Città libera”, mentre ora fa parte della Polonia – esordì nel 1959 con il romanzo Il tamburo di latta, primo atto di una trilogia dedicata alla città di Danzica che terminò qualche anno più tardi con Gatto e topo e Anni di cani. Il culmine della sua carriera fu il conferimento del premio Nobel per la letteratura, nel 1999, mentre l’ultimo suo grande successo è stato, nel 2002, il libro Il passo del gambero.

foto: MARCUS BRANDT/AFP/Getty Images